Turing a staged case history multimedia action

Informazioni Evento

Luogo
PICCOLO TEATRO STUDIO
Via Rovello, 2 20121 , Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
20/11/2012
Contatti
Email: paola@casiumani.it
Generi
performance - happening, teatro
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TURING a staged case history porta in scena il pensiero e il lavoro di Alan Turing. Gli scritti scientifici del matematico e i suoi algoritmi, i documenti dell’epoca, le testimonianze, interpretati e rappresentati dall’attore in scena, generano un flusso di dati rielaborati in tempo reale da performer. Grazie a software appositamente sviluppati, musica e immagine diventano protagonisti del processo drammaturgico che genera l’azione multimediale finale.

Comunicato stampa

“I believe that at the end of the century the use of
words and general educated opinion will have
altered so much that one will be able to speak of
machines thinking without expecting to be
contradicted”.
Alan Turing

TURING a staged case history porta in scena il pensiero e il lavoro di Alan Turing. Gli scritti scientifici del matematico e i suoi algoritmi, i documenti dell’epoca, le testimonianze, interpretati e rappresentati dall’attore in scena, generano un flusso di dati rielaborati in tempo reale da performer. Grazie a software appositamente sviluppati, musica e immagine diventano protagonisti del processo drammaturgico che genera l’azione multimediale finale.

Quadri teatrali affrontano le varie tappe del lavoro del matematico: con la definizione della Macchina di Turing, formalizzò le basi del funzionamento logico dei computer, fino ad arrivare a delineare i concetti fondamentali dell’intelligenza artificiale con il Test di Turing. Agente segreto al servizio dell’intelligence britannica, durante la seconda guerra mondiale diede un contributo essenziale per la decodifica di Enigma, la macchina che criptava i messaggi militari tedeschi. Progettò e costruì Delilah, macchina di digitalizzazione e codifica della voce e impostò i piani di lavoro del primo computer inglese l’Automatic Computing Engine. Individuò inoltre le equazioni che descrivono la formazione dei pattern alla base del processo biologico della morfogenesi. Dedicò la maggior parte della sua vita allo studio delle modalità del pensiero e del ragionamento con l’intento di costruire una macchina in grado di imitare un cervello umano.

Ognuno di questi quadri è la rappresentazione sonora, visiva ed emozionale di un momento della vita di Alan Turing. Live electronics e live video interagiscono con la mente e il corpo dell’attore. Il ritmo del cuore e del respiro, captati attraverso sensori, sono usati per generare la scansione ritmica del divenire drammaturgico in una interazione costante di processi rielaborativi di cervello umano e cervello elettronico.

Turing scrisse: “Il pensiero matematico può essere considerato schematicamente come la combinazione di due abilità: intuizione e inventiva”.
Intuizione e inventiva, insieme al rigore scientifico gli permisero di individuare ordine e strutture nascoste nei problemi più complessi. Su questo si sviluppa lo spettacolo che vuole rendere merito ad Alan Turing, figura chiave nell’evoluzione delle odierne scienze dell’informazione, rappresentando artisticamente i momenti della sua vita, ricostruiti a partire da ricerche d’archivio e sulle fonti documentarie storiche declassificate ad oggi, ma anche attraverso interviste condotte sul campo, in Inghilterra e in Italia, per ricostruire una storia dal finale ancora aperto che poco si adatta a leggende e libere interpretazioni che ruotano attorno alla misteriosa morte.

TURING a staged case history è un progetto di ricerca e studio durato tre anni che raggiunge nella rappresentazione teatrale l’espressione della rielaborazione artistica dei percorsi storici di Alan Turing. Un sito web approfondisce il lavoro artistico ideato per la rappresentazione dei documenti scientifici, sarà inoltre contenitore del materiale raccolto nel periodo di ricerca; interviste, documenti e approfondimenti storici e critici raggruppati in un luogo virtuale che sarà ulteriore strumento per chiunque voglia approfondire la storia dell’evoluzione dell’informazione partendo dalla straordinaria figura del matematico britannico.

