Quotes from the Left Left Hand

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MASSIMODELUCA
Via Torino 105/q 30170 , Mestre , Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì
10-17
sabato su appuntamento

Vernissage
05/06/2014

ore 19

Artisti
Elisa Strinna, Pedro Neves Marques, Stefano Calligaro, Ana Manso, Giovanni Sartori Braido, Răzvan Botiș
Uffici stampa
CASADOROFUNGHER
Generi
arte contemporanea, collettiva
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I sei artisti invitati a questo progetto collettivo, frutto della collaborazione fra diverse gallerie di ricerca, si confronteranno sul tema del linguaggio e dell’incontro-scontro tra intuito e razionalità.

Comunicato stampa

Nuova mostra collettiva per la Galleria Massimodeluca che nei giorni della vernice della 14° Mostra Internazionale di Architettura di Venezia inaugura Quotes from the Left Left hand (dal 6 giugno al 25 luglio 2014, opening giovedì 5 giugno 2014, ore 19) iniziativa nata dall’attitudine sperimentale di tre gallerie attive nel contesto europeo.
Il progetto espositivo trae riferimento da un'idea dell'artista Stefano Calligaro ed è frutto del network creato fra la Massimodeluca, la Galleria Sabot di Cluj, in Romania, e la Galleria Umberto Di Marino di Napoli. La mostra comprende opere di 6 artisti da queste rappresentati, che provengono da Italia, Romania e Portogallo: Răzvan Botiș, Stefano Calligaro, Ana Manso, Pedro Neves Marques, Giovanni Sartori Braido, Elisa Strinna.
Il titolo della mostra nasce dal testo “On knowing, essays for the left hand” di Jerome Bruner (1979), che analizza il legame tra conoscenza e forme del linguaggio, compreso quello artistico, attraverso l'affascinante metafora della mano sinistra, che tradizionalmente rappresenta il potere dell'intuito, dell'immaginazione e della spontaneità, alla ricerca di una mediazione con la razionalità e la tecnica identificati nelll'attività della mano destra. «Il linguaggio espresso “dalla mano sinistra” è un linguaggio inarticolato, che non cerca dettagli e descrizioni, ma spontaneità – spiega Stefano Calligaro – ognuno degli artisti selezionati per questa mostra lavora in modo personale e diverso con il linguaggio, producendo poetiche e narrazioni differenti che si traducono naturalmente anche in una pluralità di scelte stilistiche. Il risultato è un miscuglio linguistico che non per forza comunica, ma che di certo trasmette grazie a un bagaglio visivo di codici, gesti, azioni e segni che rifiutano la retorica del concetto e si manifestano invece in tutta la loro imprecisione e nel loro disordine, che non sono altro che le diversità dialettiche che stanno alla base di ogni pensiero».
Nelle opere di Răzvan Botiș (Cluj, 1984) l'elemento narrativo è presente con forza già nella connessione tra titolo e lavori - soprattutto installazioni e fotografie -, tanto da pre-esistere alla forma o all'immagine che poi costituisce l'opera stessa; l'interesse di Stefano Calligaro (Cividale del Friuli, Udine, 1976) è invece proprio per l'anti-narrazione, la confusione di un lavoro che non concede molto al pubblico e resta anzi ermetico, un alfabeto in codice che genera, non costruisce; il simbolo, il gesto, il ritmo e un'approfondita riflessione sulla pittura sono invece alla base del lavoro di Ana Manso (Lisbona, 1984), che sfrutta la componente linguistica del dipingere per arrivare a un risultato che travalica la pura materia e si avvicina a un paesaggio mentale; Pedro Neves Marques (Lisbona, 1984) lavora principalmente con installazioni, sculture e video e le sue opere sono caratterizzate dalla contaminazione tra diversi campi scientifici, e la mancanza di un campo di indagine definito diventa strumento per tentare di rappresentare i processi tramite i quali si forma l'individualità o l'organizzazione di strutture o eventi; anche Elisa Strinna (Padova, 1982) sceglie prevalentemente installazioni, sculture e video come media e con essi indaga la percezione umana e il modo in cui strutturiamo la nostra conoscenza, dove il linguaggio si fa ritmo visivo e sonoro, il suono diventa segno grafico e il segno grafico diventa immagine in movimento; Giovanni Sartori Braido (Mestre, Venezia, 1989) propone una pittura figurativa che tramite suggestioni e contesti spiazzanti cerca di muoversi per diventare trama visiva e trasposizione quasi di un mondo digitale.