Ventinovegiorni – Piotr Hanzelewicz

  • MENEXA

Informazioni Evento

Luogo
MENEXA
Via di Montoro 3, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
06/11/2014

ore 18,30

Artisti
Piotr Hanzelewicz
Generi
arte contemporanea, personale
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La riflessione di Piotr Hanzelewicz nei tempi più recenti si rivolge alla moneta e alle implicazioni da essa generate.

Comunicato stampa

Piotr Hanzelewicz

La riflessione di Piotr Hanzelewicz nei tempi più recenti si rivolge alla moneta e alle implicazioni da essa generate. Della moneta vengono studiati i valori formali, la costituzione materiale, le sue proprietà di oggetto. Per inseguire con maggiore precisione questa dimensione di ricerca, lo spazio della galleria viene invaso da opere eteroclite. La mostra che ne risulta presenta lavori che chiedono la nostra partecipazione per essere compresi nel loro approfondimento di uno dei simboli fondamentali della nostra esistenza.

Ventinovegiorni

Ventinovegiorni è un progetto per l’arte contemporanea organizzato da Kou, nello spazio Menexa di Palazzo Montoro a Roma. Questo progetto è legato alla temporalità del ciclo lunare, infatti da sempre la luna piena si è rivelata un segno attrattivo, facendo confluire lo sguardo dell’osservatore verso un riferimento certo.

La nostra rassegna vuole essere uno strumento per mettere in evidenza un artista in concomitanza del plenilunio.

In questo modo, ogni ventinove giorni, viene presentato un nuovo artista, facendolo illuminare da una luna feconda, nell'ospitalità di uno spazio non convenzionale, un luogo di lavoro creativo.

Menexa non è una galleria, ma lo è stata nel passato e ne conserva l’aspetto, e vuole creare dei trait d’union che contribuiscano a costruire un futuro all’arte contemporanea.

Come una fionda vuole lanciare nuove idee, usando la luna a guisa di acceleratore, come accade per le sonde spaziali, che la usano per proiettarsi nelle profondità dell’inesplorato.

Sorgono così, dopo il ciclo iniziato nel duemiladodici, una serie di nuove lune piene, che si illuminano senza necessità di cura, nella consapevolezza che l’arte non sia malattia, quindi non abbia bisogno di curatori. Questi cicli si reiterano attraverso gli artisti, che, mettendosi in gioco, accettano l’obbligo di esser loro stessi ad indicare l’artista successivo, creando così un percorso originale e privo di protagonismi.