Toglietevi le scarpe va in scena la morte

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO DIOCESANO
Piazza De Vio 7, Gaeta, Italia
Date
Dal al

Dal 1 al 7 aprile
Tutti i giorni dalle 17.00 alle 20.00
Dall’ 8 al 28 aprile
Venerdì, sabato e domenica dalle 16.00 alle 19.00

Vernissage
02/04/2013

no. apertura ore 17

Uffici stampa
SPAINI & PARTNERS
Generi
fotografia, collettiva
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Nell’anonimato di tanti lutti collettivi, si va alla ricerca di quel “riconoscimento della morte” che, talvolta, la coscienza moderna rifiuta di idealizzare e trascendere.

Comunicato stampa

Dall’1 al 28 aprile 2013 si terrà, al Museo Diocesano di Gaeta, “Toglietevi le scarpe va in scena la morte”, mostra fotografica di Angela Maria Antuono, Pasquale Palmieri, Nicoletta Prandi. L’esposizione si inserisce tra le iniziative delle settimana di promozione culturale ”Vivi l’arte a Gaeta”, in programma dal 1 al 7 aprile.

Che cosa resta dei defunti? Dopo l’iniziale dinamismo del pianto e del cordoglio pare che il loro rapporto con i vivi si spezzi, per lasciar posto a un dolore anestetizzato.
La morte, invece, secondo gli autori della mostra, si taccheggia, s’insegue, si tocca, si guarda, ci si cammina sopra, perché, alla fine, è la vita stessa a esserne fondale.

Questo raccontano i grandi volti di pietra di Pasquale Palmieri, le cataste di teschi di Nicoletta Prandi, la poesia che trabocca dalle storie di Angela Maria Antuono, dove fantasma è già chi porta fiori. Un allestimento insolito, per un’esposizione fotografica che pone domande pesanti e di sensibilità inquieta. Le immagini, grandi o piccole che siano, diventano veri e propri interrogativi sensoriali, simili a pianti rituali. Da qui l’invito ai visitatori di togliere le scarpe in un percorso non solo di rispetto, ma di reale coinvolgimento emotivo.

Nell’anonimato di tanti lutti collettivi, si va alla ricerca di quel “riconoscimento della morte” che, talvolta, la coscienza moderna rifiuta di idealizzare e trascendere. Il sentimento doloroso relegato dal controllo sociale dentro ambigui recinti, potrà invece serpeggiare libero tra le immagini. Oppure no. Ombre e fantasmi ci accompagnano tenendoci per mano, e non chiedono nulla.