Santarcangelo 14

Informazioni Evento

Luogo
PUNTO INFORMAZIONI
Piazza Ganganelli , Santarcangelo di Romagna, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

• da ven a dom 19.00 – 01.30
• da lun a gio 19.00 – 01.00

Vernissage
10/07/2014

ore 21

Contatti
Email: info@santarcangelofestival.com
Sito web: http://www.santarcangelofestival.com
Biglietti

ingresso a pagamento (5,00€), con un prezzo speciale riservato ai Santarcangiolesi di 0,50 centesimi.

Generi
serata - evento, teatro

Quarantaquattresima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza.

Comunicato stampa

Divenire tigre, divenire nuvola

Un festival è o forse può essere un invito a uscire da sé, non per diventare altro ma per farsi puro divenire: movimento incessante di abbandono di quel che si è o si sa, e di apertura a un possibile.
Santarcangelo •14 è un invito a divenire tigre innanzitutto, animale non addomesticabile che con la sua sola presenza trasforma in foresta ogni paesaggio, e sguardo intenso a cui è impossibile sottrarsi. Come tigre, il festival si fa mondo, discorso complesso che sostiene il confronto con la scena e quello, ben più impegnativo, con il reale, creatura selvaggia che tiene alto lo sguardo, non rinuncia e non indietreggia. Molti artisti si misurano frontalmente con la storia e la dimensione politica: affermano la centralità
del teatro come luogo di interrogazione radicale, infantile e rivoluzionaria di quel che è stato e che sarebbe forse potuto essere altrimenti (La Re-sentida); cortocircuitano la celebrazione del passato e la geografia europea attraverso lo sguardo spalancato sull’oggi (Valters Sīlis e Teatro Sotterraneo); portano la scena nello spazio pubblico e ne fanno spazio sospeso e fragile in cui, slittando tra realtà politica e finzione letteraria, elaborare sentieri possibili per percorrere il futuro (Motus).
Altri mettono al centro la comunità, in diverse accezioni, e la scena come luogo della presa di parola: orchestrano una coralità di voci del nostro incessante parlarci (L’Encyclopédie de la parole); si presentano, ospiti inattesi, in contesti non teatrali per rivolgere a ciascuno, e quindi a tutti, una conferenza che invita a pensare una nuova politica, una nuova cura dei legami (Sarah Vanhee). Altri ancora, in un disegno di programma che è forte di certe radicalità teatrali e attoriali, lasciano invece la scena e la rappresentazione dietro di sé per avventurarsi in una esplorazione di spazi e di pratiche che riguardano piuttosto l’abitare, l’articolazione di un insediamento e di un’intenzione rispetto a un luogo. Configurano la piazza, centro di Santarcangelo e del festival, come luogo di incroci e di costante riformulazione dello spazio (Maël Veisse); coinvolgono architetti e paesaggisti invitando i cittadini a pensare alcuni luoghi come possibili “giardini in movimento” (Leonardo Delogu / Dom-, con Gilles Clément e CoLoCo); trasformano la scuola elementare in una grande installazione che dà voce alle memorie individuali e collettive e traccia una mappa di esistenze (Art you lost?).
Santarcangelo •14 è anche un invito a divenire nuvola, dimensione atmosferica, variazione climatica, creazione esile e però potente, momento di puro potenziale. Come nuvola, il festival opera un subitaneo cambio di temperatura, innesca una posizione di squilibrio da cui sporgersi verso quel che non si conosce. È qualcosa che può accadere solo in uno stato di rischio e di perdita di controllo, come suggerisce la Piattaforma della Danza Balinese, spazio immaginario posato su immaginarie risorse e condiviso da artisti e curatori, che opera innanzitutto come organismo di cattura, trascinando tutto quel che incontra in un generico, aperto esotismo, articolando al contempo un discorso rigorosissimo, e fermamente politico, sulla danza. Si comporta come una perturbazione climatica anche la Nomadic School, una scuola effimera che si posa dentro al festival dandosi un nome preso a prestito dall’artista francese Pierre Huyghe, The Host and The Cloud (L’ospite e la nuvola). E sono sospesi verso un possibile i tanti lavori che hanno scelto il festival come luogo del proprio venire al mondo, che mentre scriviamo sono nell’opacità e nella turbolenza del “prima” e che faranno di Santarcangelo, per dieci giorni, una città in stato di creazione, una collettività temporanea che si fonda non su di un’identità riconosciuta e comune ma precisamente sul gesto dell’uscire, dell’avventurarsi.
Un festival può o forse deve, negli spazi costretti di un reale da cui non c’è via di fuga e nel tempo predeterminato del proprio compiersi, creare le condizioni di coraggio e di incertezza necessarie per un atto di immaginazione del possibile, di resa all’imprevedibile.
Adesso sta a ciascuno di noi, e a tutti noi insieme, rispondere a questo invito e divenire tigre, divenire nuvola.

