Pittori macchiaioli tra ‘800 e ‘900

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO CULTURALE ENRICA RAINETTI
Loc. Castagno D'Andrea (50060) San Godenzo, San Godenzo, Italia
Date
Dal al

lunedì chiuso, da martedì a domenica ore 10-12.30 e 15.30-19.30

Vernissage
09/07/2011

ore 17

Generi
collettiva, arte moderna
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Ben 65 opere di allievi, più o meno diretti, di Fattori, Lega, Signorini, che pur nel rinnovamento non tradirono le origini e la tipicità degli insegnamenti ricevuti dai maestri macchiaioli, consentiranno di seguire l’evoluzione di questo movimento verso la moderna pittura europea.

Comunicato stampa

La pittura di “macchia” farà grande anche l'estate 2011 di Castagno
Dopo il successo della mostra del 2010 saranno 65 le opere esposte dal 10 luglio al 28 agosto

Dopo il successo dell’esposizione che lo scorso anno ha richiamato, piedi del Monte Falterona, nel piccolo paese di Il Castagno d'Andrea oltre cinquemila persone, il Comune di San Godenzo torna a proporre un nuovo consistente numero di importantissime opere di pittura di macchia.
Con la mostra di quest'anno si completa l'esposizione al pubblico di una tra le più interessanti e rigorose collezioni private di pittura tra ottocento e novecento. Una raccolta andata dispersa dopo la morte del proprietario e che il curatore Giuseppe Figna è riuscito a riunire mostrando, nell’allestimento fornito dalla Firenze Laboratori Opera, un corpus di opere di alta qualità pittorica, con punte di assoluta eccellenza, che rivelano le straordinarie doti degli artisti e la squisita sensibilità ed il gusto del collezionista.
L'esposizione, caratterizzata anche dalla ricostruzione di un salotto-studio dell'epoca e dalla presenza di numerose fotografie, documenti ed oggetti attraverso i quali è possibile comprendere l'atmosfera che circondava gli artisti ed inquadrare il periodo storico in cui vissero, è il necessario ed indispensabile completamento di quella del 2010 nella quale furono mostrati capolavori assoluti dei padri della “macchia”.
Ben 65 opere di allievi, più o meno diretti, di Fattori, Lega, Signorini, che pur nel rinnovamento non tradirono le origini e la tipicità degli insegnamenti ricevuti dai maestri macchiaioli, consentiranno di seguire l'evoluzione di questo movimento verso la moderna pittura europea.
65 opere di assoluto valore che, in molti casi, rappresentano i vertici della pittura postmacchiaiola e che, rapportate agli autori, forse sono anche più importanti di quelle mostrate l'anno scorso e completano la esposizione della raccolta di chi per primo le collezionò ma anche la panoramica sulla parte migliore della pittura toscana tra 800 e 900, quella che costruì il futuro ma guardando il passato.
Dopo il grande successo già ottenuto dal catalogo, unico per il biennio, i visitatori potranno acquistarne le ultime copie rimaste. L'opera, assai curata anche dal punto di vista grafico, lascia al memoriale del collezionista un viaggio senza tempo tra realtà e fantasia ed il compito di sostituire sia la biografia degli artisti con precisi riferimenti ai fatti principali della loro vita e curiosi aneddoti, sia le schede poiché già analizza tutte le opere.
Alle riproduzioni di queste ultime, tutte a colori, sono comunque aggiunti i dati tecnici. Un testo semplice ma storicamente accurato, un libro più che un catalogo che consente anche ai non esperti di avvicinarsi alla storia dell'arte toscana del XIX secolo fornendo loro un innovativo strumento di consultazione e di informazione.