Milano, Piccolo Teatro Studio EXPO
dal 20 al 25 novembre 2012

TURING a staged case history
multimedia action

progetto e regia Maria Elisabetta Marelli

musiche Sandro Mussida, Pietro Pirelli, Giorgio Sancristoforo, Michele Tadini
direzione implementazione informatico-tecnologica Massimo Marchi
regia del suono Hubert Westkemper
video design e programmazione Stefano Polli
design scenografia video e coordinamento video Claudio Sinatti
costumi Roberto uRban.0 Brancati
laser pendulum Pietro Pirelli, Gianpietro Grossi, Francesco Murano
consulenza scientifica Giulio Giorello

con Alessandro Bruni Ocaña (Alan Turing), Pietro Pirelli (Kronos)
organo Antonio Frigè
live electronics Massimo Marchi (direzione), Francesco Grani, Sandro Mussida, Giorgio Sancristoforo
live video Stefano Polli
e con Niccolò Parodi (un uomo), Laila Fernandez / Federica Gelosa (una donna), allievi attori della Scuola del Piccolo

produzione AGON

in collaborazione con
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Comune di Milano-Assessorato alla Cultura, Moda e Design
Piccolo Teatro di Milano – Teatro d’Europa

progetto inserito nel calendario delle manifestazioni internazionali 2012 The Alan Turing Year – A Centenary Celebration of the Life and Work of Alan Turing

www.turingcasehistory.net on line da novembre 2012

NB. La seguente biografia è tratta da “10 ragioni per ricordare Alan Turing” di Fabio Deotto – pubblicato da Wired online, febbraio 2012

http://daily.wired.it/news/scienza/2012/02/24/turing-centenario-matematica-19040.html

ALAN TURING (1912-1954)
Un genio visionario, un corridore fulmineo, un collaboratore fondamentale per l’intelligence britannica, un precursore dei computer e delle intelligenze artificiali, un omosessuale dichiarato e per questo perseguitato. Alan Mathison Turing era tutto questo e, come spesso accade per le persone di raro acume e bellezza interiore, molto più di questo.
Basta dare uno sguardo agli scritti teorici che Turing ha prodotto sulla morfogenesi, sulle intelligenze artificiali o sulla teoria computazionale per capire quanto avrebbe potuto ancora dare alla scienza se solo la sua vita non si fosse spenta a 42 anni.
A 100 anni dalla sua nascita, avvenuta il 23 giugno 1912, Alan Turing rimane un’equazione irrisolta, che tutte le commemorazioni e le scuse tardive non aiuteranno a chiarire. Vale la pena tuttavia ricordarlo nella sua interezza, per il suo lavoro, per le sue intuizioni, per la sua vita.

Macchina di Turing - Il lascito più noto e importante di Turing. Sostanzialmente, per Macchina di Turing si intende una macchina teorica costituita da un nastro di dati infinito riscrivibile e un meccanismo che può leggere il nastro, scrivere/cancellare il nastro e muoversi avanti e indietro sul nastro. Si tratta in pratica di un modello teorico di macchina in grado di risolvere algoritmi e che è stato fondamentale per lo sviluppo dell’algoritmica come la conosciamo oggi. La Macchina di Turing è un concetto fondamentale per chiunque si occupi di Teoria della Computazione.

Il metodo di Turing e la crittoanalisi - Quando nel ’39 l’inghilterra entrò in Guerra, Turing venne chiamato a far parte di un gruppo di crittoanalisti, nella cosiddetta Stazione X, a Bletchley Park, con i quali lavorò alla decrittazione dei messaggi codificati con la macchina nazista Enigma. Il metodo di Turing permise agli inglesi di decifrare i messaggi dei nazisti a partire da errori crittografici. Quando, ad esempio, due messaggi venivano prodotti per sbaglio usando la stessa chiave di codifica, il metodo di Turing permetteva di risalire al codice di codifica, all’impostazione delle camme sulla macchina per cifrare, e in definitiva, al contenuto del messaggio.
Tra i vari meriti (poco riconosciuti, poiché in gran parte coperti da segreto militare all’epoca) ricordiamo i successi ottenuti nella decodifica dei messaggi navali e la creazione di un sistema (Delilah) per codificare messaggi vocali.

