Sorelle Arti. Pittura scultura architettura dall’Accademia di San Luca

In mostra 80 opere della collezione dell’Accademia Nazionale di San Luca al Palazzo dei Priori di Fermo: Sorelle Arti. Pittura scultura architettura dall’Accademia di San Luca.
Comunicato stampa
Dal 28 settembre 2025 al 1° febbraio 2026 i Musei di Fermo presentano a Palazzo dei Priori la mostra Sorelle Arti. Pittura scultura architettura dall’Accademia di San Luca, a cura di Laura Bertolaccini, Carolina Brook ed Elisa Camboni.
La mostra ripercorre la storia dell’Accademia Nazionale di San Luca, dalle sue origini nel 1593 fino ai primi decenni del Novecento, attraverso circa 80 opere emblematiche che raccontano oltre quattro secoli di storia dell’arte, restituendo la complessità e la ricchezza di un’istituzione che ha avuto un ruolo centrale nel definire il gusto, la formazione e il pensiero artistico in Italia e in Europa.
Il percorso espositivo, concepito come un viaggio visivo attraverso le epoche, mette in dialogo capolavori di celebri artisti con opere meno note ma altrettanto significative, offrendo così uno sguardo ampio e articolato sull’evoluzione dell’Accademia e sul suo profondo legame con la città di Roma.
A emergere non è solo il valore artistico delle opere, ma anche l’impatto che l’istituzione ha avuto sulle generazioni di artisti che vi si sono formati o che vi hanno trovato un punto di riferimento ideale. In alcuni casi, soprattutto per gli stranieri, il riconoscimento ottenuto dall’Accademia ha rappresentato un prestigioso titolo al ritorno in patria, contribuendo così alla costruzione di un’identità culturale europea condivisa.
La mostra è promossa dal Comune di Fermo con il contributo della Regione Marche e della Fondazione Cassa di Risparmio di Fermo, in collaborazione con l’Accademia Nazionale di San Luca, partner Mus-e del Fermano e con il sostegno di Giano Shoes. L’organizzazione è affidata a Maggioli Cultura e Turismo.
L’inaugurazione si terrà sabato 27 settembre 2025, alle ore 17.00.
La mostra Sorelle Arti si articola in nove sezioni tematiche: la fondazione, la sede al Foro Romano, la collezione dei ritratti, la didattica, il Gabinetto riservato per lo studio del nudo, il Seicento e Settecento, l'internazionalità dell'Accademia, intorno a Canova, l'Ottocento e il Novecento.
Pittura, scultura, architettura saranno protagoniste. Tra le 80 opere nelle sale del Palazzo fermano si potranno ammirare, fra le altre: il Ritratto di Marianna Waldstein di Santa-Cruz (1802) di Andrea Appiani; Contadino (1902) di Giacomo Balla; Perseo e Andromeda (fine XVI sec.) di Giuseppe Cesari detto il Cavalier d’Arpino; Galatea (1624 c.) di Pietro da Cortona (copia da Raffaello); San Luca dipinge la Vergine (1623) di Antiveduto Gramatica (copia da Raffaello); due disegni di Filippo Juvarra del Progetto per un Regio Palazzo in Villa per il diporto di tre personaggi (1704-1705); la terracotta di Pierre Legros Le arti rendono omaggio a Clemente XI (1702); La cucitrice (1914) di Antonio Mancini; La Fortuna di Guido Reni (1637 c.); Le Ninfe incoronano la dea dell’abbondanza (1622 c.) di Peter Paul Rubens; Madonna con il Bambino che le porge un frutto di Giovanni Battista Salvi detto il Sassoferrato (1660 c.).
Nella prima sezione, La fondazione, vengono esposte opere come la Galatea di Pietro da Cortona e il San Luca che dipinge la Vergine di Antiveduto Gramatica, che segnano il peso esercitato per secoli sull’istituzione dal mito di Raffaello.
Nella seconda sezione, La sede al Foro Romano, troviamo le foto storiche della sede accademica di via Bonella, addossata alla chiesa dei Santi Luca e Martina, e della sua demolizione in epoca fascista.
Nella terza sezione, La collezione dei ritratti accademici, mostra una selezione dei protagonisti che animarono la storia accademica nelle diverse epoche.
Nella quarta sezione, La didattica delle tre arti del Disegno, si presentano alcuni lavori vincitori dei concorsi del Settecento: Clementino, Balestra e del Nudo, delle tre arti sorelle.
Nella quinta sezione, Il Gabinetto riservato per lo studio del nudo, si illustra la vicenda dei dodici dipinti di nudi femminili che reputati inadeguati alla esposizione nella Pinacoteca Capitolina (1836) furono ceduti all’Accademia per lo studio del corpo umano.
Nella sesta sezione, L’Accademia fra Sei e Settecento, vengono esposte le opere che testimoniano la straordinaria pluralità stilistica presente all’interno dell’istituzione.
Nella settima sezione, L’internazionalità, si offre una selezione delle più significative presenze straniere a San Luca, che hanno reso l’Accademia il centro cosmopolita per eccellenza, nomi come Angelica Kauffmann, Anton Raphael Mengs, Peter Paul Rubens, Pierre Subleyras, Anton von Maron, Jean-Baptiste Wicar.
