UP – Unità Produttiva
Si chiama “UP”, acronimo di Unità Produttiva, è una realizzazione del Museo della Ceramica di Mondovì, e si propone di portare il “fare ceramica” all’interno della stessa sede museale.
Comunicato stampa
Si chiama “UP”, acronimo di Unità Produttiva, è una realizzazione del Museo della Ceramica di Mondovì, verrà inaugurata venerdì 27 giugno 2014 alle ore 11 e si propone di portare il “fare ceramica” all’interno della stessa sede museale.
“UP” idealmente “chiude il cerchio” di un lungo percorso che prende avvio all’inizio dell’Ottocento con le prime manifatture del distretto ceramico monregalese esportate dalle terre liguri, vede a fine Novecento, dopo più di un secolo e mezzo di fiorente produzione industriale, la chiusura delle ultime fabbriche, passa attraverso il collezionismo di Carlo Baggioli e di Marco Levi, donatore delle collezioni Levi-Baggioli e ideatore-fondatore del Museo, nato per conservare la memoria storica di quell’affascinante avventura industriale. Ebbene, con “UP” il Museo non è più soltanto luogo della memoria storica, ma diviene dimostrazione concreta del potere generativo della cultura. Con “UP” la “fabbrica” ritorna e entra concretamente nel Museo contribuendo al rilancio e alla rivisitazione della tradizionale produzione del distretto monregalese e si propone nello stesso tempo come sede di sperimentazione e di confronto per artisti e designer contemporanei.
L’unità produttiva, attrezzata per realizzare tutte le fasi del ciclo produttivo, dalla foggiatura alla decorazione del biscotto alla cottura nel forno elettrico, rientra nel più ampio Progetto “La terra di mezzo. La via della ceramica tra Liguria e Piemonte”, promosso dalla Fondazione Museo della Ceramica, con la partecipazione dei Comuni di Savona, Mondovì, Albissola Marina e Albisola Superiore. Il Progetto è risultato tra i vincitori di un bando della Compagnia di San Paolo per la valorizzazione e la sinergia tra risorse culturali del Piemonte e della Liguria, con un sostegno di euro 250.000.
All’inaugurazione, dedicata alle Autorità e alla stampa, interverranno gli Assessori alla Cultura dei Comuni che partecipano al progetto “La terra di mezzo”, i rappresentanti di Regione e Provincia, il Sindaco di Mondovì Stefano Viglione, il Presidente della Compagnia di San Paolo Luca Remmert, la Fondazione della Cassa di Risparmio di Cuneo, nonché esponenti di istituzioni, enti e associazioni a livello provinciale e locale. Riceveranno gli ospiti Guido Neppi Modona, Presidente della Fondazione Museo della Ceramica, e Christiana Fissore, Direttrice del Museo. Dopo il saluto delle autorità e il taglio del nastro gli ospiti visiteranno l’unità produttiva, ove assisteranno all’estrazione dal forno del logo in ceramica del Progetto “La terra di mezzo”.
Domenica 29 giugno, con orario continuato dalle ore 10 alle 19, è prevista una giornata di accesso straordinario al Museo: il pubblico potrà visitare gratuitamente l’Unità Produttiva in funzione scoprendo dal vivo il fascino del “fare ceramica”, e potrà accedere alla collezione permanente con biglietto ridotto (4 euro).
Museo della Ceramica di Mondovì
Il Museo, ospitato nel settecentesco Palazzo Fauzone di Germagnano, prestigiosa residenza nobiliare situata nel cuore di Mondovì Piazza, espone oltre seicento ceramiche, memoria del distretto industriale monregalese della ceramica, la cui avventura inizia in età napoleonica e si esaurisce alla fine degli anni Settanta del Novecento.
La produzione della terraglia (un genere di ceramica a corpo bianco, d'impasto fine), materiale innovativo della rivoluzione industriale usato per stoviglie a costi contenuti, segna nell'Ottocento e nel Novecento la cultura e l'economia locali, connotandosi attraverso simboli visivi inconfondibili tra cui il galletto dalla coda variopinta e vivaci decorazioni a spugna intagliata.
Le ceramiche, testimonianza di questa vicenda artigianale, industriale e artistica, provengono, in larga parte, dalla collezione di Marco Levi (1910-2001), ideatore e fondatore del Museo, imprenditore della ceramica, collezionista entusiasta e instancabile, ultimo esponente della plurisecolare comunità israelitica di Mondovì, proprietario e direttore di una delle più importanti industrie monregalesi del Novecento: la Ceramica Besio. A questa si aggiunge la ricca collezione di Carlo Baggioli, da Levi acquistata sul finire del Novecento e donata al Museo.
Visitare il Museo significa ripercorrere le tecniche produttive e i filoni decorativi che si sono succeduti nel corso di quasi due secoli, anche attraverso l’ausilio di due installazioni multimediali, ideate dal collettivo di Studio Azzurro, che consentono l’interazione del pubblico con le fasi della produzione e le varie forme e decori della tradizione ceramica monregalese.
La prima installazione introduce il visitatore alle diverse fasi di lavorazione della terraglia, in un’atmosfera che evoca l’interno di una fabbrica. Seguono le sale dedicate alla storia del distretto ceramico, alle ceramiche romane, medioevali e post-medioevali, alle tracce della primissima produzione secondo i modelli “creamware” dell'inglese Wedgwood, una ceramica caratterizzata dal particolare colore crema.
La visita si snoda poi attraverso le tecniche della foggiatura e della decorazione caratteristiche della ceramica locale: pittura a pennello, tamponatura "a velo" o "a merletto", transfer print, foggiatura con parti a rilievo, decorazione a stampino, mascherina e aerografo.
Il secondo piano è dedicato alla storia del distretto monregalese. La sala multimediale che fa da centro ideale all'esposizione testimonia il successo della terraglia locale, capace di creare servizi da tavola secondo gusti legati ai diversi contesti sociali o geografici. Qui il visitatore, scegliendo e appoggiando un manufatto ceramico su una mensa virtuale, dà vita ad otto tavole che si apparecchiano da sé, con gesti densi di poesia, semplici e quotidiani. Al Novecento sono dedicate le ultime due sale con riferimenti alle diverse fabbriche e all’influenza delle correnti artistiche europee della prima metà del secolo: Liberty, Art Déco, Futurismo e design industriale.
Nelle sale del Museo, promosso e gestito dalla Fondazione Museo della Ceramica Vecchia Mondovì e sostenuto dal Comune di Mondovì, rivive la storia di un’intensa attività che ha lasciato tracce profonde nel territorio e nella memoria collettiva, ben oltre i confini locali.
A partire da giugno 2014 la visita al Museo si arricchisce di una tappa importante: all’interno del percorso museale il pubblico può infatti visitare "UP", l'unità produttiva attrezzata per realizzare tutte le fasi della lavorazione, che si propone come sede ideale per rilanciare e rivisitare la storica produzione del distretto monregalese e come luogo di sperimentazione e di confronto aperto ad artisti e designer contemporanei cultori dell’arte ceramica.