Tancredi – Natura e spazio

Informazioni Evento

Luogo
MATTEO LAMPERTICO ARTE ANTICA E MODERNA
Via Montebello 30, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato, ore 10.30/13.30 e 15/19.
Chiuso domenica

Vernissage
28/10/2011

ore 10.30

Contatti
Email: info@matteolampertico.it
Catalogo
Catalogo: con testi di Nino Castagnoli e Francesco Tedeschi
Biglietti

ingresso libero

Editori
SILVANA EDITORIALE
Artisti
Tancredi
Curatori
Nino Castagnoli, Francesco Tedeschi
Uffici stampa
IRMA BIANCHI
Generi
arte contemporanea, personale

A Milano alla galleria Matteo Lampertico uno straordinario nucleo di dipinti di Tancredi per la prima volta esposto in una galleria privata italiana.

Comunicato stampa

La galleria Matteo Lampertico Arte Antica e Moderna apre la stagione autunnale con un’importante mostra monografica dedicata all’opera di Tancredi da titolo Tancredi: natura e spazio. Opere dal 1955 al 1957 a cura di Nino Castagnoli e Francesco Tedeschi.

Dopo l’antologica di Feltre, la galleria presenta - dal 21 ottobre al 23 dicembre - uno straordinario nucleo di una decina di dipinti che coprono un arco temporale tra il 1955 e il 1957, un periodo estremamente fecondo e significativo per questo artista tragicamente scomparso nel 1964.

L’evento prende in considerazione uno dei momenti cruciali dell’attività dell’artista, in cui l’interesse per lo ‘spazio’ - ispirato da Fontana e dal suo “Movimento Spaziale” a cui l’artista aveva aderito nel 1952 – si affianca al profondo interesse per la natura che Tancredi affronta avvalendosi di un linguaggio artistico completamente astratto e sperimentale.

Nel gruppo delle opere esposte spiccano 4 inediti visibili in Italia per la prima volta, oltre a 3 opere che sono state presentate in anteprima a Feltre; si tratta di un nucleo di ben 7 capolavori tra i protagonisti dell’importante esposizione presentata alla Saidenberg Gallery di New York nel marzo 1958: la prima ed unica mostra realizzata da Tancredi negli Stati Uniti, grazie al fondamentale sostegno di Peggy Guggenheim da lui conosciuta agli inizi degli anni Cinquanta a Venezia.

Poche sono le informazioni relative alla mostra di New York – cui seguì la personale alla Hanover Gallery di Londra nell’aprile dello stesso anno - ma molto si è potuto comprendere al ritrovamento di questo nucleo che non è stato menzionato neppure nel catalogo generale dell’artista edito nel 1997 da Dalai Emiliani.

I sette dipinti della personale del 1958 di New York ora esposti alla galleria Lampertico sono quindi presentati per la prima volta al pubblico in una galleria privata italiana.

Di questo nucleo ricordiamo gli inediti in esposizione: un olio del 1956 (Senza Titolo, cm 120x140) ed un olio del 1957 (cm 100x140) a cui si affiancano due pastelli e tempera su carta, di simili dimensioni (ca. cm 73x104 cad.) entrambi del 1955. Fra le opere già esposte a Feltre spiccano Giardini a Venezia, un grande olio su tela di quasi due metri realizzato nel 1957, che nell’antologica appena terminata era collocato accanto al dipinto di analoghe dimensioni di proprietà del Brooklyn Museum, ed altre due tele : Senza Titolo del 1955 (olio su tela, cm 120x120) ed Senza titolo (olio su tela, cm 130x160), privo di data ma riconducibile allo stesso periodo.

Accanto a questo nucleo straordinario, si raccolgono in mostra altre opere di altrettanta forza e qualità espressiva che, nello spirito di un continuo bisogno di sperimentazione e cambiamento, lo accompagnano alla svolta verso l’Informale del 1958.

L’ammirazione della Guggenheim per l’artista lo introdusse nei più importanti ambienti artistici e collezionistici americani ed europei, contribuendo in modo significativo alla diffusione dell’opera e dello stile di Tancredi al di fuori dei confini italiani. Fondamentali furono anche le numerose e mirate donazioni di opere a musei internazionali fatte direttamente dalla collezionista americana.

Il confronto - reso possibile da Peggy Guggenheim - con i maestri a lui contemporanei delle avanguardie e dell’espressionismo astratto americano facilita la creazione di una lunga e fortunata serie di opere. “Tancredi, con la sua pittura – commenta l’americana in un testo critico per una mostra dell’artista a Venezia nel 1953 – crea una nuova filosofia poetica per coloro che non posseggono né telescopi né razzi: quanto fortunati noi che abbiamo tali cristallizzazioni da trasportarci […] verso altri mondi.”