Nell’ottava sezione, Intorno a Canova, si ricorda la funzione di grande rilancio operata dallo scultore veneto nel rimettere l’Accademia al centro del dibattito contemporaneo sulle arti promuovendo nuovi concorsi a sostegno dei giovani.
Nella nona sezione, Otto e Novecento, si documentano le aperture verso le nuove correnti e del verismo, del simbolismo e del modernismo con autori come Giacomo Balla, Amedeo Bocchi, Tranquillo Cremona, Achille Funi, Camillo Innocenti, Antonio Mancini.
La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Maggioli con testi introduttivi di Francesco Cellini e Claudio Strinati e saggi di Laura Bertolaccini, Carolina Brook, Elisa Camboni, Fabrizio Carinci, Alessio Ciannarella e Peter M. Lukehart.
Accademia Nazionale di San Luca, cenni storici
Fu il pittore Girolamo Muziano (1532–1592), desideroso di conferire maggiore prestigio alla categoria degli artisti e di istituire corsi di disegno per la formazione dei giovani, a promuovere il passaggio da Universitas ad Accademia. La proposta fu accolta da papa Gregorio XIII, che nel 1577 autorizzò pittori e scultori a fondare un’Accademia Romana di Belle Arti, intitolata a San Luca, patrono degli artisti.
Nel 1588, Sisto V assegnò all’Accademia la chiesa di Santa Martina nel Foro Romano, che venne successivamente dedicata anche a San Luca.
Alla fondazione dell’istituzione parteciparono numerosi artisti, a cominciare dal primo principe dell'Accademia, Federico Zuccari, che nel 1593 ne sancì la costituzione ufficiale. Fra questi si annoverano anche Alessandro Algardi, Gian Lorenzo Bernini, Cavalier d'Arpino, Pietro da Cortona, Carlo Fontana, Carlo Maratti.
Il prestigio dell’Accademia si estese ben oltre i confini dello Stato Pontificio, accogliendo numerosi artisti e architetti stranieri, alcuni dei quali raggiunsero il grado di Principe. Tra questi: il fiammingo Paul Bril e i francesi Charles Errard, Charles Le Brun, Charles-François Poerson, Simon Vouet. L’Accademia si affermò così come centro del cosmopolitismo artistico europeo.
Nel 1634, Pietro da Cortona, eletto principe, avviò il restauro della chiesa di Santa Martina, inserendovi la sua cappella funeraria.
A partire dal 1702, papa Clemente XI Albani, marchigiano, istituì i Concorsi Clementini, ai quali si alternarono dal 1768 i Concorsi Balestra, voluti dal cardinale Pietro Balestra, due importanti iniziative volte a promuovere la formazione artistica tra i giovani. Si trattava di concorsi annuali riservati agli allievi dell’Accademia e ai giovani artisti emergenti, in particolare pittori, scultori e architetti. Si svolgevano attraverso prove in cui i candidati dovevano presentare disegni o opere su temi stabiliti dall’Accademia, principalmente di soggetto sacro o storico. I vincitori ricevevano medaglie d’oro e d’argento, riconoscimenti prestigiosi che aprivano la strada a una carriera artistica e favorivano la loro affermazione professionale.
Nel corso del Settecento, l’Accademia raggiunse l’apice della sua dimensione internazionale. Ne furono membri artisti del calibro di Lambert-Sigisbert Adam, David Allan, Angelika Kauffmann, Anton Raphael Mengs, Pierre Subleyras, Jan Van Bloemen (l’Orizzonte), Anton Von Maron, Gaspar Van Wittel, Richard Westmacott, insieme agli italiani Pompeo Batoni, Marco Benefial, Filippo Juvarra, Pietro Paolo Pannini, Giovan Battista Piranesi, testimoniando con la loro adesione il ruolo centrale dell’istituzione nel panorama culturale europeo.
All’inizio dell’Ottocento, durante il principato di Antonio Canova, fu avviata una riforma generale della didattica e del sistema dei concorsi, con l’obiettivo di offrire una formazione sempre più orientata alla professione.
Con l’annessione di Roma al Regno d’Italia, nel 1870, l’Accademia di San Luca assunse il titolo di “Reale”. Tuttavia, a seguito della riforma degli Istituti d’Arte del 1873, dovette rinunciare alla funzione didattica, perdendo la sua vocazione originaria, che compensò dedicandosi a un’intensa attività di promozione culturale di alta qualità.
La storica sede di via Bonella al Foro Romano fu demolita nel 1932 per attuare il progetto di liberazione dei resti archeologici dei Fori. L’Accademia si trasferì quindi, nel 1934, a Palazzo Carpegna, nei pressi di Fontana di Trevi, edificio nel quale sono presenti elementi significativi di un progetto di Francesco Borromini. Il Palazzo venne radicalmente ristrutturato per l’occasione da Gustavo Giovannoni con la collaborazione di Arnaldo Foschini.
Nel 1948 l’Accademia di San Luca assunse il titolo di "Nazionale".
Le sue attività si svolgono sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica.