The Tools’ Dance – Collective Performance

Informazioni Evento

Luogo
CAREOF
Fabbrica del Vapore, via Procaccini 4 20154 , Milano, Italia
Date
Il
Vernissage
11/07/2017

ore 20.30

Generi
performance - happening
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The Tools’ Dance – Collective Performance  è un progetto partecipato, che indaga attraverso il gesto agricolo, dal punto di vista storico e antropologico, il rapporto fra tecnologia e schiavitù, come tentativo di liberazione dalla fatica del lavoro.

Comunicato stampa

Careof presenta


The Tools’ Dance – Collective Performance



un progetto di Nico Angiuli

a cura di Martina Angelotti

11 Luglio 2017, ore 20.30
Cattedrale, Fabbrica del Vapore, Milano





The Tools’ Dance – Collective Performance  è un progetto partecipato, che indaga attraverso il gesto agricolo, dal punto di vista storico e antropologico, il rapporto fra tecnologia e schiavitù, come tentativo di liberazione dalla fatica del lavoro.
Il prossimo 11 luglio 2017 sulla stessa scena interagiscono danzatori, contadini migranti, comparse e macchine, con l’obiettivo di rendere visibile questa riflessione, che da svariati anni l’artista porta avanti, dandogli diverse forme e traiettorie.


The Tools’ Dance nasce infatti come un progetto di ricerca, volto alla costituzione di un video archivio di gesti agricoli che indaga l’automazione del lavoro nell’agricoltura. Il lavoro, iniziato nel 2011, ha coinvolto in laboratori temporanei comunitˆà di migranti e di agricoltori locali, produttori di macchinari agricoli, coltivatori, danzatori, coreografi, docenti, sindacalisti e studiosi, nella costruzione di una mappa gestuale legata a coltivazioni di materie prime di provenienza extra europea in Occidente.


Il gesto legato alla ritualitˆà della coltivazione nei campi, rappresenta un forte modello di cultura sociale. Abbandonare la zappa per guidare il trattore non implica solo una modifica della postura del corpo umano; la macchina, nel suo significato innovativo e positivista, attiva cambiamenti morfologici del territorio che influenzano nuove dinamiche sociali.
Sulla base di queste riflessioni nasce The Tools’ Dance - Collective Performance, un ulteriore sviluppo del lavoro, nato anche a seguito di un laboratorio complesso che si  svolto a Careof nei mesi di maggio e giugno e che ha coinvolto svariati soggetti della comunitˆà di migranti di Milano, oggi attori principali di questa messa in scena. 

Grazie alla mediazione della Cooperativa Accesso e di ASSPI e grazie alla collaborazione di ASGI si è attivato un gruppo di lavoro con persone provenienti da svariati paesi dell’Africa, ciascuna legata per ragioni biografiche o culturali, alla pratica agricola come lavoro e simbolo di cultura sociale. Assieme a loro, lo studio dei gesti e la condivisione delle esperienze dei lavoratori, ha portato a delineare differenti tematiche: la meccanizzazione del corpo e la perdita della memoria gestuale; il ruolo dei migranti nella societàˆ del lavoro; il lavoro come strumento di propaganda; l’uomo attrezzo; il rapporto tra schiavitù tecnica e tecnologie. 



The Tools’ Dance - Collective Performance ha visto inoltre il supporto coreografico della compagnia di danza contemporanea Ariella Vidach.

The Tools' Dance Collective Peformance



Performer: OUSMAN JALLOW (Gambia); OMAR JALLOW (Gambia); BEKAI MANNEH (Gambia); SULAIMAN FOFANAH (Sierra Leone); SESAY ABUBAKARR (Sierra Leone); IBRAHIMA DIALLO (Guinea);

Cantanti: AUGUSTIN OGBEBOR (Nigeria); GREAT JOHNSON (Nigeria)

Danzatori: Annalisa Morelli, Viola Gasparotti, Emma Saba, Emanuele Frutti (Scuola Civica Paolo Grassi)

Soundesign: Massimo Carozzi

Coreografia: Ariella Vidach e Nico Angiuli






The Tools’ Dance – Collective Performance 

è realizzato nell’ambito di Migrarti Spettacolo 2017 – Mibact

in collaborazione con: ASGI (Claudia Pretto); 

con la partecipazione di: Cooperativa Accesso (Lucia Zucchella e Sara Palli); ASSPI (Alessio Abrardo e Ivan Colnaghi); Ariella Vidach – AIEP.

NICO ANGIULI (Adelfia, 1981)
Ha studiato Belle Arti a Roma e Bari, laureandosi allo IUAV di Venezia con alcune opere realizzate a partire dai taccuini incompiuti di Pino Pascali. Da anni riflette sul tema del lavoro e le sue implicazioni storico-sociali. Tra le residenze d’artista: Fondazione Bevilacqua La Masa (2011); Centro Negra Spagna (2012); Villa Ruffiex Svizzera (2014); Dena Foundation Parigi (2015); ArtOMI NY (2015); Ha collaborato con collettivi, istituzioni e fondazioni tra cui Vessel, Connecting Cultures, Tirana Art Lab, ViaFarini, Stalker/ON. Firma la regia di Tre Titoli (2016); E per Te Canter˜ò Tutta la Vita (2015); Otnarat – Taranto a Futuro Inverso (2010). Ha esposto sue opere in mostre e istituzioni tra cui II Biennale di Kiev, XVI Quadriennale di Roma, MaRT di Trento e Rovereto, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, Fondazione Pistoletto, MAAM di Roma, IV Biennale di Atene, BOZAR di Bruxelles.