Pietro Diotti -Architratti
Fotografie costruite con il gusto dello scorcio, suggestioni di appunti di viaggio, immagini scattate attraversando capitali europee, piccoli paesi del sud della Francia e assolate città del sud Italia.
Comunicato stampa
Sono “tratti” e “ritratti” le visioni delle architetture che Pietro Diotti presenta in questa mostra d’immagini in bianco e nero.
Quello che si coglie è l'essenza in uno scatto, quasi un porre l’attenzione verso quei “tratti” più profondi e significativi che vengono colti in un solo particolare.
Le suggestioni di appunti di viaggio nelle capitali europee, nei piccoli paesi del sud della Francia o nelle assolate città del nostro sud, sono ritratte con il gusto dello scorcio che coglie un punto di vista inusuale, la fotografia infatti non vuole mostrare la realtà ma l’idea che se ne ha.
Diotti fotografa con la consapevolezza di non fornire un reportage completo di un determinato edificio, anzi è vero il contrario, per intuirne il valore e l’essenza di un’architettura, fa ricorso all’indeterminazione, a una sorta d’incompiutezza che deve permettere allo spettatore di ricomporre mentalmente ciò che non viene esibito.
Il messaggio qui non è troppo esplicito e diretto, i suoi scatti volutamente non ci raccontano degli architetti, né di che edificio si tratti. La fotografia contemporanea d’architettura non è obbligata a fornire quei dati conoscitivi che necessariamente devono appartenere al dato reale, in questi sguardi non c’è fedeltà all’oggetto. Il progetto architettonico non è documentato, solo spunti e appunti, che liberati dal dato fedele, interpretano i volumi e gli spazi facendo ricorso a distorsioni e metafore, rendendo surreale quello che non deve più corrispondere necessariamente al “reale”.
Diotti, in questo caso, si serve del mezzo fotografico per raccontare l’architettura in modo episodico. Osservandola per brani e non nel complesso dell’intera composizione, tende a restituirci un racconto dell’insieme attraverso i dettagli. Mettendo a fuoco sui particolari, si coglie l’esasperazione nei contrasti del bianco e del nero, l’aberrazione delle linee di fuga, delle texture e dei materiali, di una geometria compressa che ricerca un luogo aperto, una feritoia, una via che direzioni lo sguardo verso la luce e il cielo.
Le immagini presenti in questa mostra sono state realizzate in giro per l'Europa, a Parigi, Biariz, Pau, Madrid, Colonia, Magonza, Rovereto, Venezia, Chiusdino, San Giovanni D’Asso, Matera.