Valerius – La spiritualità della forma

Informazioni Evento

Luogo
ITACA GALLERY - ARCHIVIO TAVELLA
Vicolo San Lorenzo 4 int.1, Verona, Italia
Date
Dal al

dal mercoledì al venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19 ; altri orari su appuntamento.

Vernissage
10/03/2012
Biglietti

ingresso libero

Editori
GIORGIO MONDADORI
Artisti
Valerio (Valerius) DeMarchi
Curatori
Mario Guderzo
Generi
arte contemporanea, personale
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In occasione dei 40 anni di carriera di Valerio DeMarchi, in arte Valerius, scultore con la passione per il bronzo, originario di Pieve di Soligo, Itaca Gallery di Verona ospita l’importante mostra monografica “La spiritualità della forma”, con una quarantina di opere in esposizione.

Comunicato stampa

La mostra, in programma fino al 22 aprile e curata da Mario Guderzo, sarà inaugurata sabato 10 marzo (ore 18.00) alla presenza dell’artista e di Carlo Motta,responsabile Cataloghi d'Arte Editoriale Giorgio Mondadori - Cairo Publishing, che ne ha curato il prestigioso catalogo.

Itaca Investimenti d’Arte ritorna così a celebrare un altro maestro dell’arte veneta. Come scrive Paolo Levi, Valerio DeMarchi, è uno scultore puro, interprete di una figuratività sognante e piena di fascino. Il tema fondamentale dell’artista è la donna, letta e rappresentata come una figura primigenia, portatrice di valori al di là del tempo e dello spazio. Le sue sculture, piccole, medie o a grandezza naturale, sono tutte fusioni in bronzo declinate nelle tonalità del blu, del verde e del marrone; sono gruppi a tutto tondo eseguiti attraverso l’antica tecnica della cera persa, su cui l’artista compie una meticolosa operazione di rifinitura e lucidatura realizzando una patina superficiale che contribuisce in modo determinante alla rifrazione della luce sulle curve sinuose dei corpi. Le donne di DeMarchi sono immortalate sempre completamente nude, ma questa loro condizione non provoca in chi si accosta alle opere alcun turbamento sensuale; l’artista non si sofferma mai sulla carica erotica di questi corpi, in quanto la sua è una ricerca puramente estetica che si pone come obbiettivo ultimo la raffigurazione della bellezza assoluta del corpo femminile in tutti i suoi aspetti e in tutte le sue manifestazioni (…) Lo stile dell’artista può essere quindi considerato una rinascita della tradizione figurativa classica, figlia diretta della tradizione più alta della Grecia antica, i cui canoni estetici vengono reinterpretati in chiave moderna recuperando anche suggestioni della cultura liberty, da cui per esempio è mutuata una certa predilezione per alcuni caratteri vagamente esotici incarnati dai lineamenti di queste figure.

Il catalogo che accompagna la mostra è inserito nella collana Cataloghi d’Arte di Editoriale Giorgio Mondadori. A cura di Mario Guderzo. Testi di Paolo Levi e Federica Luser. Pagine 206. Formato 30x30cm. Prezzo 60,00 euro.

Fino al 22 aprile. Orario: dal mercoledì al venerdì 15-19; sabato e domenica 11-19 ; altri orari su appuntamento. Ingresso libero.

Itaca Gallery: Corso Cavour, Vicolo San Lorenzo, 4 – Verona – www.itacagallery.com

