Silvia Argiolas / Giuliano Sale
Ivan Quaroni, autorevole critico d’arte cresciuto intellettualmente, emotivamente e spiritualmente nel clima postmoderno degli anni Ottanta, per la prima volta a Catania per il doppio progetto da lui curato “Piovono pietre” di Giuliano Sale e “Il giorno finisce presto” di Silvia Argiolas.
Comunicato stampa
Ivan Quaroni, autorevole critico d’arte cresciuto intellettualmente, emotivamente e spiritualmente nel clima postmoderno degli anni Ottanta, per la prima volta a Catania per il doppio progetto da lui curato “Piovono pietre” di Giuliano Sale e “Il giorno finisce presto” di Silvia Argiolas, mostra di pittura contemporanea che aprirà al pubblico domenica 17 marzo all’interno del nuovo presidio d’arte CATANIA ART GALLERY- inaugurato lo scorso dicembre dalla madrina, curatrice della Biennale di Venezia padiglione Italia, Beatrice Buscaroli-sito nell’incantevole palazzo liberty di via Galatioto n°21.
Il lavoro del maestro Quaroni è incentrato sull’esplorazione e sulla scoperta di nuovi talenti artistici. Non a caso per il terzo appuntamento organizzato dalla galleria CATANIA ART GALLERY sceglie di puntare sul doppio progetto dei due giovani artisti cagliaritani di fama internazionale Silvia Argiolas e Giuliano Sale.
Silvia Argiolas è una di quelle pittrici in costante trasformazione, per le quali appare convincente l’applicazione del termine “ricerca artistica”. In poco più di cinque anni, il suo linguaggio pittorico è cambiato radicalmente, muovendo da una figurazione schietta, di matrice fantastica, verso una più originale forma di espressionismo, in cui si mescolano soluzioni sintetiche e apporti gestuali, riduzioni cromatiche e progressive riformulazioni del rapporto tra forma e colore. Anche dal punto di vista tecnico, l’artista ha ampliato notevolmente la gamma dei materiali, introducendo nella tavolozza smalti, spray, carboni e inserti estranei alla tradizione della fine art, come nel caso dei gel e dei siliconi con glitter, peraltro applicati sulla tela con assoluta parsimonia. Giuliano Sale, invece, è un artista visionario – fedele alla visione - perché il suo coinvolgimento con l’oggetto della rappresentazione è il dato sensibile di tutta la sua opera. Giuliano Sale parte dalla realtà, da una corretta conoscenza della morfologia delle forme e dell’anatomia umana. Tutti i suoi soggetti - paesaggi, alberi, pietre, case, persone – sono verosimili, plausibili dal punto di vista ottico, ma le atmosfere, le circostanze (perfino le leggi fisiche) sono il prodotto di un’interpretazione, di una trasformazione prima cerebrale e poi manuale della realtà. Sale dipinge col cervello e con le mani perché non è un ritrattista e nemmeno un paesaggista, ma un distopico inventore di mondi.
Questa sorta di “tensione evolutiva”, che qualifica l’approccio di Silvia Argiolas, contribuisce a rendere ogni nuova serie di opere un episodio unico, difficilmente reiterabile.