Firenze: lo Stadio Artemio Franchi non sarà abbattuto

Progettato da Pier Luigi Nervi tra il 1929 e il 1932, lo stadio intitolato ad Artemio Franchi, rischiava di essere demolito. Il Ministero ha indicato le modifiche che potranno essere apportate; consentita la realizzazione di un sistema di copertura integrale degli spalti.

Nel rispetto dei tempi annunciati, il “groviglio” che si era formato attorno alla sorte dello Stadio Artemio Franchi di Firenze potrebbe inizia a districarsi. Dopo mesi di polemiche incandescenti, in cui non è mancato neppure il “botta e risposta” tra alcuni dei nomi di rilievo della scena architettonica internazionale, scesi in campo in difesa dell’“edificio-monumento” di Pier Luigi Nervi, e il sindaco di Firenze, Dario Nardella, è finalmente arrivato il parere atteso da parte del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Il Sito di Firenze ha anticipato i contenuti della lettera, a firma Federica Galloni, inviata dal MiBACT in risposta all’istanza presentata dall’amministrazione comunale e dalla Fiorentina, nella quale si chiedeva che venissero identificati gli “specifici elementi strutturali, architettonici o visuali di cui sia strettamente necessaria a fini testimoniali la conservazione o la riproduzione anche in forme e dimensioni diverse da quella originaria” dell’opera, secondo la più recente normativa. Una valutazione che, come ricordavano nella loro lettera-appello anche i progettisti intervenuti, ha avuto come oggetto uno stadio che “è stato pubblicato in tutto il mondo all’epoca della sua costruzione; è stata la prima opera di Nervi a ottenere un riconoscimento internazionale e la sua pensilina a sbalzo, le scale elicoidali e i dettagli evocativi della sua struttura hanno ispirato ingegneri e architetti nell’Europa intera, in Nord America e nel resto del mondo”.

IL MIBACT SI PRONUNCIA SULLO STADIO FRANCHI

In attesa di visionare il documento ufficiale, ad allontanarsi sono in primis le ombre della temuta demolizione: la pensilina, le scale elicoidali, la torre di Maratona e l’anello strutturale sono “elementi testimoniali”, che devono restare. Come sintizza Ansa, lo Stadio Franchi non si potrà abbattere, ma si potrà intervenire sulla struttura esistente, con l’opzione di una copertura integrale e curve vicine al campo. Potranno così essere pianificati “interventi di riqualificazione degli elementi strutturali, architettonici o visuali sopra indicati, sia in relazione alle questioni di conservazione – statica o materica – sia a quelle di adeguamento funzionale”, “interventi di rinforzo degli elementi strutturali, con tecniche specifiche per le strutture di cemento armato, sia ai fini del superamento delle criticità statiche rilevate che del miglioramento del comportamento della struttura sotto l’azione del sisma” e, ancora,  “interventi di adeguamento e/o sostituzione delle componenti impiantistiche ed igienico-sanitarie”. Fra gli altri temi presi in esame dalla valutazione ministeriale rientra la questione della copertura: “può essere realizzato un sistema di copertura integrale degli spalti […] con parziali interruzioni in corrispondenza della torre di Maratona e della pensilina che copre la tribuna autorità, consentendo il mantenimento e la percezione dello sviluppo complessivo dello stadio […]” e “può essere realizzata una tamponatura trasparente, con ampie superfici vetrate, della parte esterna delle gradinate, ricavando un’ampia volumetria da destinare ai servizi (ivi compresi i servizi igienici) e attività varie”. Via libera inoltre agli interventi di adeguamento dello stadio agli standard internazionali e alle normative UEFA. In sintesi: sì a un profondo rinnovamento; no all’abbattimento totale.

Pensilina Stadio Berta, 1931

Pensilina Stadio Berta, 1931. Courtesy Pier Luigi Nervi Project Association, Bruxelles

FIRENZE AVRÀ ANCHE UN NUOVO STADIO?

