Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO STUDI BEPPE FENOGLIO
Piazza Rossetti 2, Alba, Italia
Date
Dal al
Vernissage
21/09/2019
Curatori
Caterina Molteni, Carolyn Christov-Bakargiev
Generi
incontro - conferenza
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Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo CRC organizzano una rievocazione poetica del primo Congresso mondiale degli artisti liberi.

Comunicato stampa

Il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo CRC organizzano il 21 e 22 settembre Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, una rievocazione poetica del primo Congresso mondiale degli artisti liberi che si svolse ad Alba dal 2 all’8 settembre del 1956, anticipando di un anno la fondazione dell’Internazionale Situazionista.

Con il tema “Le arti libere e le attività industriali”, il congresso raccolse artisti e intellettuali da otto diverse nazioni, con la partecipazione di rappresentanti dell’Internazionale lettrista, del Movimento Arte Nucleare e dell’ormai disciolto gruppo CoBrA, sotto il coordinamento del Laboratorio sperimentale del Movimento Internazionale per una “Bauhaus Immaginista” (M.I.B.I), fondato da Asger Jorn, Pinot Gallizio e Piero Simondo nel settembre del 1955.

I tre artisti proponevano un progetto di relazione tra arte e tecnica in contrasto con l’approccio funzionalista del tempo. “Basato su una ricerca artistica soggettiva”, afferma il curatore della mostra nonché direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea “il laboratorio era concepito come uno spazio di lavoro collettivo e sperimentale, in cui la sensibilità artistica incontrava la conoscenza scientifica e alchemica dei materiali (polvere, resine, pigmenti). Gli interessi si estendevano alle culture popolari e all’urbanistica con lo scopo di realizzare l’idea di artista ‘libero’, capace di operare e sviluppare la propria ricerca trasversalmente in diversi campi del sapere”.

Negli anni che precedono il Congresso, Asger Jorn aveva da poco concluso l’esperienza con il gruppo CoBrA e viaggiava in Europa in cerca di una nuova vitalità collettiva nella produzione artistica. Nel frattempo Pinot Gallizio, figura centrale della vita culturale albese, consigliere comunale, ex partigiano, studioso di culture popolari, di nomadismo, botanica, chimica e archeologia, era entrato in contatto con il giovane pittore Piero Simondo, trasferitosi ad Alba nel 1952.

Il primo evento che unisce Jorn, Gallizio, Simondo e parte dei Nucleari, Lucio Fontana, Karel Appel e Corneille, Emilio Scanavino e Tullio Mazzotti d’Albisola tra gli altri, è l’Incontro internazionale della ceramica che introduce gli artisti nel dibattito contro il funzionalismo grazie anche all’esposizione organizzata in occasione del Congresso internazionale dell’Industrial Design della X Triennale di Milano. Nella disputa sulla relazione tra arte-tecnica, in particolare rivolta all’estetica funzionalista di Max Bill, gli artisti danno un ruolo centrale alla ceramica. L’utilizzo di questo materiale, grazie all’elemento di imprevedibilità presente nei processi di cottura e di presa di colore, permetteva di pensare gli oggetti di design standardizzati e funzionali da una prospettiva basata sull’esperienza dinamica della materia.

Da questi presupposti prende avvio il primo Congresso degli artisti liberi che si concluderà con l’adozione di una piattaforma teorica comune centrata sulla questione, cara ai lettristi, di un ‘urbanismo unitario’: la costruzione di un ambiente che, grazie alla sintesi tra arte e tecnica, sia luogo di uno stile di vita futuro.

Per un rinnovamento immaginista del mondo. Il Congresso di Alba: 1956-2019, avrà la forma di evento diffuso e si svolgerà nella sala consiliare del Comune di Alba, nel Centro Studi Beppe Fenoglio, nella Sala “Beppe Fenoglio” e nella Scuola Enologica di Alba “Umberto I”, per svilupparsi quindi lungo le strade e nei vicoli della città.