ACE - Tra la fine della seconda guerra mondiale e il marzo del 1946, Alan Turing lavorò presso il Laboratorio Nazionale di Fisica (NPL) di Londra, dove sviluppò un progetto chiamato Automatic Computing Engine (ACE). Oltre a essere il primo esempio di computer con programma caricabile esternamente era anche il primo esempio di computer elettronico digitale non ideato per scopi militari. L’ACE sfruttava una memoria a linee di ritardo e quasi 7000 valvole termoioniche. Nonostante l’effettiva qualità del progetto (l’ACE si basava anche su un rudimentale linguaggio di programmazione), i lavori per la realizzazione di questo calcolatore vennero rallentati dai costi eccessivi. Il primo modello funzionante di ACE entrò in attività solo nel 1950, quando Turing ormai aveva abbandonato l’NPL.

Intelligenza artificiale - Oltre a correre, Turing in questo periodo aveva iniziato a occuparsi di neurologia e fisiologia, e aveva cominciato a studiare come riprodurre un’intelligenza artificiale o, come la chiamava lui, una Macchina Intelligente. Ispirandosi alle complicate interconnessioni neuronali, Turing ipotizzò di creare un sistema logico che partisse da un sistema inizialmente disorganizzato che poi si sarebbe fatto evolvere fornendo istruzioni.

Il primo giocatore di scacchi elettronico -
Effettivamente, un programma di intelligenza artificiale Turing lo realizzò. Era il 1948, e dovendo scegliere una funzione tipicamente umana da riprodurre, il 36enne optò per l’amato gioco degli scacchi.

Test di Turing - L’eredità più nota che Turing ha lasciato nel campo delle intelligenze artificiali è sicuramente il Test di Turing. In un articolo pubblicato sulla rivista Mind nel 1950, Turing stabilì un particolare criterio per determinare se un calcolatore o una qualsiasi macchina potesse essere considerata “pensante”. Turing immaginò una situazione in cui un uomo A e una donna B fornissero risposte dattiloscritte a una persona C che si trovava poi a dover stabilire chi dei due fosse uomo o donna. Nell’eventualità in cui una macchina si sostituisse ad A o B, se i verdetti forniti da C fossero statisticamente identici alla situazione precedente, allora la macchina poteva essere considerata pensante. Il Test di Turing è stato più volte criticato e rielaborato, e ancora oggi nessuna macchina ha dimostrato di poterlo superare.

Pattern biologici - Secondo Turing, la morfogenesi biologica poteva essere codificata attraverso equazioni di reazione-diffusione. L’ipotesi di Turing era che i pattern più diffusi in natura (le spirali delle chiocciole, le macchie di leopardo, o i pigmenti della pelle) si formassero con leggi riconducibili alla successione numerica di Fibonacci. Si trattava di speculazioni teoriche, ma in seguito, anni dopo la morte del matematico inglese, si scoprirono corrispondere in gran parte dei casi a realtà.

Un genio corridore - Non solo curava la propria forma fisica, ma si dedicava abitualmente alla corsa sportiva. Nel 1945 venne invitato a far parte del Walton Athletic Club e si distinse in particolare nella maratona. Quando ancora lavorava a Bletchley Park, Turing a volte ci arrivava da Londra correndo (oltre 40 km). Era un corridore eccellente, e tra il 1947 e il 1948 le sue performance raggiunsero livelli quasi olimpici.

La persecuzione del governo britannico - Era il 1952, Turing si rivolse alla polizia per denunciare un amico che aveva ospitato in casa e che l’aveva in seguito derubato. Da questa denuncia, le autorità arrivarono a concludere che Turing intrattenesse abitualmente rapporti omosessuali e lo arrestarono. Davanti al giudice, Turing non fece mistero dei propri gusti sessuali e dichiarò semplicemente che non ci trovava nulla di male. All’epoca l’omosessualità era ancora reato in Gran Bretagna e il matematico, condannato, fu costretto a scegliere tra due opzioni: la prigione o la cura ormonale. Si sottopose alle iniezioni di estrogeni, con conseguenze devastanti nel corpo e nello spirito. Nonostante l’umiliazione e la tortura di Stato, Turing continuò a lavorare nei vari campi in cui si era precedentemente distinto.

L’8 giugno del 1954 fu ritrovato morto avvelenato nella sua stanza, accanto a lui c’era una mela morsicata.