Temporary workers’ landfill
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Temporary workers’ landfill riflette sulla difficoltà di sottrarre la figura dell’artista, e le sue creazioni, alle serrate conseguenze del mercato contemporaneo; allo stesso tempo solleva un dubbio sulla possibilità di uscire indenni da un discorso dialettico tra la produzione artistica e la condizione di estrema instabilità del complesso reticolo produttivo contemporaneo.
Comunicato stampa
Temporary workers' landfill
Testoa cura di Pasquale Nunziata
JUNE 14 - JULY 27
opening 14th June, h 7pm
Temporary workers’ landfill riflette sulla difficoltà di sottrarre la figura dell’artista, e le sue creazioni, alle serrate conseguenze del mercato contemporaneo; allo stesso tempo solleva un dubbio sulla possibilità di uscire indenni da un discorso dialettico tra la produzione artistica e la condizione di estrema instabilità del complesso reticolo produttivo contemporaneo. Le opere in mostra intessono un dialogo ironico e sottile con la complessità degli elementi simbolici che riorganizzano: al centro è il lavoro, la disperata ricerca di un’etica che rifuggendo l’alienazione lo restituisca agli individui; ma anche il crash che risulta dalla rottura di un rapporto materiale con la super classe proprietaria dei mezzi di produzione.
Fabrizio Bellomo, Abbi cura della macchina su cui lavori è il tuo pane, 2012
Documentazione del lavoro è stato realizzato tra il 2011 e il 2012 in occasione del porgetto ArtAround promosso dal Museo di Fotografia Contemporanea e curato da Matteo Balduzzi e Chiara Buzzi.
Fausto Falchi, Sciopero a gatto selvaggio, 2010