Variante Bunker
Un confronto sul tema dell’abbandono in città e sul ripensamento della funzione (sociale, culturale, economica) che le aree urbane dismesse possono avere nella strategia di sviluppo di territori contemporanei. Parteciperanno rappresentati della pubblica amministrazione, operatori privati del real estate, studiosi, professionisti ed operatori culturali.
Comunicato stampa
L’uso temporaneo di spazi non è un fenomeno sociale nuovo ma, in accordo con i drastici cambiamenti socio-economici in atto negli ultimi anni, sta emergendo anche in Italia come tema fondamentale nello sviluppo urbano delle città. Nuovi processi produttivi, sviluppo di sistemi logistici avanzati, profondi cambiamenti demografici, nuovi modelli di assistenza alla persona sono solo alcuni dei fattori che stanno influenzando la pianificazione delle aree metropolitane e il riutilizzo di aree “ex” (industriali, artigianali, sportive, ospedaliere, militari, turistiche, commerciali ecc.).
L’associazione URBE – Rigenerazione Urbana lavora sulle aree marginali della città, favorendone il cambiamento in chiave creativa e riprogetta l’attesa di quegli spazi che aspettano di essere convertiti in qualcos’altro e che, nel contempo, finiscono per essere dimenticati. In questa parentesi tra la vecchia destinazione d’uso e la futura trasformazione, è possibile pensare ad alternative temporanee alla chiusura e all’abbandono?
Il Bunker è il secondo progetto a scadenza di URBE: dal mese di luglio gli spazi dell’ex fabbrica SICMA, all’interno dell’ex-scalo merci Vanchiglia, prossimi a un radicale cambiamento (la cosiddetta Variante 200), sono stati riconvertiti in terreno di sperimentazioni artistiche e luogo di aggregazione. Il progetto pone il tema della riuso temporaneo come questione di interesse collettivo: la riconversione creativa attrae la comunità locale e ispira nuovi servizi autorganizzati per tutti. Gli spazi residuali vengono restituiti alla cittadinanza come vere proprie piazze pubbliche, luogo nel quale società e città s’incontrano, dove il privato diventa pubblico e il pubblico si apre al privato, dove si costruiscono e rafforzano quelle relazioni sociali che ristrutturano spontaneamente le aree a margine, trasformandole in luoghi vissuti. Questo processo di riappropriazione e ri-significazione della città dimenticata trasforma gli scali ferroviari abbandonati, le fabbriche in disuso e i capannoni inutilizzati in contenitori di vita, catalizzatori di attività e di persone, e riafferma a pieno titolo il diritto alla città pubblica, spesso negato.
Giovedì 20 settembre 2012, ore 18
Spazi Bunker (via Niccolò Paganini 0/200 – Torino)
Programma
Moderatore Alfredo Mela, Sociologia Urbana e dell’Ambiente, Politecnico di Torino
18.00 Presentazione e introduzione
18.10 Progetto Bunker, la creatività come motore di rigenerazione urbana
Associazione culturale URBE – Rigenerazione Urbana
18.25 Riappropriazione della città pubblica questione di interesse collettivo
Antonietta Mazzette - Docente di Sociologia Urbana, Università di Sassari
18.55 Il ruolo della pubblica amministrazione nel riuso temporaneo del patrimono esistente
Ilda Curti - Assessore Urbanistica Città di Torino
19.15 Uso degli spazi temporanei, la prospettiva del mercato immobiliare
Camilla Bastoni - Head of Development Advisory & Research, Jones Lang LaSalle, Milano
19.35 Spazi e progetti temporanei, stretegie innovative per lo sviluppo territoriale
Alessandro Bollo - Responsabile Area Ricerca e Consulenza, Fondazione Fitzcarraldo
20.00 Dibattito e conclusioni