Sol LeWitt
La galleria Cardi di Milano è lieta di presentare Sol LeWitt. In mostra una selezione di 13 opere del maestro, dagli anni 60 agli anni 2000.
Comunicato stampa
La galleria Cardi di Milano è lieta di presentare Sol LeWitt. In mostra una selezione di 13 opere del maestro, dagli anni 60 agli anni 2000.
Sol LeWitt (Hartford 1928 – New York 2007) è uno dei massimi esponenti del movimento minimalista sorto negli Stati Uniti agli inizi degli anni ’60. Il lavoro dell’artista si sviluppa attraverso strutture mentali e strutture visuali concrete ed è caratterizzato da una costante ricerca che gli permette di collocarsi nell'ambito di un continuo rinnovamento rilevando la sua inequivocabile unicità. Nel suo lungo percorso artistico, Sol LeWitt è riuscito a trovare il giusto compromesso fra qualità percettiva e concettuale, fra la semplicità dell'ordine geometrico e la ricerca di bellezza e creazione intuitiva.
La prima parte della produzione artistica del maestro, risalente agli anni Sessanta, è Minimalista e incentrata sulla figura geometrica del cubo che l’artista ritiene, essere “mancante di aggressività, base per ogni funzione più complessa”, quindi modulo perfetto per sviluppare una trama infinita di possibilità e combinazioni. Nel 1967, dopo aver partecipato alla mostra tenuta al Jewish Museum di New York, stila il manifesto “Paragraphs on Conceptual Art” nel quale dichiara che il compito dell’artista è quello di formulare unicamente il progetto, mentre l’attuazione dell’opera è un’attività minore che può essere delegata ad altri. “Nell’arte concettuale l’idea o il concetto rappresentano l’aspetto più importante dell’opera.(…)Se l’artista porta avanti la sua idea e la trasforma in una forma visibile, allora tutti gli stadi del processo sono importanti. L’idea in sé, anche se non resa visibile, è un oggetto artistico quanto il prodotto finito. Tutti i passaggi che intervengono — scritti, schizzi, disegni, lavori errati, modelli, studi, pensieri, conversazioni — sono interessanti. Quelli che mostrano il processo del pensiero dell’artista sono a volte più interessanti del prodotto finale.” (Sol LeWitt, “Paragraphs on Conceptual Art” in Artforum, giugno 1967).
A partire dagli anni Settanta l’artista inizia a creare i Wall Drawings, muri dipinti costituiti da moduli geometrici disposti l’uno accanto all’altro a sviluppare un disegno progettuale capace di mutare o adattarsi in base alla struttura che li accoglie. Caratterizzano gli anni Ottanta e i decenni successivi, invece, le cosiddette Strutture Modulari e Forme Complesse, che dimostrano lo stretto legame che unisce il disegno e le forme tridimensionali e la loro natura di strumenti di misurazione dell’ambiente. In conclusione possiamo dire che il principio strutturale della produzione artistica di Sol LeWitt è l’ars combinatoria: cubi, cerchi, triangoli, piramidi, linee, o rettangoli e parallelogrammi vengono destrutturati, reiterati, modulati secondo proporzioni spaziali standardizzate e combinati in modo inedito. L’artista reinventa il processo artistico giocando sulla variabilità e l’intermittenza delle strutture geometriche che sottendono l’idea di spazio secondo il pensiero occidentale.
¬¬Sol LeWitt nasce nel 1928 ad Hartford (Connecticut, USA) da una famiglia di ebrei russi. Dopo le scuole superiori, nel 1949, si diploma in Arte alla Syracuse University. Nel 1953 si trasferisce a New York, dove frequenta una nota scuola per illustratori e in seguito lavora come grafico presso l’architetto cino-americano I.M. Pei.
Dopo essersi occupato per alcuni anni di editoria d’arte illustrata, inizia ad insegnare presso importanti scuole d’arte, diviene collaboratore al MoMa di New York e verso la fine degli anni Sessanta insegna alla New York University e alla School of Visual Arts.
I lavori di Sol LeWitt sono stati esposti presso i più prestigiosi musei, spazi pubblici e privati del mondo: al Museum of Modern Art di New York, alla Tate Gallery di Londra, alla Kunsthalle di Berna, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Geementemuseum dell’Aja, alla Kunsthalle di Berna, presso l’Ateneo di Wadsworth (Hartford), al Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea di Torino, a Palazzo delle Esposizioni di Roma e presso Documenta 4 e Documenta 5, oltre che alla Biennale di Venezia e alla Rassegna Minimal Art I al Musèe d’Art Contemporain di Bordeaux.
Nel 2000 il San Francisco Museum of Modern Art gli dedica una delle più importanti e complete retrospettive, mostra itinerante ospitata in seguito al Museum of Contemporary Art di Chicago e al Whitney Museum of American Art di New York.
Con questa esposizione la Galleria Cardi conferma nuovamente il suo interesse per gli artisti storici, nazionali ed internazionali.
Galleria Cardi