Ventinovegiorni – Andrea Frosolini

  • MENEXA

Informazioni Evento

Luogo
MENEXA
Via di Montoro 3, Roma, Italia
Date
Dal al
Vernissage
02/07/2015

ore 19

Artisti
Andrea Frosolini
Generi
arte contemporanea, personale
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Ventinovegiorni è un progetto per l’arte contemporanea organizzato da Kou, nello spazio Menexa di Palazzo Montoro a Roma. Nuovo appuntamento con Andrea Frosolini.

Comunicato stampa

Andrea Frosolini

Come nell’analisi critica dell’opera della precedente artista (Guendalina Urbani, la quale ricordo ha scelto l’artista in mostra oggi, Andrea Frosolini), anche in questo caso vorrei scindere due distinte caratteristiche dell’opera di Frosolini. La prima e più importante, alla quale dedicherò maggiore spazio, è la capacità di accrescimento emozionale-vitale che ognuno dei singoli tondi esercita su di noi, sul fruitore. La seconda è invece un’analisi delle sfumature concettuali e realizzative dell’opera, come ad esempio il paradosso, che sarà poi risolto, di una realizzazione di un quadro astratto e nello stesso tempo figurativo. Nonostante quest’ultime sono nozioni certamente interessanti e importanti al fine di una comprensione approfondita di un opera d’arte, ciò su cui devo necessariamente concentrare l’analisi critica, come ho detto prima, è in primis la capacità di vivificazione nel fruitore, termine che sarà più chiaro in seguito. Ciò può avvenire in molteplici modi, tra cui, come in questo caso, la stimolazione sensoriale. Docili ma intense pennellate di colore caldo e avvolgente definiscono sensazioni sulla tavola lignea. Subito colpiscono le papille gustative le corpose chiazze, e ne sentiamo tutta la dolce violenza, l’assaporiamo. E poi, contemporaneamente la vaporosa consistenza dello sfumato invade il nostro olfatto. E sembra di poter palpare e stringere tra le mani quei corpi lividi che l’artista consciamente ritrae, e sottilmente ci fa intuire. In un crescendo emotivo sensoriale incalzante che porta all’estatica impressione di aver risolto un enigma, di essere vivi, di essere emozione pura. Quelli che noi inizialmente vediamo come pitture astratte si configurano poi inconsciamente, tramite tutti gli stimoli sensoriali che ho descritto, in veri e propri corpi lividi. Perché è così, quello che Frosolini avrebbe potuto spiattellarci davanti come un iper-realistico dipinto di lividi, ce lo propone nascosto, ci sfida a percerpirlo tramite un intuizione sensitiva. Ed ecco il paradosso astratto-figurativo di cui parlavo prima. Un opera che si propone come astratta, viene in realtà percepita come figurativa tramite la semplice intuizione sensitiva ed emotiva. Tutto ciò che serve per osservare questa mostra, è abbandonarsi.

Per Aspera ad Astra - Bruise n°10, Olio su tavola, 70x70cm, 2015
Per Aspera ad Astra – Bruise n°10, Olio su tavola, 70x70cm, 2015

Bio

Nasce a Roma il 16 settembre del 1993, dove attualmente vive e studia. Frequenta il terzo anno presso l’accademia di belle arti di Roma. E’ un artista versatile, che passa con assoluta libertà dalla pittura, alla fotografia e all’istallazione. Nel corso del 2014/15 partecipa a numerose collettive tra cui “La Luce di Prometeo” presso la galleria Porta Mazzini e “Just Young Tag” presso la TAG -tevere art gallery-, entrambe curate da Giuseppe Ussani. Nel luglio 2015 terrà la personale “Per Aspera ad Astra” presso Büdingen, Francoforte.

Ventinovegiorni

Ventinovegiorni è un progetto per l’arte contemporanea organizzato da Kou, nello spazio Menexa di Palazzo Montoro a Roma. Questo progetto è legato alla temporalità del ciclo lunare, infatti da sempre la luna piena si è rivelata un segno attrattivo, facendo confluire lo sguardo dell’osservatore verso un riferimento certo.
La nostra rassegna vuole essere uno strumento per mettere in evidenza un artista in concomitanza del plenilunio.
In questo modo, ogni ventinove giorni, viene presentato un nuovo artista, facendolo illuminare da una luna feconda, nell'ospitalità di uno spazio non convenzionale, un luogo di lavoro creativo.
Menexa non è una galleria, ma lo è stata nel passato e ne conserva l’aspetto, e vuole creare dei trait d’union che contribuiscano a costruire un futuro all’arte contemporanea.
Come una fionda vuole lanciare nuove idee, usando la luna a guisa di acceleratore, come accade per le sonde spaziali, che la usano per proiettarsi nelle profondità dell’inesplorato.
Sorgono così, dopo il ciclo iniziato nel duemiladodici, una serie di nuove lune piene, che si illuminano senza necessità di cura, nella consapevolezza che l’arte non sia malattia, quindi non abbia bisogno di curatori. Questi cicli si reiterano attraverso gli artisti, che, mettendosi in gioco, accettano l’obbligo di esser loro stessi ad indicare l’artista successivo, creando così un percorso originale e privo di protagonismi.

Presentazione di Giovanni Damiani