Restart

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO ART1307
Rampe S. Antonio a Posillipo 104 , Napoli, Italia
Date
Dal al
Vernissage
24/10/2020

dalle 11 alle 20

Curatori
Cynthia Penna
Generi
arte contemporanea, collettiva
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ART1307 riapre alle esposizioni dal vivo dopo il lungo periodo di lockdown.

Comunicato stampa

Il colore come espressione di vitalità e forza costituisce il fulcro tematico di Restart, la collettiva al via dal 24 ottobre fino al 20 dicembre, organizzata allo studio ART1307 di Napoli.
Protagonisti della mostra, a cura di Cynthia Penna, saranno l’artista campano Alfonso Sacco e due artisti stranieri: Mika Cho (USA) e Yasunari Nakagomi (Giappone).
Restart costituisce l’evento simbolico che sancisce la riapertura, la rinascita ed il rinnovo dello spazio ART1307, dopo il lungo periodo di lockdown.
In particolare ecco il focus sugli artisti protagonisti dell’esposizione:

Nakagomi: ha elaborato opere su carta rivoluzionando il proprio stile attraverso l’introduzione di elementi di “movimentazione” dell’assetto pittorico. Il formato di alcune opere è trapezoidale, dunque assolutamente innovativo; inoltre la potenza espressiva dell’artista, che rimane saldamente ancorata alla paesaggistica giapponese di tradizione, si è qui attualizzata con un nuovo impianto scenografico che indugia su un verticalismo della pennellata del tutto nuovo per i suoi schemi. La struttura formale delle opere su tela di Nakagomi viene radicalmente sovvertita dall’introduzione di pennellate verticali e linee di colore che si intersecano o si sovrappongono le une alle altre; l’opera ha acquisito una dinamicità di movimento data dal tipo di pennellata grassa, piena, corposa che non lascia alcuno spazio alla staticità dell’immagine. La declinazione del colore, però, rimane quella originaria della evanescenza che sconfina in un “annebbiamento” della percezione visiva. Il mondo pittorico di Nakagomi non è più soltanto quello di un paesaggio metafisico e onirico, ma è anche quello di una realtà fatta di lotta e affermazione.

Alfonso Sacco: L’artista campano apre una pagina di narrazione focalizzata sulla memoria e lo fa esprimendosi soltanto attraverso il colore, che adopera in tutte le sue declinazioni.
Sacco è il più “espressionista” dei tre artisti; il più “oggettuale”, visto che agisce attraverso una base segnica che è quella dell’impronta, ovvero quel segno o quel tratto che determina l’ unicità del genere umano, al pari del DNA. L’impronta è essa stessa memoria del proprio vissuto, delle proprie radici, dell’ intimità, del passato, dell’io e del quando.
Spazio e tempo individuali riuniti sotto il segno di un’unica impronta che è memoria di sé.
Ma la bellezza delle opere di Sacco consiste nell’impatto immediato ed emotivo, nella vivacità che trasmettono. Queste impronte creano - sovrapponendosi o accostandosi l’una all’altra - un movimento costante, quasi una danza. Un affollamento di umanità che palpita innestandosi nella danza della vita. Un ordine cosmico in apparente disordine.

Mika Cho: Professore alla Cal State University di Los Angeles, Mika Cho ha svolto da sempre la sua attività artistica parallelamente a quella universitaria.
La tecnica pittorica dell’artista statunitense è legata decisamente ai “color fields” di stampo “rothkiano”, tanto cari all’astrazione americana del dopoguerra. Le opere di Mika Cho sono infatti caratterizzate da un’ intensa stratificazione del colore ad olio che l’artista usa sapientemente. Colore sfumato e luce compongono una narrazione che si rispecchia in immagini mentali e inconsce conducendo lo spettatore nell’alveo di una meditazione pacata e serena.