Persone riti luoghi della periferia aquilana
A dieci anno dal terremoto la sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia dedica una mostra a L’Aquila. Un percorso multimediale composto da testi, fotografie, registrazioni sonore e video, risultato del lavoro svolto dagli allievi del Corso di base di Reportage Audiovisivo.
Comunicato stampa
PERSONE, RITI E LUOGHI DELLA PERIFERIA AQUILANA
a dieci anno dal terremoto
la sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia dedica una mostra a L’Aquila
Tra qualche mese a L’Aquila saranno dieci gli anni trascorsi dal terremoto del 2009. Un anniversario per ricordare le vittime della catastrofe, ma anche per guardare avanti analizzando il presente.
La sede Abruzzo del Centro Sperimentale di Cinematografia porta avanti, con la direzione didattica di Daniele Segre, un’azione continua di monitoraggio del territorio attraverso il lavoro degli allievi del corso di Reportage e a dicembre inaugurerà una mostra fotografica che, per tutto il 2019, offrirà al pubblico una lettura del territorio aquilano visto dalla ‘periferia’.
Persone, riti e luoghi della periferia aquilana raccoglie circa 100 fotografie stampate in grande formato ma anche reportage scritti, video e audio per tratteggiare il profilo di una periferia che, a dispetto delle convenzioni, è ricco di spunti e sfumature per dare conto delle difficoltà ma anche di risorse e potenzialità del territorio aquilano dove le aree periferiche sono spesso caratterizzate da identità molto forti. Bisogna infatti pensare ad un centro che per molto tempo dopo il terremoto è restato ai margini, ma anche a frazioni, paesi, quartieri, che hanno una loro storia e giocano un ruolo di primo piano nel dialogo con il centro. Tutto questo è raccontato con i linguaggi che giovani studenti di cinema imparano ad usare nel corso del triennio: cinema, fotografia, radiofonia, scrittura, al servizio di storie di luoghi e di persone. Per questa edizione un contributo prezioso è stato offerto anche da Luca Caldarelli e Domenico Gualtieri dall’associazione Jemo ‘Nnanzi autori di alcuni scatti presenti nella mostra, da Lina Calandra e Alessandro Vaccarelli docenti dell’Università degli Studi dell’Aquila. Tra tutti coloro che hanno contribuito a comporre la ricerca Persone, riti e luoghi della periferia aquilana ricordiamo con gratitudine il fotografo e regista Emiliano Mancuso che ci ha lasciato prematuramente e che ha assistito gli studenti nello sviluppo del racconto fotografico con passione e professionalità, a lui sono dedicati idealmente i frutti di questo lavoro collettivo.
La voce dei docenti.
‘Sono le storie di chi si attiva per creare spazi educativi, per dare a bambini, bambine, giovani, la possibilità di un’identità, di chi accoglie migranti, di chi apre centri di aggregazione spontanea nelle frazioni dimenticate, di chi studia il territorio, ma anche di chi organizza feste di quartiere, sagre nelle frazioni, per dare continuità tra passato e presente, alla ricerca di un’identità che tenta di resistere e di rilanciarsi. Narrazioni che sono piccoli punti di snodo di una grande tessitura che caoticamente accomuna e separa gli individui nell’esperienza del post-terremoto, narrazioni che descrivono diversi modi di affrontarlo e dargli significato, tra appartenenza ed estraneità, e che riconducono ad un anno zero che ancora oggi si impone come prima chiave di lettura a chi guarda dall’alto la città e a chi vi entra cercando di ascoltare le sue storie”, il docente Alessandro Vaccarelli.
‘Un lavoro che è nato e continua a prodursi con l’idea, certamente ambiziosa, che il reportage risponda non solo alla domanda di racconto della realtà che attraversa, ma tenga in sé anche quel seme di proposta che possa affiancare alla narrazione il proprio intervento concreto. Perché la realtà possa essere raccontata ma anche un poco, quando necessario, modificata’, la docente Daria Corrias.