#Pittura
I soggetti dei lavori presentati sono quelli della tradizione classica: si passa dai ritratti ai paesaggi fino all’astrattismo. Quello che cambia è, ovviamente, il diverso approccio di chi li ha dipinti.
Comunicato stampa
La galleria Giuseppe Pero è particolarmente lieta di aprire la nuova stagione espositiva con una mostra collettiva dedicata a giovani artisti italiani, tutti pittori.
Anche se inusuale, quello di settembre è infatti uno spazio che tradizionalmente è dedicato alla personale dell’artista di punta della una galleria, la scelta di affidarlo a sette giovani pittori è stata facilitata dalla straordinaria qualità e maturità delle opere proposte. Si intende in questo modo riportare l’attenzione e restituire un posto primaria importanza ad una pratica artistica, la pittura, in cui gli italiani sono stati per lungo tempo maestri incontrastati ma poco frequentata di recente.
Arte italiana e pittura per secoli hanno rappresentato un binomio inscindibile e nessuno dei più importanti musei mondiali ha potuto prescindere dal possedere una collezione di pittura italiana. Le mutate condizioni sociali e l’avvento dei nuovi media hanno contribuito a mutare radicalmente il modo di fare e di pensare l’opera d’arte. La pittura appare come una tecnica inadeguata a descrivere appieno le dinamiche del mondo contemporaneo e quindi viene progressivamente accantonata. Lungi dallo scomparire essa di tanto in tanto riemerge, pur con esiti diversi.
Si sta, infatti, formando in Italia un nuovo gruppo di artisti che ha ripreso parlare vivacemente di pittura, grazie anche a varie iniziative culturali promosse da docenti e curatori che vanno moltiplicandosi sul territorio nazionale: uno degli ultimi esempi è Painting Practices la prima residenza per la pratica pittorica curata da Andrea Bruciati a Nogaredo.
Quelli che presentiamo sono, a nostro avviso, sette giovani pittori tra i più promettenti provenienti da diversi centri formativi d’Italia: Barbara Prenka (neo-vincitrice del Premio Combat per la pittura) Adriano Valeri.Luca de Angelis, Lorenzo Di Lucido, Davide Serpetti, Lorenzo Morri, Simone Zaccagnini.
I soggetti dei lavori presentati sono quelli della tradizione classica: si passa dai ritratti ai paesaggi fino all’astrattismo. Quello che cambia è, ovviamente, il diverso approccio di chi li ha dipinti. Lo sguardo indagatore e quello di ragazzi di vent’anni che guardano i loro coetanei, lo spazio urbano in cui si muovono dove è possibile incontrare piante preistoriche, presenze incongrue in tanti giardini cittadini, che crescono accanto motori di condizionatori industriali. C’è chi trae ispirazione da immagini fotografiche e chi, più tradizionalmente, chiede ad amici o sconosciuti di posare per un paio d’ore dal vivo sul divano del proprio studio; chi, ancora, esprime la propria ricerca estetica nella ripetizione meditata del medesimo gesto pittorico sulla tela. Nuovi colori compaiono sulla tavolozza: campeggiano con prepotenza l’arancione fluo delle reti da cantiere e il blu elettrico dei bidoni di plastica per la raccolta delle acque, a rappresentare un’urgenza ecologica inedita fino a qualche decennio fa.
#PITTURA
Luca de Angelis, Lorenzo Di Lucido Lorenzo Morri,
Barbara Prenka , Davide Serpetti, Adriano Valeri, Simone Zaccagnini
OPENING 18 SETTEMBRE ore 18,00
Dal 19 SETTEMBRE al 15 NOVEMBRE 2014
da martedì a sabato H.14-19
Sabato su appuntamento
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PRESS RELEASE
Galleria Giuseppe Pero is pleased to announce the exhibition
#PITTURA
Luca de Angelis, Lorenzo Di Lucido, Lorenzo Morri,
Barbara Prenka, Davide Serpetti, Adriano Valeri, Simone Zaccagnini
Galleria Giuseppe Pero is particularly pleased to open the new exhibition season with a group show on young Italian artists, all of them painters.
Though it is unusual – the September show is usually set aside for a solo exhibition by the gallery’s top artist – the choice of organizing an event with seven young painters has been facilitated by the extraordinary quality and maturity of the works themselves. The idea is to return the focus to and emphasize the importance of a recently neglected artistic practice – painting – in which Italians have long been the unchallenged masters.
Italian art and painting represented an inseparable duo for centuries, and not one of the world’s leading museums is without its Italian painting collection. Changing social conditions and the advent of new media have contributed to radically change our ways of making and thinking about artworks. Painting has seemed like an unsuitable technique to fully describe the dynamics of the contemporary world, and therefore it has been gradually set aside. Yet far from vanishing, from time to time it has resurfaced, though with differing results.
Today in Italy, in fact, a new group of artists is taking form, reviving the debate on painting, also thanks to various cultural initiatives promoted by teachers and curators, multiplying across the national territory: one of the latest examples is Painting Practices, the first residency for painted organized by Andrea Bruciati in Nogaredo.
In our view, the seven young painters presented in this show are among the most promising to emerge from the various centers of training in Italy: Barbara Prenka (recent winner of the Premio Combat for painting), Adriano Valeri, Luca De Angelis, Lorenzo Di Lucido, Davide Serpetti, Lorenzo Morri, Simone Zaccagnini.
The subjects are those of the classical tradition: from portraits to landscapes to abstraction. What changes, obviously, is the approach of the painters themselves. The investigating gaze is that of young people in their twenties who observe their contemporaries, the urban space in which they move, where it is possible to encounter prehistoric plants, incongruous presences in many urban gardens, growing next to industrial air conditioner motors. Some find inspiration in photographs, others – more traditionally – ask friends and strangers to sit for a couple of hours on the sofa at the studio; others still express their aesthetic research through the meditative repetition of the same pictorial gesture on the canvas. New colors appear in the range: the fluo orange of worksite barriers, the electric blue of plastic jugs to collect rainwater, reflecting an ecological urgency unfamiliar until just a few decades ago.