“Mi piace sottolineare l’importanza di aver dato seguito a mostra dello scorso anno, afferma soddisfatto il Sindaco di San Godenzo, Alessandro Manni, con la seconda parte realizzata grazie al grande impegno di tutti, malgrado le grosse difficoltà economiche che affliggono i piccoli comuni come il nostro. Va riconosciuta l’importanza che la prima parte della mostra ha avuto per il territorio, anche a livello turistico, con il flusso di oltre 5.000 presone, con l’indotto e la ricaduta che questo comporta. E’ la dimostrazione che l’impegno e la passione portano a grandi risultati e che il binomio cultura-ambiente sono un’arma vincente, da sfruttare per il nostro Comune. Oltre che un arricchimento culturale per l’intera comunità che in questi tempi appare in controtendenza, anche in realtà molto più grandi. Mi preme ringraziare in particolar modo, conclude Manni, l’Assessore alla Cultura, Marilena Saletti, che tanto si è data da fare per questa iniziativa, le tante persone che con passione, dietro le quinte, hanno lavorato e lavoreranno per la buona riuscita dell’evento, e su tutti Giuseppe Figna, che anche in questo anno ha seguito, quotidianamente, con la consueta passione e competenza, il nascere e lo svilupparsi di questo progetto.”
Inoltre la manifestazione si legherà con l’”Estate Musicale”, che poterà nell’attigua chiesa, che ospita il Crocifisso di Pietro Annigoni, alcuni dei maggiori nomi della classica mondiale, che raggiungeranno la frazione di San Godenzo arrampicata sulle pendici del Falterona, grazie al grande e scrupoloso lavoro di Don Bruno Brezzi.
Motivo in più, insieme alla bellezza del paesaggio, la qualità dell’aria ed una eccellente enogastronomia, per scegliere di vivere una giornata, nel nome dell’arte e non solo, a Castagno d’Andrea.

San Godenzo, 06 luglio 2011

UFFICIO STAMPA
Periscopio Comunicazione

Breve presentazioni dei pittori e delle opere esposte

Tanti i pittori che vengono proposti in questa seconda parte della mostra dedicata a Macchiaioli e “periodo post Macchia.” Ne forniamo una breve presentazione con accenni anche alle opere esposte:

ADOLFO TOMMASI è forse il più interessante dei pittori del naturalismo fiorentino e viene qui rappresentato da due opere di grande rigore ed importanza, ugualmente splendide pure se assolutamente diverse per luce ed atmosfere.
Di ANGIOLO TOMMASI è possibile ammirare un cospicuo numero di belle opere. L'artista esibì per alcun tempo una vera e propria mimesi dello stile del maestro Lega, di raffinatissima qualità.
Il bel ritratto di Luigi Illica, l'autore del libretto della Bohème, attesta la sua frequentazione dell'ambiente artistico radunatosi intorno al grande compositore Giacomo Puccini a Torre del Lago.
LUDOVICO TOMMASI riesce a guardare al maestro Lega con maggiore spirito critico del fratello Angiolo, . Nella sua acuta sensibilità il magistero del Lega genera affondi improvvisi, annodamenti problematici, è causa diretta dell'esclusione di qualsiasi elemento naturalistico. Nella mostra di Il Castagno d'Andrea si può capire questa evoluzione partendo da un'opera giovanile dove si ritrova tutto l'insegnamento del maestro passando poi a due opere più mature che proiettano la sua arte nel rinnovamento novecentesco
I quadri di FRANCESCO GIOLI attestano la veridicità della definizione apparsa in un articolo sulla rivista Il Marzocco a firma Kodak ovvero del Direttore Adolfo Orvieto: “come artista viene dalla macchia, come cacciatore ci va spesso, soltanto come uomo è senza macchia”
Il fratello LUIGI GIOLI, qui ben rappresentato da opere significative, alterna ai temi idilliaci del mondo campestre quelli della vita urbana: vedrete delle bellissime impressioni innovative per il taglio dell'inquadratura e la definizione netta delle figure al centro della scena.
GIORGIO KIENERK: nelle sue tele una tavolozza di limpidezza adamantina riesce ad esprimere sensi vivissimi di profondità d'aria e di lontananza fermata in uno strato di evocazione.
Di lui manca, purtroppo, nella collezione esposta, la parte più grafica e simbolistica, così come quella puramente divisionista
PLINIO NOMELLINI attivo agli inizi in ambito leghiano, anche se con sbandate signoriniane, stimatissimo da Fattori che si vanta spesso di essergli stato Maestro, presenta anticipazioni divisioniste. Un divisionismo istintivo con, nelle opere migliori, una fluente vena intimista, ricca di ricordi leghiani, accesi da un lirismo incandescente.
ULVI LIEGI giovane di ricca famiglia ebrea, colto, irrequieto anche sofisticato se vogliamo, dipinge tavolette di alto livello formale, originali oltre la meditata matrice signoriniana. Potremmo definire la sua pittura un mosaico cromatico. Capacità percettiva e sensibilità acutissima suppliscono al coinvolgimento d'emozione dei primi macchiaioli, definendo un distacco ottico di qualità primonovecentesca in un processo d'allontanamento dal vedere “naturale” ma, pur nella comprensione ammirata dell'impressionismo, non modifica il suo stile. Rimarrà per tutta la vita un isolato, capace di guardare la storia dall'alto di una non convenzionalità ai limiti dello snobismo.
GALILEO CHINI le sue origini pittoriche sono ben diverse da quelle accademiche, fu pittore, ceramista e tanto altro ancora.
BENVENUTO BENVENUTI, seguace del Grubicy, è un interessante caso di divisionismo spiritualista. Fu l'unico toscano che rimase per tutta la sua vita fedele ai principi del divisionismo.
GIOVANNI BARTOLENA perentorietà del linguaggio, smalti timbrati perfettamente, privi di rapportanza tonale caratterizzano la sua produzione.

