Premio Fausto Pirandello / Di Testa e di Filo

Informazioni Evento

Luogo
MUSEO CIVICO DI ARTE MODERNA E CONTEMPORANEA DI ANTICOLI CORRADO
Piazza Santa Vittoria, 2 , Anticoli Corrado, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

martedì – venerdì: h. 10-16 / Sabato – domenica: h. 10-18

Vernissage
16/10/2021

ore 16

Biglietti

Intero 3€; ridotto 2€

Curatori
Edoardo Fontana
Generi
arte contemporanea, collettiva, disegno e grafica

Il Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, parallelamente all’esposizione delle dieci opere vincitrici del Premio Fausto Pirandello, ospiterà la mostra Di Testa e di Filo. La xilografia come linguaggio anticontemporaneo, 18 giovani xilografi.

Comunicato stampa

Di Testa e di Filo: la xilografia come linguaggio anti-contemporaneo, 18 giovani xilografi

a cura di Edoardo Fontana

Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado

16 Ottobre 2021 - 16 novembre

inaugurazione ore 16:00

GABA Young - Galleria d’arte dell’Accademia di Belle Arti di Macerata

via Antonio Gramsci 55 - Macerata

martedì 8 Febraio - 26 Febbraio 2022

Inaugurazione ore 18:00

Il Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea, parallelamente all'esposizione delle dieci opere vincitrici del Premio Fausto Pirandello, ospiterà la mostra Di Testa e di Filo. La xilografia come linguaggio anticontemporaneo, 18 giovani xilografi.

Dopo le passate rassegne dedicate a Italo Zetti, alla xilografia italiana nella prima metà del Novecento, il museo di Anticoli Corrado prosegue la sua indagine nel mondo dell’incisione xilografica proponendo una collettiva di diciotto giovani artisti, accomunati dall’aver frequentato i corsi di Francesco Parisi alla Accademia di Belle Arti di Macerata o i suoi workshop estivi tenuti nel piccolo borgo della valle dell’Aniene.

Spesso molto diversi tra loro per scelte iconografiche, i giovani artisti hanno deciso di dedicarsi alla xilografia: questa mostra diventa cosi una sorta di manifesto programmatico, una presa di posizione e il frutto di uno scavo, profondo, come il segno lasciato da sgorbia e bulino sulla tavoletta di legno. Talvolta in profondità con aspra e spigolosa forza, altre volte con segni appena percepibili, delicati graffi che marcano poi linee docili sulla carta. Disciplina collocata al di fuori del mercato poiché gravata di quella lentezza che impone la penetrazione della materia, l’incisione diviene apice di abilità di cui il disegno è certamente la più importante e tra gli xilografi presentati si scorge una severa attenzione a questo elemento, attenzione che non scade mai in una sterile ricerca d’effetto ma che inventa invece linguaggi personali e talvolta altamente suggestivi come nel caso delle composizioni dedicate a La ballade des Pendus di Françoise Villon incisi su legno di testa da Aurora Guarazzoni, dei paesaggi di Loredana Camela, Samuele Di Giovannantonio e Antonia Lombardi, che ci immerge in una misteriosa natura ispirata da vibrazioni sottilmente insinuanti. Una apertura surreale scaturisce dalle tracce di François Iacob, Jacopo Pannocchia e Alessandro Cavallone. Valentina Formisano incide una grande xilografia Mattatoio, di forte impatto visivo mentre Salvatore Ramaglia predilige una morbida sequenza di passaggi tonali. Leonardo Fabretti adatta l’uso espressivo dell’impronta della lama della sgorbia per sciogliere la composizione in una sintetica opposizione netta di bianchi e di neri come Lisa Ciccalè nelle sue incisioni dedicate ai rapaci e alla falconeria. L’occhio si immerge nelle penombre della xilografia di Luna-Hoei Cini mentre sul filo di un gioco tra forma e messaggio lavora Allegra Donati. Marta Alvear Calderon si rifà a un immaginario cupo e dolente, malinconica assenza e immobile sospensione fermano le xilografie di Alice Giangolini, visioni che diventano contorsioni di linee in un gioco di contrasti nelle lisergiche composizioni di Sabrina Spreafico. Si inseriscono invece nella tradizione della xilografia policroma di grande formato Marianna Guerra e con piglio più giocoso Diana Blu.