A questo punto l’attenzione si concentra sulle prossime mosse dell’amministrazione comunale e della società calcistica, che nella serata di ieri ha già replicato alla valutazione espressa dal MIBACT. In un comunicato dall’eloquente titolo “Il tema Stadio Franchi per la Fiorentina è chiuso”, ACF Fiorentina ha ringraziato “tutte le realtà coinvolte, che si sono interessate alla possibile realizzazione di un nuovo stadio per la città di Firenze e i tifosi della Fiorentina nello stesso luogo dove la squadra ha sempre giocato”. L’attuale patron viola Rocco Commisso, subentrato alla gestione Della Valle, negli ultimi mesi aveva più volte espresso la propria volontà di realizzare un nuovo stadio a Firenze (o negli immediati dintorni; tra le ipotesi, un’area a Bagno a Ripoli), investendo in questo progetto. “Con la nuova Legge Salva Stadi credevo che per il calcio italiano specialmente in questo momento di grave crisi per tutto il Paese, il Governo potesse prendere una direzione più utile per il futuro del sistema calcio e l’economia italiana in generale”, ha dichiarato il Presidente. “Purtroppo, vedo che c’è più interesse a conservare una struttura fatiscente di cemento armato di 90 anni che permettere ai tifosi di assistere a un evento sportivo con tutti i servizi moderni e i comfort di uno stadio all’avanguardia che Firenze avrebbe meritato. Ora immagino che la burocrazia italiana insieme a tutte le realtà che si sono fortemente attivate per evidenziare al Mibact la necessità di salvare il Franchi come Archistar, Fondazioni e Comitati, siano altrettanto rapidi a raccogliere i fondi necessari che occorreranno al Comune per ristrutturare lo stadio. Bisognerà assolutamente evitare che il Franchi possa diventare una struttura abbandonata e cadente nel cuore della bellissima Firenze”.

SALVIAMO IL FRANCHI

La querelle sorta attorno al Franchi ha fin qui prodotto divisioni e mobilitazioni non solo in città, in particolare in seguito all’emendamento “Sbloccastadi” – originariamente inserito nel Decreto Semplificazione, oggi legge. Uno strumento legislativo che “va ad annullare di colpo l’efficacia di una serie di articoli del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio che, com’è noto, è legato a uno dei più importanti principi della Costituzione, l’art.9”, precisavano nei mesi scorsi Marco Nervi, Presidente della Pier Luigi Nervi Project Association e Ugo Carughi, Presidente DO.CO.MO.MO. Italia, fra i soggetti promotori della piattaforma salviamoilfranchi.org. “Nel testo dell’emendamento, ormai divenuto legge, sono considerati, stranamente, i soli impianti sportivi. Perché non gli altri beni culturali ‘immobili’? Tanti di essi sono sottoposti, alla pari degli impianti sportivi, a stringenti norme di gestione e sicurezza in progressivo aggiornamento. Si pensa di fare, dunque, una norma per ogni categoria di edifici?”, si chiedevano Nervi e Carughi. Alla luce della valutazione ministeriale, sarà particolarmente interessante conoscere il loro punto di vista, con una riflessione aggiornata sul via libera al possibile (profondo) restyling dello stadio.