MARIO PUCCINI straordinario artista pur nella sua caratterialità patologica. Il colore è il protagonista della sua pittura; un colore inedito che costruisce l'immagine ponendosi come elemento definitorio della struttura; il colore protagonista di una ristrutturazione dell'immagine
LLEWELYN LLOYD i cui paesaggi tendono sempre a fermare una luce transeunte ed indagarla nel suo potenziale emotivo. Un'opera giovanile ci mostra le sue origini fattoriane, mentre una della maturità attesta il vertice dal Lloyd raggiunto, dopo tanta sperimentazione, anche divisionista, nella rinnovazione della pittura del secolo XX .
OSCAR GHIGLIA mostra evidente il suo interesse per le secessioni europee. A partire dal 1905 nel suo stile le forme si semplificano riducendosi al senso del puro volume-colore , una depurazione in una gamma cromatica limpidissima avente origine dal Fattori per il quale l'artista, pur senza esserne stato allievo, ha professato sempre grande ammirazione. Una delle personalità più complesse ed avventurose della pittura italiana degli inizi del XX secolo.
Ed ancora, in ordine sparso:
RUGGERO PANERAI il pittore che fu anche uno dei primi corridori su velocipedi, restò sempre fedele seguace del Fattori.
CESARE CIANI lo possiamo definire il cantore della Firenze di Oltrarno.
VITTORIO MATTEO CORCOS è il pittore del bel mondo e delle belle donne
RAFFAELLO GAMBOGI che per l'influsso della moglie, la pittrice finlandese Danielson, porta nella pittura toscana riferimenti alla pittura nord europea
RENATO NATALI dalla spiccata personalità, cantore delle piazza e delle vie di Livorno ma anche dei livornesi. Con splendidi e brillanti colori ha reso il “colore” della sua città e dei suoi concittadini
LUIGI MICHELACCI si definì “l'ultimo dei macchiaioli”.
Ma non mancano neppure:
FRANCESCO VINEA, pittore elegante ed originale, corretto tanto nel disegno quanto nel colore, esecutore finissimo. In mostra abbiamo la fortuna di una tavoletta di quelle fatte per gli amici (dedicata al collega Ulvi Liegi) e non per il commercio, proprio quelle in cui risaltano tutte le sue doti,
Rari gli acquerelli di ADRIANO CECCHI che come Vinea ebbe successo commerciale con figurine incipriate e scene goldoniane ma che fu artista geniale e poliedrico: pittore, scultore, architetto, poeta, commediografo ecc.,
Deliziosa la piccola tavoletta, di pretto stile macchiaiolo, della chiesa di Cercina opera di FEDERICO ANDREOTTI che conosceva i segreti dell'arte più raffinata ma anche tutte le furberie del mestiere. Per questo non ebbe una produzione omogenea.
RAFFAELLO SORBI, ottimo disegnatore, pittore di quadri storici o di soggetto religioso ma anche di bellissimi piccoli paesaggi di grande lirismo.
FILADELFO SIMI anche lui forte disegnatore, apprezzato più all'estero che in Italia, è rappresentato da uno studio preparatorio per il quadro “Un mazzo di fiori” attualmente nel museo Castle di Nottingham. ma ricordiamo che il disegno è l'elemento primo ed essenziale, il linguaggio inalienabile e completo che da sé già sviscera tutto di un pittore.
ALFONSO HOLLAENDER è il prussiano che si unì ai macchiaioli dopo la battaglia di Sedan.
GIOVANNI LOMI dal linguaggio inconfondibile in uno stile sobrio, deciso, moderno.
RENUCCIO RENUCCI l'artista che nel mare ebbe il primo elemento ispiratore.
GINO ROMITI la cui umile pittura, come egli amava definire la sua opera, tende sempre all'armonia, al diletto di luce e colore, alla vibrazione spirituale dell'impronta divina nella natura.