L’arte come strumento di rigenerazione: la storia del collezionista Enzo Nembrini e della sua azienda

A Trescore Balneario, piccola località alle porte di Bergamo, l’imprenditore Enzo Nembrini ha trasformato il quartier generale della sua azienda, Ecoedile, in un museo aperto ai lavoratori e alla città. All’interno, un grande progetto firmato Agostino Iacurci dialoga con una collezione in continua evoluzione

Tutto ebbe inizio circa quindici anni fa quando Enzo Nembrini, ambizioso imprenditore bergamasco allora trentacinquenne, decise di acquistare la sua prima opera d’arte: una piccola scultura di Davide Bonaldi raffigurante un uomo che regge un fiammifero acceso. “Ricordo il senso di malinconia che mi trasmise”, racconta Nembrini. “Fu una scelta difficile, ma quella scultura mi parlava profondamente, così la acquistai”. A quell’opera ne sono seguite altre, che nel tempo hanno dato vita a una collezione comprendente – solo per citarne alcuni – lavori di Marcello Maloberti, Ode De Kort, Nina Carini, Maria Lai e Benassi, custoditi nella sede di Ecoedile, azienda specializzata in costruzioni guidata da Nembrini. Qui convivono sculture, fotografie, oggetti di design e Mirage, l’imponente intervento pittorico di Agostino Iacurci che riveste tutte le superfici dell’edificio.

L’anima di Ecoedile tra misura e rigenerazione

Dai restauri conservativi di edifici storici e musei, agli interventi infrastrutturali, sportivi e residenziali di alto livello: questo è il campo d’azione di Ecoedile, che oggi conta oltre settanta collaboratori tra tecnici, amministrativi e operatori. Nel tempo, l’azienda ha costruito una solida reputazione fondata su qualità, precisione e cura dei dettagli, privilegiando l’eccellenza rispetto alla mera crescita numerica. “Non abbiamo l’ambizione di diventare un colosso”, spiega Nembrini. “Preferiamo restare un’azienda controllata: perdere il controllo significherebbe perdere la percezione delle cose”. Il quartier generale, progettato dallo studio Arcoquattro Architettura, ne riflette pienamente la filosofia: un edificio su due livelli dal rigore minimalista, ispirato all’architettura giapponese di Tadao Ando e Kengo Kuma, dove linee pulite, trasparenze e materiali come cemento, vetro e acciaio creano un ambiente luminoso e funzionale. Open space, passerelle sospese e scale collegano i vari piani, favorendo la fluidità e l’armonia degli spazi. Non si tratta solo di una scelta estetica, ma di una soluzione studiata per favorire la luce naturale, il dialogo con l’esterno e la concentrazione di chi vi lavora. Ed è proprio questo equilibrio tra funzionalità e minimalismo ha reso possibile la successiva rigenerazione artistica del complesso.

MIRAGE, da un'idea di Enzo Nembrini, artista Agostino Iacurci. Photo Andrea Rossetti
MIRAGE, da un’idea di Enzo Nembrini, artista Agostino Iacurci. Photo Andrea Rossetti

Mirage: quando arte e architettura si incontrano

La vera rivoluzione degli spazi aziendali è arrivata con Mirage, il progetto site-specific ideato da Agostino Iacurci. Pensato per offrire ai dipendenti un ambiente di lavoro più accogliente e vitale, e al tempo stesso per valorizzare la collezione costruita negli anni, l’intervento è frutto di un dialogo durato mesi tra il collezionista e l’artista, pur coinvolgendo in qualche modo i lavoratori di Ecoedile. “L’energia che Iacurci ha portato in azienda era straordinaria”, ricorda Nembrini. “I ragazzi potevano osservare il processo creativo in tempo reale, e ogni stanza completata diventava più bella”. Attraverso pattern botanici, colori vivaci e installazioni tridimensionali ispirate al tema della fertilità, l’artista ha trasformato pareti, soffitti e superfici in un’esperienza immersiva. Entrando nell’edificio si è avvolti da tonalità calde, ispirate al Mediterraneo e al Messico – dove Iacurci ha vissuto – in contrasto con l’esterno, rimasto fedele all’estetica minimalista.

Enzo Nembrini
Enzo Nembrini

La collezione Nembrini

“Tutto è nato dal mio lavoro di costruttore,” racconta. “Un importante collezionista milanese mi commissionò una residenza in Liguria. Durante l’allestimento, osservando l’arrivo delle opere e ascoltando la curatrice che me le spiegava, rimasi affascinato. Avevo trentacinque anni e sentii nascere dentro di me una curiosità nuova”. Oggi Nembrini, affiancato dalla curatela di Rischa Paterlini, possiede quasi cento opere conservate non solo in azienda, ma anche nella sua casa, privilegiando artisti emergenti e progetti capaci di trasmettere emozioni autentiche. “C’è Maloberti, intenso e combattivo, con “Gli sbagli si infilano come perle”, che riflette sul tema dell’errore. Zanele Muholi affronta invece la condizione dell’omosessualità in Africa attraverso la fotografia. Poi c’è il neon, di Nina Carini: il mio primo neon. È stato un colpo di fulmine. Poi Luca Bertolo: ha preso l’insegna di un hotel, incelofanando la E e la L, lasciando solo HOT. Il tema era l’estate, il caldo, la plastica. Alcune opere sono sculture, altre ceramiche o tele: tutte nascono dal dialogo con gli artisti e sono pensate per stimolare chi le osserva”.

Il futuro di Ecoedile e della collezione

Mirage segna l’inizio di un nuovo capitolo per Ecoedile e per lo stesso Nembrini. “Un tempo cercavo solo precisione e controllo; oggi sento il bisogno di esplorare, di lasciarmi contaminare da nuovi ambiti”. Come la collezione, anche i progetti artistici continueranno a evolversi, con l’obiettivo di far dialogare arte, architettura e vita quotidiana.  Lo spazio aziendale si apre così al pubblico interessato a visitare la collezione, reinterpretato come un organismo culturale vivo, in cui dipendenti ed esperti possono trovare ispirazione, bellezza e stimoli creativi. “Il progetto con Iacurci e l’introduzione di opere dai colori forti riflettono un cambiamento anche interno all’azienda: un passo verso maggiore apertura, sperimentazione e condivisione”, conclude Nembrini. Allo stesso modo, Ecoedile amplia i propri orizzonti verso progetti di montagna, infrastrutture e ambiti sportivi. “Questa curiosità un tempo mi spaventava”, ammette, “oggi è la mia più grande energia”.

Carolina Chiatto

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Carolina Chiatto

Carolina Chiatto

Cresciuta in provincia di Potenza, si laurea in Scienze dell’Architettura presso l’università di Roma Tre. Dopo aver vinto una borsa di studio con l’università di Cagliari per partecipare a un corso di formazione per giovani imprenditori, si appassiona al mondo…

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