Silvia Bottiroli
direttrice artistica
Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza

Ieri oggi domani

Forse oggi, più di ieri, alcune domande essenziali emergono con maggior forza, maggior lucidità. Il teatro, così antico e così poroso nell’assorbire le spore del presente, sta provando a divincolarsi tra i tanti lacci che rendono ostici i movimenti e le crescite. Il tempo – accelerato e denso – e lo spazio – circoscritto e coincidente con una piccola città – del Festival di Santarcangelo possono aiutare a tratteggiare e ipotizzare qualche coordinata.
Chi siamo? E dove andiamo?
La mappa dei luoghi del festival, la mappa dei paesi di provenienza degli artisti, la mappa dei luoghi frequentati per far nascere relazioni e collaborazioni è il campo dove i pensieri e le azioni provano a coniugarsi.
La domanda di futuro che in più di un caso trapela dai progetti costruiti e ospitati quest’anno va di pari passo al bisogno di guardarsi indietro. “Dove andiamo” è una domanda alla quale si tenta di rispondere gettando lo sguardo indietro, tornando a riflettere su alcuni momenti cruciali della nostra identità politica, culturale, artistica.
C’è la geografia delle mappe e il tempo di una Storia che si comincia a riguardare con occhi nuovi, diversi, sicuramente fragili, ma vivi.
Si possono esplorare i limiti della scena, si può sprofondare nella verticalità del teatro, si possono ibridare i linguag- gi, ma quel che più conta è forse farsi sentinella dei confini e riuscire a creare la frizione tra tempo e spazio, tra Storia e Geografia, tra presente, passato e futuro che sembra oggi una possibile strada per uscire dagli immobilismi e dalle paure della crisi. Ci vuole coraggio per guardare negli occhi la tigre, coraggio e ferocia per guardarsi dentro e guardare fuori. Questa quarantaquattresima edizione prova a “crescere” e a “far crescere”, prendendosi molti rischi e aprendosi ancora di più, grazie alla generosità di tanti, non alle novità ma a ciò che di nuovo è nato o sta nascendo. E il nuovo risiede forse nel cercare con ostinazione di rimettere al centro le domande antiche e durature.

Rodolfo Sacchettini
condirettore artistico
Santarcangelo •12 •13 •14 Festival Internazionale del Teatro in Piazza

Al cuore del teatro europeo e internazionale

Quando tre anni fa questo consiglio di amministrazione e questa direzione artistica hanno assunto la responsabilità di guidare il Festival di Santarcangelo, i pilastri su cui abbiamo delineato la nostra strategia erano l’annualità, il radicamento sul territorio, l’ampliamento progettuale e il rafforzamento della dimensione internazionale.
Anno Solare, la restituzione della piazza al teatro, le attività formative in ambito scolastico e il progetto Presente Sostenibile per la sostenibilità ambientale della manifestazione sono state le principali risposte che abbiamo elaborato per ridisegnare concretamente la fisionomia di Santarcangelo dei Teatri.
Con questa quarantaquattresima edizione il Festival affronta compiutamente il nodo della sua dimensione internazionale, con un cartellone di spettacoli di cui almeno un terzo sono realizzati da compagnie straniere. Ma non è questo il solo aspetto qualificante, fondamentale è a nostro avviso il fatto che questa edizione sia stata resa possibile, in un momento di grande crisi e di progressivo venire a meno di partner istituzionali, grazie al determinante supporto economico del Programma Cultura dell’Unione Europea.
Il Festival di Santarcangelo partecipa a due progetti pluriennali, Create to Connect e SharedSpace: Music Weather Politics, che lo pongono in forte relazione con una serie di teatri e istituzioni europee espressioni di città, metropoli e capitali imparagonabili per dimensioni con la realtà santarcangiolese.
Sulla mappa teatrale europea Santarcangelo, grazie al suo festival, rappresenta uno snodo importante al pari di realtà come Londra, Parigi, Varsavia, Belgrado, Praga, Gerusalemme, Riga, Oslo, Rotterdam, Helsinki, Lisbona, Zurigo e Lubiana.
Come una sorta di hub teatrale, una rete di collegamenti invisibili unisce Santarcangelo al cuore del teatro europeo e internazionale. Ci stiamo impegnando a costruire la pista che consenta al festival in futuro di continuare a volare.

Roberto Naccari
presidente
Associazione Santarcangelo dei Teatri