Strati (di terra e di vita)

Informazioni Evento

Luogo
RIFUGI ANTIAEREI
via Roma, 63 , Perosa Argentina , Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

sabato 15.00 - 19.00
domenica e festivi 10.00 - 12.00 / 15.00 - 19.00

Vernissage
23/04/2016

ore 17

Contatti
Email: perosaeventi@gmail.com
Generi
arte contemporanea, collettiva

Mostra d’arte contemporanea nei rifugi antiaerei di Perosa Argentina.

Comunicato stampa

L’iniziativa nasce da Marco Da Rold, che mettendosi in gioco in prima persona, ha coinvolto Davide Binello e Diego Scursatone e altri sette artisti (tra cui Ezio Gribaudo, vincitore della biennale di Venezia 1966 e Ugo Giletta) per un progetto che, proprio nel giorno dell’anniversario della Liberazione d’Italia, vuole essere l’occasione per visitare con uno sguardo nuovo e contemporaneo i rifugi antiaerei costruiti nel ’43 per proteggere la popolazione locale dalle incursioni aeree alleate.

La data del 25 aprile naturalmente non è scelta a caso: nel giorno in cui si festeggia la fine della guerra ma si hanno ancora negli occhi gli orrori e le devastazioni rimaste, si guarda alle nuove battaglie quotidiane: da quelle ambientali causate dall’uomo a quelle personali che ognuno di noi deve combattere con se stesso. Ma la lotta porta in sé la speranza che con lo sforzo di tutti qualcosa può e deve cambiare.

Ecco come Diego Scursatone descrive questo percorso.
Gli artisti coinvolti si confrontano con il tema della cattività e della speranza presentando delle opere site specific nei tunnel dei rifugi antiaerei, scendono nelle viscere della terra tra la ruggine e il cemento nel luogo predisposto per un intero paese di potersi salvarsi durante i bombardamenti alleato del 1944.

Il percorso tematico si snoda intorno al concetto del dentro e del fuori, del prima e del dopo, dei luoghi e delle persone; sculture, fotografia e creazioni pittoriche esorcizzano il distacco dai luoghi e dalle cose materiali, proponendo scenari apocalittici, spunti sull'esistenza del singolo e della comunità, di chi c'era prima e di chi verrà dopo questo evento chiave, tutto questo tessendo un filo di speranza, una luce alla fine del percorso.

I dieci creativi riprendono una suggestione che va da Primo Levi a Christian Boltanski, unendola a una riflessione attuale sulla cronaca, sulla guerra, sull’incapacità di autocritica dell'occidente e sulla forza di una piccola comunità di uomini di resistere a ogni costo: pochi metri di terra hanno diviso un manipolo di coraggiosi dalle bombe e all'arte di riportare quell'impeto a ridare luce a quelle nude pareti umide.