Note Biografiche

Valerio DeMarchi, in arte Valerius, nato a Conegliano Veneto nel 1941, vive e lavora a Pieve di Soligo, immerso tra i suoi bronzi colorati e felicemente accompagnato dalle bellissime perfezioni femminili che sono il frutto di anni di lavoro. Ama sottolineare di essere un autodidatta e di avere frequentato, fin da ragazzo, il conterraneo Carlo Conte (Moriago della Battaglia 1898 - Pieve di Soligo1966) rinomato scultore, universalmente riconosciuto per la sua grande maestria e di cui si è sempre riconosciuta la grande valenza artistica.
DeMarchi non esita, comunque, a studiare anche altri protagonisti della scultura italiana e prima di tutto quelli più vicini al suo “sentire”. Martini e Murer gli saranno d’insegnamento, ma soprattutto si accosterà a Romano Vio (Venezia 1913 -1984) celebre interprete dell’arte canoviana di cui si ricorda anche l’abilità nella realizzazione del calco dal gesso di Possagno della statua di George Washington per il nuovo marmo destinato a Raleigh nel North Carolina (USA).
Nella sua produzione la scultura classica è assolutamente di casa. A quelle eterne bellezze sa ispirarsi anche attraverso una lenta acquisizione dei principi della perfezione che partono dal reperto archeologico per pervenire ad una rappresentazione assoluta della realtà. Utilizzando il gesso e materiali più recenti, DeMarchi modella secondo l’antica tradizione le sue donne che vengono, successivamente, tradotte in bronzi, sviluppando le forme anche a misura naturale, anzi questa sarà la tridimensionalità da lui prediletta. Certo è che la perfezione delle sue figure rimanda con decisione all’ultimo Canova, così come il tratto sottolinea una simultaneità di antico sapore.
Dall’inizio degli anni Settanta, partecipa a mostre collettive dove la sua scultura si contraddistingue per l’immediato accostamento alla ritrattistica ed al figurativo, genere che ha sempre prediletto ed in cui manifesta scelte decisive e costanti. Alcune esposizioni personali ne faranno risaltare la grande maestria e la ricerca continua della perfezione della linea. La ricerca convinta dei soggetti attirano l’attenzione della critica che nei suoi confronti è sempre stata positiva. Nel 1983 Guido Perocco lo segnala per il Catalogo della Scultura Italiana che la casa editrice Giorgio Mondadori & Associati intendeva editare, viene così inserito nel mitico Bolaffi Arte per il giudizio determinato e lusinghiero, sottolineato dal consenso generale dei critici che si sono interessati alla sua scultura. Negli anni Novanta del Secolo scorso è invitato a produrre il “testimone” che viene consegnato in occasione del Premio dedicato alla memoria dell’attrice e soprano Toti Dal Monte, vissuta a Pieve di Soligo, riconoscimento destinato a personalità del cinema, dello spettacolo e del giornalismo. Per circa dieci anni le sue sculture in bronzo, le sue “Ninfe”, saranno donate tra gli altri ad Alberto Sordi, Marcello Mastroianni, Ermanno Olmi, Carla Fracci, Maurice Bèjart e a Indro Montanelli e a tutte le personalità che saranno invitate, di volta in volta, alla cerimonia
DeMarchi ha sempre amato molto viaggiare e per alcuni periodi, si è soffermato nei paesi dell’America Centrale, dove lo affascinava la purezza dei luoghi e la genuinità delle persone che gli rimembravano un antico passato, ormai lontano dalla sua terra natale. Dalle Americhe è ritornato in Europa ed è stata la volta della Spagna, della Francia e dei Paesi Bassi, dove l’artista ha avuto l’opportunità di esporre le sue opere ricevendone consensi pubblici e ricavandone nuovi stimoli e spunti per il suo lavoro che non ha mai abbandonato, nonostante gli spostamenti. Ha avuto modo, così, di frequentare Musei, grandi Collezioni pubbliche e private e di confrontarsi con altri artisti, come Rodin, di cui ha sempre ammirato soprattutto la grande versatilità ed apprezzato il suo “non finito”. Comunque gli interessano soprattutto i grandi maestri del secondo Ottocento e de Secolo successivo. Si è soffermato a lungo, per esempio sulla Ballerina di Edgar Degas (Sao Paolo). Nella sua produzione le figure portano nomi che rimandano ad etimologie espresse da significati profondi; alcune volte si è confrontato col mito: ma Icaro e Apollo e Dafne saranno, sempre, interpretati con uno stretto legame alla modernità. Non ha mai esitato anche nella produzione della ritrattistica che ha sempre avuto, per lui, una pura valenza privata. In questo si ispirava alla tradizione antica. I volti sono sempre fissi e denotano attenzione verso la fisiognomia, con alcune accentuazioni interpretative dell’espressività. Con questo bagaglio DeMarchi ha affrontato quarant’anni di attività in cui ha sempre voluto sottolineare che l’unica scuola, quella vera e la migliore, è costituita dalla propria passione. Con questo sentimento lo scultore prosegue imperterrito a lavorare in maniera continuativa e con un profondo metodo che non lo distrae minimamente dalle frenesie della contemporaneità. Per lui l’arte è l’espressione più intensa dell’eternità.