Robin’s Roots – Estinzione/Evoluzione
Inizia il ciclo di esibizioni dedicate ai giovani artisti italiani che hanno ottenuto successo e realizzazione professionale al di fuori della penisola, dal titolo “Robin’s Roots”.
Comunicato stampa
ROBIN'S ROOTS
Italiani all’estero, non è di certo una novità. Del resto gli italiani sono da sempre famosi per la loro innata voglia di viaggiare, esplorare e, a loro modo, conquistare.
Ma la conquista non è propriamente legata a un fattore territoriale, rappresenta piuttosto il raggiungimento di un’emancipazione e il conseguimento di una propria individualità.
Poeti, artisti e viaggiatori alla costante ricerca di qualcosa da scoprire. Diverse sono state nel corso degli ultimi 200 anni le motivazioni che hanno spinto i nostri connazionali a viaggiare e tentare la fortuna in terre straniere, ma in particolare un testo che ho letto recentemente mi ha fatto riflettere.
Maria C. Ricci, parlando della grande emigrazione italiana a cavallo tra l’ottocento e il novecento dice:
“Si lasciava l’Italia per cercare un’esistenza migliore, abbandonando la propria città, il proprio paese, la famiglia, la casa, il lavoro dei campi e conservando nei ricordi le proprie tradizioni, la propria cultura e la propria lingua, andando nei paesi stranieri a lavorare nei cantieri a costruire strade, ponti, ferrovie, grattacieli. Lavorarono anche nelle fabbriche, nei campi e persino nei deserti per trasformali in terra fertile.”
Questo “abbandonare” il proprio paese era, per molti degli italiani di quel periodo, motivo di forte sofferenza. La maggior parte dei giovani italiani che si mettono in viaggio al giorno d’oggi invece si sente “respinta” dalla propria società perchè ormai è stanca di false e precarie promesse di lavoro e di sperare in un futuro migliore che in realtà si fa sempre più incerto.
La migrazione delle nuove generazioni italiane è un fenomeno che sta dando moltitudini di possibilità a giovani artisti intraprendenti di mettersi in mostra a livello internazionale.
Quel riscatto ad oggi impossibile nella nostra bella penisola, si concretizza più facilmente in altri paesi della comunità europea dove maggiore meritocrazia, possibilità di investimento e fiducia nei giovani rendono più fertile e produttivo il background culturale/artistico.
La rassegna “Robin’s Roots” è dedicata a questi giovani talenti per mostrare uno spaccato della nostra società e della nostra cultura che sempre di più si sta disperdendo nel mondo ma che ogni tanto torna a portare i suoi frutti anche nel paese di origine.
ESTINZIONE/EVOLUZIONE
L’esperienza artistica di Subliquida ha connessioni profonde con la Visonary Art nella quale l’artista italiano ha iniziato a farsi notare dal 2010, anno in cui, a cavallo della sua Vespa, ha abbandonato Genova e l’Italia per vivere in pianta semi stabile a Berlino, città che utilizza come base per i suoi spostamenti lavorativi e i vari booking in Germania e in tutta Europa.
Sara Sbrissa, in arte Sama, lavora come fotografa professionista, plasticienne e performer tra l’Italia e la Francia dove sta riscuotendo numerosi consensi in campo artistico. Il sapiente uso della macchina fotografica e la sconfinata passione di Sama per il mondo degl insetti danno vita a opere dal forte impatto visivo che difficilmente lasciano indifferenti.
Tekè Gallery, la galleria artistica di Carrara gestita da Tabularasa, aprirà le porte del suo nuovo spazio in pieno centro storico alla doppia mostra, che vedrà in esposizione i lavori di Subliquida e Sama Sbrissa, dal titolo Evoluzione/Estinzione, presentati all’interno della rassegna Robin’s Roots, curata da FitzCarrara.
Le opere di questi due giovani artisti italiani hanno nella loro ricerca e nelle loro motivazioni molti punti in comune legati anche al percorso creativo che porta i due ad esplorare non solo il concetto di insetto ma anche la fisica e la struttura anatomica reale di questi organismi.
La precisione e la pulizia sia delle opere fotografico/pittoriche che delle composizioni di insetti reali presenti all’interno della mostra sono in forte contrasto con gli spazi della galleria ancora in fase di completamento e ristrutturazione.
