Tree3 Strategy

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA UPP
Giudecca 282 I-30133 Venezia, Venezia, Italia
Date
Dal al

martedì-sabato ore 15-19

Vernissage
25/05/2012

ore 19

Artisti
Paolo Gonzato, Michelangelo Penso, Ludovico Bomben
Curatori
Daniele Capra
Generi
arte contemporanea, collettiva
Loading…

Tree3 Strategy propone una mostra in cui poter negare l’assunto della fissità dell’opera spiegando come essa sia in grado di adeguarsi ed occupare la galleria con metodi simili a quelli adoperati dalle piante e dagli alberi, che si sviluppano, crescono e si impossessano dello spazio mutandosi e talvolta con il vigore necessario per mutare lo stesso contesto (come capita ad esempio agli alberi che deformano il terreno).

Comunicato stampa

galleria upp è lieta di presentare Tree3 Strategy - collettiva con lavori di Ludovico Bomben, Paolo Gonzato e Michelangelo Penso - che propone una riflessione sulle dinamiche di impossessamento dello spazio da parte dell’opera d’arte, capace di adattarsi e di mutare similmente alle piante al variare delle condizioni ambientali.
Quali sono le strategie spaziali che spingono gli artisti a scegliere di realizzare un’opera dalle ridotte dimensioni o al contrario dall’ampia volumetria? In base a quali criteri un’opera mette in atto una concentrazione spaziale, uno sviluppo su di un piano o stimola invece nell’osservatore un approccio emotivo/percettivo che esclude, o fa passare in secondo piano, la dimensionalità del manufatto?
Come scrive Brian O’Doherty nel suo celebre saggio Inside the White Cube, le gallerie hanno adottato il modello della “scatola bianca” sin dagli anni Sessanta, mettendo in unarelazione di forte interdipendenza il contesto ed il contenuto. È venuto infatti a svilupparsi un approccio in qualche modo ideologico dal quale deriva la considerazione che l’opera sia come un fiore delicato che necessita di un atmosfera controllata. Il candore del white cube implica cioè, in qualche modo, che l’opera sia un campo finito di relazioni – presenti dal momento della sua realizzazione e quindi precedenti la sua collocazione in qualsiasi luogo – che potrebbero andare perse nel caso in cui il contesto non rispettasse i vincoli desiderati: dell’opera andrebbe cioè evitata la contaminazione, l’evento nefasto in cui le parole che essa dice, o cerca di declamare, non siano accolte dal più rigoroso silenzio. Tale approccio limita uno degli aspetti fondamentali dell’opera: la sua reattività e la sua capacità di adattarsi allo spazio, di occuparlo con modalità di volta in volta diverse in base al mutare delle necessità.
Tree3 Strategy propone invece una mostra in cui poter negare l’assunto della fissità dell’opera spiegando come essa sia in grado di adeguarsi ed occupare la galleria con metodi simili a quelli adoperati dalle piante e dagli alberi, che si sviluppano, crescono e si impossessano dello spazio mutandosi e talvolta con il vigore necessario per mutare lo stesso contesto (come capita ad esempio agli alberi che deformano il terreno). Se così Ludovico Bomben occupa il muro più lungo della galleria con un modalità che è propria delle piante rampicanti, Paolo Gonzato sceglie invece la trasversalità di un tronco caduto su cui rinasce la vegetazione, mentre Michelangelo Penso ricostruisce un’enorme e tesa volumetria, quasi una pianta tropicale che prepotentemente sboccia dal soffitto.
Al paradigma che presupponeva, nelle sue intenzioni, una neutralità asettica tra spazio ed opera, in Tree3 Strategy viene contrapposto così un modello interpretativo in cui l’opera vive grazie alla sua forza e alla sua spontanea reattività vegetale.