XL – Pensare in grande
Perchè una mostra che privilegia il formato e non l’arte di un solo pittore o di una corrente? Lo si comprende entrando nella Nuova Galleria Campo dei Fiori che espone opere di ampie dimensioni di artisti a cavallo tra Otto e Novecento.
Comunicato stampa
Perchè una mostra che privilegia il formato e non l'arte di un solo pittore o di una corrente? Lo si comprende entrando nella Nuova Galleria Campo dei Fiori che da giovedì 16 febbraio 2012 espone opere di ampie dimensioni di artisti a cavallo tra Otto e Novecento.
I quadri di grande formato raccolti da Lela Djokic catturano subito lo sguardo e ti inondano di colore. Persino chi teme che le pareti delle case moderne siano troppo anguste per ospitarli, alla fine si arrende al fascino della visuale di ampio respiro.
Del resto la maggior parte dei pittori di tutti i tempi ama “pensare in grande” e quindi creare in grande. In occasione di mostre pubbliche di elevato prestigio si sceglie il grande formato anche per impressionare la giuria. Il desiderio di conquista del potenziale acquirente diventa un'altra ragione per esprimersi sulle grandi tele. Infine, per quanto riguarda la ritrattistica, determinante è la necessità di presentare il soggetto a figura intera, sulla scia della tradizione del ‘700 inglese.
I paesaggi Strada di paese con Vesuvio sullo sfondo (c. 1879) di Hermann Corrodi e Caccia alla volpe (c. 1873) del napoletano Giovanni Battista Filosa, sono opere in cui la scelta del grande formato mira a soddisfare il gusto della raffinata committenza. Corrodi riceveva a Roma i visitatori stranieri nell’elegante studio al Grande Hotel de Roussie, offrendo i soggetti pittoreschi indicati nelle guide del Grand Tour. Giovan Battista Filosa a Parigi, dove lungamente soggiorna, usa il grande formato per dipingere nei boschi intorno alla capitale francese una scena di caccia, concentrando tutta l’attenzione sulla luce fra gli alberi e sugli animali in corsa, mentre i cacciatori sui cavalli restano piccolissime figure ai bordi del bosco. Qui c’è solo l’artista con la natura, ma il desiderio di sedurre è altrettanto potente.
Nel 1897 Camillo Innocenti sceglie di inviare a Pietroburgo, alla Prima Esposizione Artistica Italiana, la grande tela (cm. 175 x 122) intitolata Campagna romana - Al Divino Amore. La stessa nel 1903 è alla LXXIII Esposizione Internazionale Amatori e Cultori a Roma.
Si ricollega sempre a una mostra all’estero, dove l’impegno dell’artista si unisce all’orgoglio nazionale, il quadro di Emilio Sobrero Le Bagnanti che nel 1937 a Ginevra partecipa alla grande Esposizione dell’arte italiana. La bellezza dei tre nudi immersi in una ricca vegetazione risalta nel contrasto col biancore dei corpi.
L’incanto del nudo unisce l’olio di Emilio Sobrero al Nudo in riva al mare del 1935 di Arturo Dazzi. Il quadro raffigura una moderna Venere nel momento in cui esce dalle acque trattenendo a se solo un leggero panno bianco. Si impone subito il parallelo con la festosità della Nascita di Venere di Sandro Botticelli. Nel 1935 il pittore-scultore toscano ha una sala personale alla Seconda Quadriennale di Roma ove presenta una Estate con la stessa giovanissima modella dai capelli rossi.
Il Carrettiere sul carro (1915) di Ferruccio Ferrazzi si propone come un raro esempio di sperimentazione fra arte povera e cubo-futurismo.
Completa la rassegna un insieme di nuove proposte con opere di: Giovan Battista Amendola (1848 - 1887), Carlo Barbieri (1910 - 1938), Gilberto Ceracchini (1899 - 1982), Raoul Dal Molin Ferenzona (1879 - 1946), Enrico Lionne (1965 - 1921), Rosario Pulvirenti (1899 - 1966), Daniele Ranzoni (1843 - 1889), Giulio Aristide Sartorio (1860 - 1932) e Antonio Zumino (1864 - ).