Utopia

Informazioni Evento

Luogo
INTERNO 14 NEXT
Piazza Galeria 14 b, Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
25/05/2017

ore 18,30

Generi
arte contemporanea, collettiva

Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta la collettiva “Utopia”.

Comunicato stampa

Il giorno 25 maggio 2017 alle ore 18.30 Interno 14_lo spazio dell’AIAC – Associazione Italiana di Architettura e Critica presenta la collettiva “Utopia”: in mostra le opere di Mauro Brinciotti, Laura De Martino e Simona Morgantini, con una presentazione di Roberta Melasecca.

Tre artisti, dalle ricerche molto diverse, si incontrano per provare ad interpretare la realtà ed immaginare mondi nuovi, superando i limiti e gli schemi e penetrando nelle profondità delle loro intime visioni.

Le Città Zoomorfe di Mauro Brinciotti possiedono ancora la memoria delle rappresentazioni storiche, ma risultano slegate dalle leggi geometriche: lo spazio urbano, perse le relazioni con gli edifici e il territorio, può trasformarsi in visione, sogno, in utopie visibili o invisibili, possibili e impossibili, inesauribili nelle loro variazioni.

Gli esseri che nascono dagli Innesti di Laura De Martino sono Umanoidi bizzarri, che guizzano fuori da schizzi, acquerelli, pitture ed evocano mondi altri. Si rincorrono, si scontrano e si incastrano. Si fondono e si trasformano in ingranaggi che il colore definisce o sfuma in identità non precisate.

Simona Morgantini costruisce un “non luogo”: svela archetipi e simboli, elementi mitologici ed epici; disegna una dimensione in equilibrio tra conscio ed inconscio, immersa in una spiritualità che si concretizza in forme, colori, trasparenze e luminosità, profondità energiche e vitali.

Cosi nelle stanze di Interno 14 la mente può desiderare, progettare e realizzare mondi diversi, forse migliori, in un momento di astrazione dalla realtà, per resistere, persistere, sopravvivere.

Città Zoomorfe Mauro Brinciotti
“Pensare la città affrancata dall’obbligo della forma che segue la funzione, dalle costrizioni imposte dal territorio che l’accoglie e dalle leggi della fisica che lo governano, significa immaginare la complessità di uno spazio urbano, inventarlo ex novo, fondarlo idealmente e raccontarlo attraverso l’immagine, come in un sogno delirante ispirato dalla segreta volontà di calarsi nell’utopia e arrendersi ad essa. La dimensione che Mauro Brinciotti ha scelto, perché queste trame architettoniche fantastiche possano manifestarsi allo sguardo, è quella fisicamente finita e simbolicamente illimitata di un foglio di carta su cui si affollano i suoi segni tracciati a china. (...) Il suo è, pertanto, un qualcosa di molto prossimo a certo visionarismo metropolitano capace di restituire ambientazioni impossibili che, necessariamente, ignorano, sovvertono e, più spesso, scardinano le regole dell’architettura dalle loro stesse fondamenta. (...)” (Andrea Romoli Barberini)

Innesti Laura De Martino – testo critico di Claudia Pecoraro
“In agraria, spiega il vocabolario Treccani, l’innesto è «l’operazione con cui si fa concrescere sopra una pianta una parte di un altro vegetale della stessa specie o di specie differenti, al fine di formare un nuovo individuo più pregiato o più produttivo o più giovane». Qui sono esseri bizzarri a concrescere l’uno sull’altro, l’uno nell’altro. Umanoidi che riassumono in sé persone e cose, che si riconoscono perché sono della medesima specie. Si arricchiscono nel loro patto di solidarietà, con una leggerezza a tratti svagata che allevia la loro marcia impaurita. Laura De Martino li dichiara disarmonici i suoi innesti, ma sono proprio le allegre stonature ad avviare la danza. Schizzi, disegni, pitture, hanno pervaso con il tratto leggero dell'acquerello le pagine minute dei suoi taccuini infaticabilmente, per tutta la sua vita adulta. (...) Usa l’occhio contro l’ovvio Laura, trova spiragli di senso nell’illogico comune, accende il colore nell’opacità, trasforma l’incidente in guizzo, i parossismi in vezzi da esibire. (...)” (Claudia Pecoraro)

