Roberto Gandus

Informazioni Evento

Luogo
PAOLO TONIN - ARTE CONTEMPORANEA
Via San Tommaso 6, Torino, Italia
Date
Dal al

dalle 10,30 alle 13 e dalle 14,30 alle 19 dal lunedì al venerdì, sabato su appuntamento

Vernissage
11/10/2012

ore 19

Contatti
Email: info@toningallery.com
Artisti
Roberto Gandus
Generi
arte contemporanea, personale
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Il lavoro sviluppato in questi ultimi due anni è la prosecuzione di un mio assillo: l’ambiente, i percorsi degli interni dove viviamo, con particolare attenzione al e ai perimetri, agli oggetti. In sostanza tutto quanto sottolinea il vuoto.

Comunicato stampa

ROBERTO GANDUS

Il lavoro sviluppato in questi ultimi due anni è la prosecuzione di un mio assillo: l’ambiente, i percorsi degli interni dove viviamo, con particolare attenzione al e ai perimetri, agli oggetti. In sostanza tutto quanto sottolinea il vuoto. Più che guardare inconsciamente seziono, taglio, estrapolo. L’occhio è dunque una sorta di forbice che taglia immagini per poi rimontarle come si fa nel cinema. Il racconto che ne esce è ancora l’ambiente. Catturo o vengo catturato da una sedia, nel passarle accanto sfuma, diventa ombra, non rimane che rappresentarla, disegnare su stucco la sua traccia, fotografarla, imprimerla sulla tela, tornare ad accennarne con la grafite i contorni e con la tempera proporre il ricordo del colore. Così per un vecchio sgabello da pianoforte, carico di ricordi, anche lui traccia di un passato che va svanendo. O per l’ombra di una foglia sul muro o il brandello di un filo scoperto, il groviglio di fili elettrici o il filo che scompare o appare dal muro. Tutti elementi che disegnano lo spazio, lo contornano anzi lo scontornano, ne segnalano il vuoto. Le immagini sono a volte singoli frammenti, a volte brevi sequenze a raccontare istante per istante il vissuto.
“La galleria è luogo d’elezione in quanto luogo in cui si acuisce la percezione, in cui si vede con più acutezza. Un processo di adattamento del guardare, cioè del configurare il realizzabile come si viene realizzando, alla condizione nostra, già realizzata, di riguardanti, di passeggiatori che osservano”. Parole di Paolo Fossati per la presentazione di una mia mostra di tanti anni or sono. Là si trattava di una passeggiata (in galleria), tesa a sezionare il luogo tramite la fotografia, qui, forse, il discorso è per certi versi analogo: “i quadri” riportano tracce, brandelli, rimasugli di oggetti, luoghi e ambienti dove si è vissuti, segni pronti anche loro a cancellarsi, ad annullarsi. Per lasciare cosa? Memoria? Vuoto? Fili, fili scoperti, groviglio, sgabello, sedia, ombre. Passeggiata o Traccia che sia, è l’espressione dell’esasperazione di una paura: “quella di non riuscire a vedersi vedente, non sentirsi in sintonia e restare disaggregato, allo stadio di catalogo... Catalogo in cui la somma non da né lo zero né l’io.” RG