Steve Negrón – Dove il cervo sogna

Informazioni Evento

Luogo
FIUTO ART SPACE
Piazza Matteotti 13, Ripatransone, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
06/12/2025

ore 18

Artisti
Steve Negrón
Curatori
Alex Urso
Generi
arte contemporanea, personale

Ospite della nuova mostra, curata da Alex Urso, è l’artista americano Steve Negrón. Una selezione di dipinti, gran parte dei quali inediti, conducono il pubblico nella ricerca del pittore del New Jersey, contesa tra figurazione classica, ironia ed enigmi dal sapore fiabesco.

Comunicato stampa

In pittura ogni dipinto rappresenta in qualche modo la scenografia di un teatro: un palcoscenico in scala sul quale prendono vita narrazioni immaginarie. Questa similitudine appare ancora più calzante nell'opera di Steve Negrón. Addentrandoci nelle creazioni del pittore americano, infatti, la sensazione è quella di osservare (se non addirittura prendere parte) a sequenze di eventi ambientati all'interno di scene dalla forte anima simbolista.
Donne dalle folte chiome rosse, uomini di aspetto efebico e creature antropomorfe in abito serale, popolano le sue composizioni. Sono personaggi pirandelliani, vicinissimi e allo stesso tempo distanti tra loro. Smarriti nei loro enigmi, assorti in pose che richiamano alla tragedia greca, questi soggetti sembrano persi in vicende private a cui non abbiamo accesso: sentiamo l'inquietudine che li attraversa, l'angoscia che li affligge, senza però comprendere le ragioni di questo tormento – eccessivo al punto da sembrare una farsa. Quello che ci è permesso vedere, invece, è il tempo sospeso prima della caduta: l'attimo che precede il dramma; il momento di massima intensità emotiva che anticipa la chiusura del sipario.

LA PITTURA FIABESCA DI STEVE NEGRÓN
Realizzate principalmente su cartoncino e pannelli di legno, le opere di Steve Negrón evidenziano la spiccata indole narrativa del suo autore: un pittore prestato al mondo dell'illustrazione, o viceversa. I frequenti rimandi alla mitologia, all'iconografia biblica e all'epica greca rendono questi lavori delle composizioni “letterarie”, prima ancora che visive. Ne sono un esempio i dipinti Adam raised a Cain e Neptune's wedding.
Nel primo caso è raffigurato un delitto familiare: steso su un divano giace il corpo di Abele, ucciso dal fratello; al suo capezzale gli altri componenti si disperano per l'accaduto. L'ambientazione è spoglia, ma gli abiti e i pochi dettagli domestici ricordano l'appartamento di una famiglia facoltosa; in lontananza un tempio greco svetta dall'alto di una montagna, innescando uno spiazzante crossover narrativo: quella che abbiamo di fronte è una scena biblica, una storia eroica, o l'immagine televisiva di un delitto domestico dato in pasto allo spettacolo?
Il secondo dipinto rappresenta il matrimonio tra Salacia e il dio del mare. Il soggetto femminile, dalla silhouette slanciata, si incammina tra le onde andando incontro al proprio destino, mentre sulla riva un gruppo di figure brindano al fatale ricongiungimento tra i due amanti. Come spesso accade nell'opera di Negrón, anche l'architettura gioca un ruolo essenziale: il gracile edificio che accoglie i personaggi richiama il portico rinascimentale dell'Annunciazione del Beato Angelico, confondendo anche in questo caso i piani di lettura: rimandi alla tradizione pittorica e cliché da telenovela si mescolano in maniera sfacciata e ironica.

LA NATURA COME FORMA DI REDENZIONE
E poi c'è la natura, a ben vedere la vera protagonista – seppur silenziosa e spesso in secondo piano – della produzione dell'artista. Nonostante gran parte delle scene conservino rimandi ad architetture create dall'uomo (tra piazze metafisiche, fontane e salotti di dimore aristocratiche), moltissimi elementi floreali e fauneschi reclamano attenzione. Lunghe piante rampicanti fuoriescono da vasi sproporzionatamente piccoli per contenerle; salici piangenti campeggiano sull'apice di una montagna; pavoni e cervi prendono le sembianze dell'uomo, in una metamorfosi il cui prezzo da pagare è la perdita della propria innocenza. Il gioco di ruoli che si delinea, dunque, è netto e spietato: da una parte la purezza, l'istinto e il sapere selvatico delle bestie con i loro simbolismi; dall'altra donne e uomini “dandy” che si aggirano per i loro salotti borghesi, disperandosi di fronte al vuoto dell'esistenza e alle conseguenze dei loro vizi. È forse attraverso questa dualità che si può interpretare l'intera opera di Steve Negrón: la ricerca di un candore che gli adulti hanno smarrito. Neanche il tempo di chiedersi come ciò sia accaduto, che il sipario è già stato calato.