Utopia Simona Morgantini
“Esistono due interpretazioni del termine “utopia”: la prima, la più usata nel linguaggio comune, che indica un’aspirazione ideale che non può avere una realizzazione pratica, il velleitarismo, e la seconda, che, come voleva Thomas More, indica il progetto di una società migliore, proiettata in una dimensione spazio-temporale indefinita, in cui gli uomini convivano felicemente in un’equa ripartizione dei beni materiali (l’utopia marxista e l’utopia rinascimentale). In questo secondo specifico senso l’arte è sempre “utopia” (utopia: da οὐ= non e τόπος= luogo) perché crea un altro mondo, un’altra dimensione che non c’è, un “non luogo” che non esiste se non nella mente dell’artista, un “non luogo” ideale che vuole condividere con gli altri. E proprio quest’ultimo è il senso della parola “utopia” che sta dietro al mio lavoro presentato a Interno 14: un “non luogo” in cui si muovono simboli e archetipi (il mandala di derivazione junghiana), elementi mitologici ed epici rivisitati originalmente in un sincretismo che aspira a rintracciare le tracce del sacro e della spiritualità lungo la storia e le interconnessioni fra scienza antica (yoga) e scienza contemporanea (fisica quantica) (...)” (Simona Morgantini)

Mauro Brinciotti nasce a Roma nel 1953 e qui vive e lavora insegnando per oltre trent’anni ai licei artistici il disegno dell’architettura. Partecipa a molti progetti e concorsi internazionali ma la sua predilezione per il disegno lo lega sempre di più all’insegnamento che lo coinvolge ormai integralmente. La sua passione si esprime da qualche anno attraverso i suoi disegni di città fantasiose tutti realizzati a china con stesure di colore con pennarelli su supporto di carta. Nel 2012 per la prima volta espone i suoi disegni presso il bistrot art & gallery Zen.0 di Roma che li accoglierà anche nel 2013 per una seconda mostra personale con grande successo di pubblico. Nello stesso 2013 presenta le sue opere presso la galleria Mila di Roma. Nel 2015 nel Castello di Maccarese (Fiumicino) è allestita una sua personale.

Laura De Martino. Ho cominciato a disegnare perché erano avanzati ritagli orizzontali di cartoncino pregiato. In omaggio a quei pezzi di carta ho fatto attenzione al dipanarsi delle cose. I particolari costruivano un flusso, il flusso degli eventi e delle percezioni intime. Avevo venticinque anni, ero disorientata. Avevo bisogno di veder fluire la corrente della vita e al tempo stesso di radicarmi. Ho cominciato a usare anche formati verticali, e poi tutti i formati. In piccolo però, per non correre il rischio di radicarmi troppo. Disegnare e dipingere su carta mi ha fatto compagnia per quarant’anni, ho capito che le cose potevano darmi tepore, i luoghi potevano essere la mia casa. Potevo convocare fantasmi e ricordi. Potevo, mettendo a fuoco quei frammenti di memoria, costruire il mio sguardo. (Laura De Martino)

Simona Morgantini nasce a Livorno e si laurea in lettere con lode (indirizzo storico artistico). Studia teatro e scrive come critico su riviste specializzate di cinema e teatro (Hystrio, Close Up); parallelamente avvia Il suo percorso artistico traendo ispirazione dalla filosofia olistica yoga, la cultura contemporanea che si basa sull’idea di un equilibrio dialettico fra corpo e mente, razionale e irrazionale, microcosmo a macrocosmo, scienza e arte, progresso tecnologico e spiritualità. Focalizza la sua ricerca sul “mandala” in senso simbolico junghiano. Vive e lavora a Roma; fra le personali: E’ la luna non il sole, Il male è assenza di gioia Bibliothé Contemporary Art, Om Surya Om Palazzo Medici Clarelli, Ritratti Sala Espositiva Bocca della Verità, Congresso Internazionale Yoga Auditorium Leone Magno, Mandala del sorriso irradiante Opera Unica. Tra le collettive: La vita e la sua origine (Promodoteca del Campidoglio di Roma), L’artista come Rishi (Museo d’arte Orientale Giuseppe Tucci), I Rishi (Villa Piccolomini), Ginnosofisti al Bibliothe Contemporary Art, Sinthomo Mondrian Suite (Centri Culturali del Comune di Roma), Rebirth Day (MAAM Museo dell’altro e dell’altrove – Fondazione Pistoletto), Portafortuna Spazio Y Roma, Insieme collettiva MAAM presso Fondazione Pistoletto – Biella, Utopia Interno 14 Roma.