Traiettorie

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA ARTE CONTEMPORANEA IL VICOLO
Via Chiaramonti 6, Cesena, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al sabato 9.30-12.30 e 15.30-19.30, chiuso il giovedi

Vernissage
24/01/2014

ore 17,30

Biglietti

ingresso libero

Curatori
Marisa Zattini, Augusto Pompili
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra collettiva

Comunicato stampa

Venerdì 24 gennaio 2014, alle ore 17,30 presso IL VICOLO Galleria Arte Contemporanea, verrà inaugurata la mostra dal titolo TRAIETTORIE e, a seguire, quella presso IL VICOLO Interior Design, entrambe curate entrambe dagli architetti Augusto Pompili e Marisa Zattini.

La “doppia personale” TRAIETTORIE - “Sotto il segno di...”, in Via Chiaramonti, presenta le opere dell’artista/scultore BRUNO CECCOBELLI (Montecastello, 1952) e quelle della pittrice/mosaicista/ceramista PATRIZIA TADDEI (Montescudo, 1948). Questa mostra mette idealmente in relazione il simbolismo di alcuni segni zodiacali, opere in bronzo di BRUNO CECCOBELLI - che interpretano i segni del Leone, Capricorno, Ariete, Toro, Gemelli - con dodici ritratti di PATRIZIA TADDEI.

Nelle opere dei due artisti, in un intreccio simbolico fantastico, si insinua e si sviluppa magicamente un dialogo fra l’uomo e le costellazioni del cielo, per differenti traiettorie. A introdurre gli artisti e il tema prescelto per l’occasione, l’architetto Marisa Zattini mentre sarà Andrea Vitali, Presidente dell’Associazione LE TAROT (Faenza), a presentare l’ospite di “Arcana Mundi”, l’avvocato scrittore GERARDO LONARDONI esperto in esoterismo, che parlerà dell’Astrologia nelle sue specificità di scienza iniziatica. «Il lavoro di Ceccobelli, per quanto solleciti richiami multipli e del resto dichiarati, ha assunto sempre più una dimensione sua propria. Boatto suggeriva che per l’artista umbro si potesse pensare ad un “fondo primitivo, barbarico di un continente che non è mai stato greco-romano e che non diverrà mai veramente cristiano, seppure conosca già il messaggio del Vangelo”. Quanto riaffiora di “barbarico” in Ceccobelli, è tuttavia come restituito dopo laboriosi passaggi. I particolari anatomici e gli oggetti che ricompongono in certe sue sculture, come ad esempio nei segni zodiacali, sono ben diversamente intenzionati. Come se in queste opere plastiche fosse portato a compimento il lavorìo materiale e insieme mentale di un processo di figurazione che non è altro che una continua reinvenzione simbolica» (C. Spadoni, dal testo in catalogo BRUNO CECCOBELLI - ROCCHE & SCULTORI CONTEMPORANEI, Mitografie dell’anima, 2003, a cura di M. Zattini).

In questi recenti lavori, Patrizia Taddei approfondisce la ricerca dell’Io attraverso una singolare analisi polimaterica che mette insieme pittura e ceramica. «Guardo le persone che incontro cercando di cogliere il moto velato dell’anima» (P. Taddei). I suoi coloratissimi volti esprimono una forte vitalità e sembrano farsi porosi alla gioia di vivere. Le raffinate cornici ceramiche ovali - tutte rigorosamente nere - che racchiudono questi ritratti sono talvolta incise con raffinati grafismi orfici.

La mostra allestita nelle sale de IL VICOLO Interior Design, accoglie le opere - sempre nel tema di Traiettorie - di cinque artisti: PAOLA BABINI (Ravenna, 1962), VINCENZO BALDINI (Forlì, 1962), ALESSANDRO LA MOTTA (Rimini, 1966), ALDO RONTINI (Brisighella, 1948), SILVANO TONTINI (Bengasi, 1940). Paola Babini riprende l’iconografia alchemica della figura femminile iscritta nella mandorla dell’aura, in un monocromo seppiato, incoronandola nel fluire di simbologie zodiacali; Vincenzo Baldini ridisegna “traiettorie” emotive, dense di compassione, fra i volti rivisitati degli ospiti del Manicomio di San Servolo e le “corrispondenze negate” dei pazzi del Manicomio di Volterra; di Alessandro La Motta sono proposte alcune opere da Viaggio alessandrino, opere nostalgiche che risvegliano memoria e la tradizione nelle geografie perdute del tempo; Aldo Rontini si fa testimone nei volti medusei di terracotta e nelle volute dei segni carnosi delle chiome che invadono lo spazio circostante; Silvano Tontini con l’opera Transito interstellare, rimarca il segno privilegiato di dodici “asteroidi”, disposti in circolo, «non raggiunti dai nostri diluvi e forata dalle costellazioni dello zodiaco. Una parte che ci turba e che ci ignora. L’“immenso” ungarettiano, che resta tale anche se l’umanità scompare domani», come scrive l’artista.