Rudolf Polanszky – Paradox Transformations

Informazioni Evento

Luogo
FONDAZIONE MONDRAGONE - MUSEO DELLA MODA NAPOLI
Piazzetta Mondragone 18, Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì ore 10.30 - 17.00

sabato ore 10.30 - 13.00

domenica chiuso

Vernissage
15/12/2015
Artisti
Rudolf Polanszky
Curatori
Francesco Stocchi
Generi
arte contemporanea, personale

Foto cover © Rudolf Polanszky. La Fondazione Donnaregina per le arti contempo­ranee e la Fondazione Morra Greco sono liete di annunciare la presentazione della mostra Paradox Transformations di Rudolf Polanszky (Vienna, 1951), prima mostra personale dedicata all’ar­tista austriaco in Italia, a cura di Francesco Stocchi, realizzata nell’ambito di PROGETTO XXI ed. 2015.

Comunicato stampa

La Fondazione Donnaregina per le arti contempo­ranee e la Fondazione Morra Greco sono liete di annunciare la presentazione della mostra Paradox Transformations di Rudolf Polanszky (Vienna, 1951), prima mostra personale dedicata all’ar­tista austriaco in Italia, a cura di Francesco Stocchi, realizzata nell’ambito di PROGETTO XXI ed. 2015.

Paradox Transformations è ospitata, dal 15 di­cembre 2015 al 20 febbraio 2016 presso le sale del Museo del Tessile e dell’Abbigliamento “Elena Aldo­brandini”.

In mostra una ventina di opere, realizzate tra gli anni ’90 e il 2015, sia su tela che scul­toree, le quali prendono forma nell’atto fi­sico della creazione, esplorando la relazione tra l’astrazione e lo spazio dell’agire umano. Interessato alla ricerca spaziale degli anni ’60, e testimone dell’esperienza dell’Azionismo Viennese nella sua attitudine più gestuale ed immediata, Polanszky sviluppa un linguaggio in­timo, anche consapevolmente criptico, dando ai suoi gesti forma e tempo dissociativi, a partire dall’impiego di materiali di scarto. L’approccio dell’artista si compie nel tentativo di analiz­zare gli elementi fondamentali del linguaggio creativo: spazio, luce, colore, ritmo. Mante­nendo come orizzonte il pensiero sullo spazio, Polanski manipola in questo modo la materia fino ad arrivare al vuoto, fino a preferire i proces­si alle forme, le idee alle realizzazioni, la vista al tatto, il vuoto, il silenzio, l’assen­za. Ogni opera è a sua volta, quindi, una meta­fora, un mito condensato, una stratificazione di esperienze e simboli investiti della sua stessa interiorità.