La mostra sarà riproposta a Macerata presso la GABA Young - Galleria d’arte dell’Accademia di Belle Arti di Macerata nel mese di febbraio

Esporranno gli artisti:

Diana Blu, Marta Alvear Calderon, Loredana Camela, Alessandro Cavallone, Lisa Maria Ciccalè, Luna-Hoei Cini, Samuele Di Giovannantonio, Allegra Donati, Leonardo Fabretti, Valentina Formisano, Iacob François Gabriel, Alice Giangolini, Aurora Guazzaroni, Marianna Guerra, Antonia Lombardi, Jacopo Pannocchia, Salvatore Ramaglia, Sabrina Spreafico.
Premio “Fausto Pirandello” 2021: mostra di pittura

Anticoli Corrado (RM), Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea

16 ottobre – 14 novembre 2021

A cura della Fondazione Fausto Pirandello

Apertura: 16 ottobre 2021, ore 16:00

La Fondazione Fausto Pirandello è lieta di annunciare la mostra dei dipinti vincitori del bando della prima edizione del premio di pittura “Fausto Pirandello”, lanciato la scorsa estate. Premiate tra oltre cinquanta candidature pervenute, saranno in mostra presso il Civico Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Anticoli Corrado le opere di Pasquale Gadaleta (Terlizzi, 1988), vincitore del primo premio; Francesco Campese (Avellino, 1986), vincitore del secondo premio; Francesco Cherveddu (Sassari, 1999), vincitore del premio under 30; Antonio Crobu (Sassari, 1989); Dario Nanì (Ragusa, 1993); Francesco Caristia (Catania, 1994); Huang Guzi (Guangdong, 1996); Michele Bellini (Roma, 1990); Valerio Cavallaro (Eboli, 1998); Yilixiati Dilixiati (Xinjiang, 1992).

Il tema scelto per la prima edizione del Premio, voluto da Giovanna Carlino Pirandello per ricordare ed onorare la memoria del marito Pierluigi, è l’autoritratto, in linea con la mostra di autoritratti di Fausto Pirandello a cura di Manuel Carrera in chiusura il 15 ottobre. Una parte delle opere del maestro romano resteranno esposte fino al 14 novembre 2021, permettendo così un dialogo con i dipinti dei giovani artisti premiati.

I pittori, che da bando potevano provenire da ogni nazionalità e avere un’età compresa tra i 18 e i 35 anni, sono stati invitati a riflettere sul tema dell’autoritratto in considerazione dell’importanza che esso riveste nella produzione di Pirandello.

«Chiusa com’è nel circolo perfetto della sua vita, la pittura di Fausto Pirandello sta compiendo un’alta autobiografia, ancora aperta a imprese non prevedibili»: così scriveva nel 1953 Libero de Libero, riassumendo con una definizione particolarmente azzeccata oltre trent’anni di attività. Una rilettura in chiave “autobiografica” della produzione del pittore romano non può che cominciare da un percorso attraverso gli autoritratti, più di cento tra dipinti a olio e opere su carta. Il valore che Pirandello attribuiva alla rappresentazione di sé stesso va oltre il documento o l’intenzione di esprimere la propria interiorità, forse più evidente in soggetti quali nudi e bagnanti: esso, infatti, va piuttosto ricondotto alla ricerca teorica di un linguaggio che si svincolasse dalla narrazione ottocentesca e al contempo, pur mantenendo un legame con la realtà oggettiva, tenesse conto delle strade aperte dalle avanguardie.