Robert Doisneau – Paris en liberté
La mostra presenta oltre 200 fotografie originali, scattate da Doisneau nella Ville Lumière tra il 1934 e il 1991.
Comunicato stampa
Dopo il successo ottenuto al Palazzo delle Esposizioni di Roma, con una media di oltre 1.000 visitatori al giorno fin dalle prime settimane, arriva allo Spazio Oberdan di Milano, dal 20 febbraio al 1° maggio 2013, la grande rassegna antologica dedicata a Robert Doisneau.
Per iniziativa della Provincia di Milano, dell’Atelier Doisneau, della Fratelli Alinari Fondazione per la Storia della Fotografia e di Civita, con il patrocinio della Ville de Paris, la mostra, dal titolo Paris en liberté, presenta oltre 200 fotografie originali, scattate da Doisneau nella Ville Lumière tra il 1934 e il 1991.
Il percorso espositivo, organizzato per aree tematiche, ripercorre i soggetti a lui più cari, e conduce il visitatore in un’emozionante passeggiata nei giardini di Parigi, lungo la Senna, per le strade del centro e della periferia, e poi nei bistrot, negli atelier di moda e nelle gallerie d’arte della capitale francese.
I soggetti prediletti delle sue fotografie in bianco e nero sono infatti i parigini: le donne, gli uomini, i bambini, gli innamorati, gli animali e il loro modo di vivere questa città senza tempo.
Quella che Doisneau ha tramandato ai posteri è l’immagine della Parigi più vera, ormai scomparsa e fissata solo nell’immaginario collettivo; è quella dei bistrot, dei clochard, delle antiche professioni; quella dei mercati di Les Halles, dei caffè esistenzialisti di Saint Germain des Prés, punto d’incontro per intellettuali, artisti, musicisti, attori.
In mostra, si possono ammirare alcuni dei suoi capolavori più famosi, tra cui il Bacio dell’Hotel de Ville, divenuta l’icona più riconoscibile della sua arte. La foto, scattata nel 1950, ritrae una coppia di ragazzi che si bacia davanti al municipio di Parigi mentre, attorno a loro, la gente cammina veloce e distratta. L’opera, per lungo tempo identificata come un simbolo della capacità della fotografia di fermare l’attimo, non è stata scattata per caso: Doisneau, infatti, stava realizzando un servizio fotografico per la rivista americana Life, e chiese ai due giovani di posare per lui.
Robert Doisneau (1912-1994), che amava paragonarsi a Eugène Atget, uno dei maestri della fotografia del Novecento, percorre fotograficamente le periferie di Parigi per “impossessarsi dei tesori che i suoi contemporanei trasmettono inconsciamente”.
È una Parigi umanista e generosa ma anche sublime che si rivela nella nudità del quotidiano; nessuno meglio di lui si avvicina e fissa nell’istante della fotografia gli uomini nella loro verità quotidiana, qualche volta reinventata. Il suo lavoro di intimo spettatore appare oggi come un vasto album di famiglia dove ciascuno si riconosce con emozione.
Noto oggi al grande pubblico, Doisneau, dopo essersi diplomato alla École Estienne, scopre la fotografia da giovane, mentre lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici. Nel 1931 è operatore da Vigneau e nel 1934 è fotografo per le officine Renault da dove viene licenziato cinque anni più tardi per assenteismo. Nel 1939 diviene fotografo-illustratore free-lance e nel 1946 entra definitivamente nell’agenzia Rapho. Nel 1974 la Galleria Chateau d’Eau di Toulouse espone le sue opere e, a partire dagli anni Settanta, ottiene i primi importanti riconoscimenti. Da allora le sue fotografie vengono pubblicate, riprodotte e vendute in tutto il mondo.
Autore di un grande numero di opere (gli archivi di Robert Doisneau comprendono circa 450.000 fotografie), Doisneau è diventato il più illustre rappresentante della fotografia “umanista” in Francia. Le sue immagini sono oggi conservate nelle più grandi collezioni in Francia, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna e sono esposte in tutto il mondo.
La mostra giunge allo Spazio Oberdan di Milano, dopo essere stata presentata a Parigi all’Hotel de Ville, in Giappone al Mitsukoshi di Tokyo e all’Isetan Museum di Kyoto e a Roma.
Durante tutto il periodo di apertura, l’esposizione sarà accompagnata da una serie di eventi collaterali dedicati a Parigi e alla fotografia, a partire da una inedita rassegna cinematografica a cura della Fondazione Cineteca Italiana e altri incontri culturali.
Biografia di Robert Doisneau
1912
Nasce a Gentilly (Val de Marne) il 14 aprile
1925/1929
Studia presso la Ecole Estienne e si diploma in litografia
1930
Lavora in uno studio di pubblicità specializzato in prodotti farmaceutici, l'Atelier Ullmann
1931
Assistente di André Vigneau
1932
Vende il primo reportage al quotidiano L'Excelsior
1934/1939
Fotografo industriale presso le officine della Renault di Billancourt.
1939
Viene licenziato per assenteismo .
Conosce Charles Rado, fondatore dell’Agenzia Rapho
Inizia a lavorare come fotografo e illustratore free-lance
1942
Conosce Maximilien Vox per il quale realizza numerose commissioni
1945
Inizia a lavorare con Pierre Betz, editore della rivista Le Point
Conosce a Aix en Provence Blaise Cendrars
1946
Ritorna all’Agenzia Rapho diretta ad quel momento da Raymond Grosset
Reportages per il settimanale Action
1947
Conosce Jacques Prévert e Robert Giraud.
Prix Kodak
1949/1951
Lavora per Vogue
1956
Prix Niépce
1960
Viaggio negli Stati Uniti: reportage a New York, Hollywood e Palm springs.
1966
Viaggio in Canada, reportage a Montréal, qualche giorno anche a New York
1967
Reportage in Russia «50 ans de réalisations soviétiques »
1971
Tour de France dei musei regionali con Jacques Dubois
1973
Film di François Porcile «Le Paris de Robert Doisneau ».
1975
Viene invitato ai Rencontres d'Arles
1981
Film di François Porcile «Poète et piéton »
Viaggio a New York
1983
Grand Prix national de la photographie
1984
Partecipa alla Mission photographique de la Datar.
1986
Premio Balzac.
1990
Vidéo Contacts (CNP/La Sept/Riff Production).
1992
« Bonjour, Monsieur Doisneau », film realizzato per Sabine Azéma (Riff Production).
1993
« Doisneau des Villes et Doisneau des Champs », film realizzato per Patrick Cazals (FR3 Limousin-Poitou-Charente).
1994
Muore a Parigi