Simone Cerio / Iacopo Pasqui – Perenni ospiti

/f urbä/ presenta il progetto degli autori – fotografi Simone Cerio e Iacopo Pasqui, dal titolo Perenni ospiti.
Comunicato stampa
PERENNI OSPITI
Simone Cerio e Iacopo Pasqui
a cura di Simone Marsibilio
[..] parla del nostro essere mai fermi.
/f urbä/ presenta il progetto degli autori – fotografi Simone Cerio e Iacopo Pasqui, dal titolo Perenni ospiti.
La mostra Perenni ospiti è un viaggio fotografico che nasce dall’incontro dei due autori, Simone Cerio e Iacopo Pasqui, chiamati a interrogarsi sul tema della presenza e del movimento. L’esposizione propone un racconto corale sul nostro essere costantemente in transito: mai del tutto fermi, sempre capaci di trasformare i luoghi che attraversiamo.
L’esposizione che si terrà a Guardiagrele, dal 21 Settembre al 9 Novembre 2025, nello spazio progettuale /f urbä/ a cura di Simone Marsibilio, si compone di una visione per immagini nella quale i due fotografi hanno indagato sulla e nella fotografia mettendo nello stesso piano tutti i processi, dandone eguale peso specifico. In questa occasione, il processo come punto di partenza ha portato relazione tra alcune fotografie (opere d’archivio) e i luoghi (abitazioni private nel quale i fotografi hanno avuto modo di conoscere e rapportarsi con i proprietari). Difatti, alcune opere degli autori che sono state mezzo di approfondimento di processo nella relazione tra spazio e fotografia, per arrivare poi alla fotografia finale, saranno presenti in un altro luogo, specificamente nella residenza Bocca di Valle sempre situata a Guardiagrele. Questo luogo sarà visitabile su appuntamento, oltre ad essere luogo di eventi correlati nel corso della mostra Perenni ospiti a /f urbä/.
Il progetto prende spunto dalla parola celebrare, la cui etimologia rimanda non soltanto all’idea di onorare ma soprattutto a quella di frequentare, affollare, dare vita a uno spazio. Celebrare significa rendere straordinario ciò che ordinario non sarebbe, grazie alla partecipazione e alla condivisione. La fotografia, in questa prospettiva, diventa un atto di presenza che anima i luoghi, li trasforma e li rende memoria.
Cerio e Pasqui affrontano questo tema con linguaggi differenti ma complementari. Le loro immagini non si limitano a documentare: cercano relazioni, tracciano connessioni tra persone e ambienti, tra oggetti ed essenze, tra intimità e collettività. Le fotografie stesse diventano ospiti, viaggiatori temporanei che abitano lo spazio della mostra con la stessa precarietà e intensità con cui i corpi attraversano la vita quotidiana.
Per Iacopo Pasqui, la fotografia è uno strumento vicino all’effimero. La sua ricerca si concentra sulle piccole cose del quotidiano, su ciò che sembra sfuggire ma custodisce memoria. La sua attenzione verso lo spazio domestico, verso l’attesa e la sospensione, restituisce immagini intime, capaci di raccontare fragilità e permanenze.
Per Simone Cerio, invece, la fotografia è un linguaggio che dialoga con l’attualità e con la cronaca. Fotogiornalista e autore di reportage, Simone affronta la fotografia come mezzo di indagine sociale, capace di mettere in luce dinamiche nascoste, conflitti e relazioni umane. La sua ricerca parte da accadimenti concreti ma li supera, restituendo immagini che si aprono a una dimensione poetica e universale.
Ciò che unisce i due autori è la volontà di interrogarsi sul senso stesso della fotografia oggi.
A cosa serve, se non a costruire legami, a riempire temporaneamente lo spazio e a trasformarlo in esperienza condivisa? Le loro strade, pur diverse, si incontrano in questa domanda fondamentale, trovando nella mostra la possibilità di un dialogo che intreccia spiritualità e quotidianità, intimità e collettività, attesa e movimento.
A cura di Simone Marsibilio, Perenni ospiti si propone come un percorso che invita a rallentare e a osservare. Non si tratta soltanto di guardare delle fotografie, ma di vivere un’esperienza: entrare in relazione con le immagini, con lo spazio che abitano e con le storie che evocano.
La mostra diventa così una riflessione sul tempo che viviamo, frenetico e incapace di soffermarsi sul presente, e insieme un invito a riscoprire il valore delle relazioni che ci attraversano. In questo modo le fotografie si fanno celebrazione: atti fugaci carichi di memoria, condivisioni che si dissolvono nel tempo ma restano nella coscienza.