Lo spazio espositivo visivamente ci da un forte senso di abbandono e distruzione e serve a creare una forte cornice riflessiva circa i lavori presentati che esplorano la possibilità di un futuro in cui la civiltà è arrivata alla fine e la natura ha ripreso il sopravvento sull’espropriazione delle sue terre compiuta dall’uomo nel corso dei secoli.
Questo utopico mondo è abitato dalle nuove creature create dai due artisti presentati nella mostra. Partendo da una forte esperienza del reale, Subliquida e Sama Sbrissa, ci regalano un universo visionario fatto di elementi naturali che riescono a stupire per il loro forte impatto emotivo.
SUBLIQUIDA
Viaggio e ricerca sono la base da cui parte l’opera di Andrea Baiardo in arte Subliquida.
Un aforisma di Marcel Proust recita “Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi. ”
Gli occhi di questo giovane illustratore riescono a visualizzare geometrie perfette e armoniose costruite interamente con elementi naturali, elementi che nascono e si sviluppano dalla costante ricerca delle forme e delle loro combinazioni.
Prendendo ispirazione da una vasta raccolta di libri, campioni di insetti, piante, e animali il risultato del lavoro di Subliquida ci regala una straordinaria e accurata combinazione di perfetti incastri che vanno a creare nuovi microcosmi composti da elementi naturali completamente riconoscibili e totalmente decontestualizzati davanti ai quali lo spettatore non puo fare a meno di soffermarsi a lungo per riconoscere ogni singola forma presente nell’opera.
Una vita divisa tra una totale dedizione e passione per la natura e la capacità di rappresentarla e reinterpretarla “con Il suo tratto nitido, infinitamente preciso, indagatore dei più piccoli dettagli, ma fluido e leggero nonostante la quantità di particolari presenti nelle opere” (cit. Matilde Favaro).
Andrea si considera prima di tutto un amante e uno studioso di madre natura e dei suoi meccanismi e solo in seconda battuta un buon disegnatore, molto vicino a un illustratore scentifico, studia e cerca di comprendere dettagli e dinamiche dei processi biologico/naturali per provare a riprodurne le perfette simmetrie al fine di immergere anche lo sguardo e la mente di chi osserva il suo lavoro in un modo di stupore ottenuto dalla perfetta combinazione del creato che ci circonda tutti i giorni.
Se, come dice Socrate, “Una vita senza ricerca non è degna di essere vissuta”, allora voglio continuare a vivere la mia vita come quella di Andrea Subliquida per continuare a stupirmi in ogni momento di quello che mi circonda.
Carrara, 10/09/2014
Marco Cirillo Pedri
La metamorfosi è la base su cui si fonda il percorso artistico di Sara Sbrissa che abbandona il suo nome per uno nuovo denso di molteplici significati: SAMA. Il concetto di Samà Estatico proprio del Sufi, antica religione Turca, sta alla base della danza dei Dervisci Rotanti, i più alti discepoli di questa dottrina.
Durante la loro suggestiva danza, i Dervisci continuano a roteare su loro stessi facendo girare in maniera circolare i lunghi e colorati abiti. I cerchi che vanno a comporre rappresentano l’espressione massima del divino nel ricordo e nella rappresentazione simbolica delle forme che sono alla base della nostra vita, partendo dalle più piccole forme per arrivare fino ai pianeti, alle stelle, allo stesso universo che forma una spirale tendente sempre di più alla ricerca di una trascendenza che li avvicini a Dio.
Il miglioramento, il tendere alla perfezione, accomunano, nella ricerca artistica di Sara, il Samà con i cicli vitali e le metamorfosi degli insetti che continuano ad evolvere nelle varie fasi della loro vita per poter raggiungere una forma perfetta, adatta allo scopo della loro esistenza su questo pianeta.
Dopo la morte, gli insetti raccolti e catalogati dall’artista vengono fotografati davanti a uno specchio in modo tale che la loro immagine riflessa diventi principio per la ricerca di un ulteriore sviluppo evolutivo di queste creature.
Una nuova metamorfosi creata dalle sapiente mani di SAMA che ricombinando le diverse parti dei vari insetti ci propone nuove Chimere, del tutto surreali ma perfettamente verosimili.
La ricerca di una nuova evoluzione diventa il punto focale del percorso di quest’artista che ci invita a meravigliarci e stupirci della perfezione delle forme naturali e delle loro possibili e infinite combinazioni.
Carrara, 10/09/2014
Marco Cirillo Pedri