Portrait #1
Portrait #1 è una performance e un’installazione site specific, pensata per la festa del solstizio d’inverno al MAAM di Roma.
Comunicato stampa
Il Collettivo Illimine presenta:
PORTRAIT #1
Performance e installazione multimediale
Performers: Majella Thomas, Malcolm Angelucci, Chris Caines
Museo dell’Altro e dell’Altrove di Metropoliz
Via Prenestina 913 - Roma
19-22 DICEMBRE 2014
Portrait #1 è una performance e un’installazione site specific, pensata per la festa del solstizio d’inverno al MAAM di Roma.
Interrogarsi sul senso del luogo e dello spazio come occasione, punto nodale per riflettere sull’incontro, il dialogo, il mutamento, l’altro: questo sta alla base dell’idea di Portrait #1.
Scrittura//Voce//Dialogo//Gesto
Due soggetti, l’uno/a di fronte all’altro/a, in una stanza del MAAM, allo stesso tempo scriveranno l’un l’altro/a, e poseranno per l’altro/a, otto ore al giorno, senza interruzioni, per tre giorni. E, mentre scrivono, ‘diranno’, metteranno in voce lo scritto. I performer, Majella Thomas e Malcolm Angelucci, sono anche una coppia nella vita; l’improvvisazione dialogica che esploreranno si configura in questo senso come un momento simbolico fondamentale dei quindici anni di esistenza in comune. Partendo dal ritratto nel suo senso più classico, come descrizione reciproca, i due continueranno a scriversi a vicenda, spingendo, grazie a durata, intensità della concentrazione e coinvolgimento dei propri corpi, la propria ‘storia’ oltre i limiti della consueta ‘narrazione’.
Portrait #1 si definisce in questo contesto come il punto nevralgico di una ricerca su e attraverso la performing art e l’arte multimediale, che percorre 3 temi principali:
- Dialogo, narrazione, e rappresentazione: il ‘ritratto’ coinvolge due soggetti/artisti, ed esplora la performance come un processo di improvvisazione dialogica, e l’opera che ne deriva come la cristallizzazione (nello spazio e nella materia) di questo dialogo intersoggettivo. Si tratta, in altre parole, della pratica dell’incontrare e dello scrivere/descrivere l’altro, fino al punto limite della sua impossibilità (infinitudine, ecc.)
- Medialità e materialità: Portrait #1 esplora la performance come gesto (Agamben). Al di là della ‘comunicazione di un contenuto’, l’estensione della durata dell’evento ai limiti delle capacità dei performer e dei mezzi della loro comunicazione (scritta, orale, fisica), porta ad una ricerca sul corpo (movimento), sulla scrittura e sulla voce come puri mezzi, e nel loro eventuale emanciparsi dalle intenzioni dell’artista/autore. Spingersi oltre i lineamenti, oltre le ‘storie di famiglia’, oltre i ‘segreti mai confessati’, attraverso la noia, la fatica fisica, le corde vocali provate, il desiderio di ‘aver finito’, verso uno spazio altro. Arrivare a ‘comunicare lo scrivere’, a ‘dire la voce’?
- Interazione tra soggetto e tecnologia: lo specifico spazio architettonico, le tecnologie della scrittura, le tecnologie di amplificazione e architettura sonora, ecc. vengono indagate come apparati attraverso cui l’artista si attualizza, come parte integrante ed essenziale del processo di soggettivazione dei performer, al di là dell’illusoria ‘intenzione’ e ‘volontà’ del soggetto comunicante.
19 -21 Dicembre - Performance.
Nei giorni 19 e 20 dicembre la performance sarà fruibile ai soli residenti di Metropoliz; il 21 dicembre, giorno in cui il MAAM festeggia il solstizio d’inverno, sarà aperta al pubblico (dalle 14,00 in poi)
Un filtro trasparente (plexiglas) (200x240cm) è fissato al pavimento della sala.
Da un lato sta Majella, dall’altro Malcolm. I due possono facilmente vedere la sagoma dell’altro, appena sfocata, attraverso lo schermo. Ognuno di loro ha a disposizione: pennarelli neri e bianchi; 2 piccoli rulli da imbianchino con colore nero e bianco, una sedia.
Per 3 giorni, 8 ore al giorno, dal mattino alla sera, senza interruzioni, Majella e Malcolm scriveranno l’uno il ritratto dell’altro, ognuno sul proprio lato del vetro. Allo stesso tempo, necessariamente, ognuno starà anche posando per l’altro, fermo, o in movimento.
Mentre scrivono, i due ‘diranno’ (ad alta voce, o sussurrando, o prendendosi delle pause, o degli urli, secondo le proprie necessità) quello che stanno scrivendo, lo ‘metteranno in voce‘. Ognuno nella propria lingua: Majella in inglese, Malcolm in italiano.
Partendo da ciò che vedono, come un vero e proprio ‘ritratto’, i due performer improvviseranno, reagiranno l’uno al movimento dell’altro, ‘dialogheranno’. La scrittura, ora dopo ora, aggiungerà strato dopo strato al plexiglass, fino a divenire incomprensibile; la voce, ora dopo ora, continuerà per inerzia, oltre le proprie forze, fino a perdere d’intenzione.
Chris Caines catturerà le due voci dal vivo e le manipolerà in una scultura sonora astratta, anch’essa variabile attiva della performance, ulteriore elemento del dialogo.
Quel che rimarrà sarà la materialità di quel rinnovato dialogo, riattualizzata nello spazio, che rinnoverà tutto il suo valore simbolico. Questa traccia scritta e sonora sarà la base della successiva installazione.
22 Dicembre – Installazione
L’installazione, traccia tangibile della performance che ha avuto luogo, rimarrà visitabile il 22 dicembre (dalle 12,00 alle 18,00), e sarà costituita da:
- Il plexiglas: nel centro della sala, scritto e riscritto nei suoi strati di bianco e di nero, di calligrafia;
- La scultura sonora di Chris Caines: memoria/eco digitale del movimento e delle voci dei performer.
Contatti:
[email protected]; cell.: 339 8399433
Collettivo Illimine
Malcolm Angelucci, docente presso la University of Technology, Sydney in Australia (UTS) e vice-direttore del Centre for Media Arts Innovation (CMAI), ricerca e pratica nell’area dei voice studies, performance art e poesia. È autore di varie pubblicazioni accademiche su questi temi, tra cui il recente volume Words Against Words (Troubador, 2011).
Majella Thomas, ricercatrice, ha un decennio di esperienza accademica nell’ambito degli studi letterari, di poetica e stilistica. Più recente è la sua ricerca sui voice studies, condotta attraverso lavoro accademico e pratica artistica.
Chris Caines, docente alla UTS, direttore del CMAI, artista interdisciplinare e multimediale, ha lavorato per oltre vent’anni nell’ambito dell’arte elettronica e digitale. I lavori di Chris sono stati esibiti in contesti quali l’Australian Centre for the Moving Image, Queensland Art Gallery, Museum of Modern Art di New York, Tate Gallery di Londra, e nei festival cinematografici di Berlino, Cannes e Venezia.
I tre hanno di recente collaborato alla edizione del libro tablet multimediale Voice/Presence/Absence (www.mediaobject.net), ed all’organizzazione della relativa conferenza internazionale ed interdisciplinare tenuta a Sydney nel 2013.
Al concept, alla progettazione e all’organizzazione di Portrait #1 lavorano Piero e Stefania Ferrante.