L’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI FIRENZE AUSPICA UN CONCORSO DI PROGETTAZIONE

Intanto, fra i primissimi commenti pervenuti, c’è anche quello dell‘Ordine degli Architetti di Firenze. In una nota il Consiglio fa sapere che “il Ministero dei beni culturali ha fatto chiarezza con una relazione precisa, non fraintendibile, per identificare quali siano gli elementi strutturali, architettonici o visuali necessari per il restauro del Franchi. Sono gli stessi che aveva individuato la Soprintendenza con l’aggiunta dell’anello strutturale originario. Il parere del Ministero definisce inoltre le opere che dovranno essere realizzate sia per la funzionalità ai fini della sicurezza, sia per l’adeguamento agli standard internazionali, che condividiamo.” Precisano inoltre i consiglieri di essersi da tempo “espressi a favore di una soluzione che prevedesse la valorizzazione, il restauro e l’adeguamento alle nuove esigenze dello stadio Franchi, necessità dovuta anche allo stato in cui si trova attualmente l’impianto, e abbiamo sostenuto che il restauro di un manufatto come lo stadio potesse o dovesse prevedere interventi anche con un linguaggio architettonico nuovo e contemporaneo, come la creazione di una copertura o la possibilità di integrare le curve in modo da avvicinare gli spettatori al campo“. Per l’Ordine la successiva fase della vita del Franchi non potrà che passare attraverso un concorso di progettazione, in un’ottica estesa all’intero quartiere in cui l’opera ricade: “Ora auspichiamo che l’Amministrazione comunale metta in atto tutti gli strumenti per intervenire sullo stadio seguendo la strada indicata dal Ministero, avviando contemporaneamente un percorso di progettazione urbanistica dell’intera area del Campo di Marte attraverso un concorso di progettazione che possa integrare il restauro dello stadio, la rifunzionalizzazione delle aree che saranno libere in seguito all’apertura del nuovo centro sportivo di Bagno a Ripoli, le nuove infrastrutture della tramvia e le necessarie opere per l’organizzazione della viabilità e della sosta.

CINEMA NERVI

Parallelamente a questo processo, sempre a Firenze, un’altra opera realizzata da Nervi sta intanto iniziando a risorgere. Così, mentre Tadao Ando, Norman Foster, Richard Meier, Edouardo Souto de Moura e Alvaro Siza, Rafael Moneo, Steven Holl, Alejandro Aravena, Grafton Architects condividevano, nella loro lettera aperta, la medesima apprensione per il futuro del Franchi, sollecitando il Comune ad “ascoltare la comunità professionale e scientifica internazionale, per consentire alle generazioni future di ammirare questo capolavoro e essere ispirate dal genio ingegneristico e costruttivo di Nervi”, in un altro quadrante della città, destinato a una radicale trasformazione anche grazie all’arte contemporanea, l’ex Manifattura Tabacchi proseguiva l’ambizioso percorso di riattivazione intrapreso nell’ultimo triennio. Ed è proprio all’interno degli spazi già recuperati che, dal 25 gennaio, verrà aperta la mostra Pier Luigi Nervi, la Struttura e la Bellezza (dal lunedì al venerdì, dalle ore 10:00 alle 17:00; ingresso gratuito). Curato dell’Associazione Pier Luigi Nervi Research and Knowledge Management Project e dal Laboratorio Nervi Politecnico di Milano, nell’ambito nel ciclo itinerante Pier Luigi Nervi, Architettura come sfida, co-prodotto da Manifattura Tabacchi, in partenariato con Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, il progetto espositivo ricostruirà l’intera carriera dell’ingegnere e costruttore attraverso dodici sezioni, ciascuna focalizzata su una sua opera. Nell’attesa dell’inaugurazione, il 19 gennaio debutterà il progetto di video arte Cinema Nervi coordinato dal collettivo milanese Parasite 2.0. Cinque edifici di Nervi, inclusi lo Stadio Artemio Franchi e la Manifattura Tabacchi a Firenze, saranno “reinterpretati” da altrettanti studi di architetti designer e artisti internazionali con i linguaggi digitali e video. Un’iniziativa sperimentale promossa per riscoprire, oggi più che mai, “il valore e l’importanza culturale del Maestro, la cui lunga attività è stata guidata dall’idea di architettura come forma d’arte, visione che si ritrova nel patrimonio storico che l’ingegnere ha lasciato in eredità”.

-Valentina Silvestrini

https://salviamoilfranchi.org/

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

Scopri di più