Il programma comprende una serie di ‘relazioni’ che ricostruiranno storicamente e con taglio critico gli antefatti, lo svolgimento e le ricadute teoriche e artistiche sul contemporaneo del Congresso di Alba, grazie al contributo di Maria Teresa Roberto e Giorgina Bertolino, storiche dell’arte (Archivio Gallizio, Torino); di Francesca Comisso, storica dell’arte del collettivo curatoriale a.titolo; di Tom McDonough, Associate Professor, Art History Department, Binghamton University, tra i maggiori esperti di Situazionismo; di Achille Bonito Oliva, storico e critico d’arte; di Lori Waxman, Senior lecturer at School of the Art Institute of Chicago, storica dell’arte e giornalista.

Il congresso del 1956 sarà rievocato attraverso una serie di ‘comunicazioni’ affidate ad artisti e curatori che reinterpreteranno il lascito poetico e artistico dei partecipanti di allora. Gli interventi avranno luogo nelle diverse sedi previste per il convegno sotto forma di brevi letture, proiezioni di materiali d’archivio (come ad esempio il Cinema Lettrista) e azioni poetiche.

Tra gli artisti e gli studiosi coinvolti si segnalano Bernard Blistène, Ludovica Carbotta, Alex Cecchetti, Cooking Sections, Irene Dionisio, Liam Gillick, Renato Leotta, Michael Rakowitz, Gianluigi Ricuperati, Amelia Simondo, Piero Simondo, Hans Ulrich Obrist e Alice Visentin.

La storica dell’arte Lori Waxman darà una lettura originale del Congresso con un programma pubblico di performance sull’arte del camminare. Il progetto consiste nel ri-performare una serie di opere d’arte storiche legate all’azione del camminare, tutte in qualche modo relazionate direttamente e indirettamente allo spirito Situazionista. Il programma prevede la partecipazione del pubblico che potrà, seguendo le istruzioni di un libretto, ricreare le diverse opere lungo le strade di Alba negli spostamenti tra le diverse sedi che ospitano il Congresso.

“Nei giorni che precedono l’inaugurazione della Fiera del Tartufo, Alba diventa il teatro di un ricco calendario di appuntamenti di assoluta importanza culturale” aggiunge il Presidente della Fondazione CRC, Giandomenico Genta. “Il Congresso e la Mostra porteranno qui studiosi e artisti da tutto il mondo e offriranno a tutti gli appassionati momenti di approfondimento e performance artistiche inedite nelle vie e nelle piazze del centro storico”.
Biografie

a.titolo

a.titolo è un’organizzazione non-profit costituita nel 2001 dall’omonimo collettivo di curatrici, storiche e critiche d’arte fondato nel 1997 a Torino da Giorgina Bertolino, Francesca Comisso, Nicoletta Leonardi, Lisa Parola e Luisa Perlo con lo scopo di indagare e promuovere la relazione tra arte, sfera pubblica e contesto sociale. a.titolo cura e produce progetti d’arte nello spazio pubblico, interventi context-specific, mostre, video e documentari, workshop, conferenze e programmi sperimentali di formazione promuovendo in chiave interdisciplinare il dialogo fra arti visive e disegno urbano. a.titolo è referente per l’Italia del programma Nuovi Committenti (Nouveaux Commanditaires) promosso dalla Fondation de France, finalizzato alla realizzazione di opere d’arte commissionate direttamente dai cittadini per i loro luoghi di vita e di lavoro.

Giorgina Bertolino

È laureata in Storia dell’arte moderna e contemporanea alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Torino. Storica dell’arte indipendente, ha svolto i suoi principali studi nell’ambito del ’900. Fa parte dell’Archivio Gallizio ed è tra le autrici di Pinot Gallizio. Catalogo generale delle opere 1953-1964 Gallizio (a cura di M.T. Roberto, con F. Comisso). È autrice del Catalogo generale delle opere di Felice Casorati. I Dipinti. 1904-1963 e Le sculture (con F. Poli, 1997, 2004) e di Nella Marchesini. Catalogo generale. I dipinti (1920-1953) (2015). Con Riccardo Passoni ha curato la sezione del Novecento delle Collezioni permanenti (1910-1967) della GAM di Torino, nel riallestimento del 2017 di Carolyn Christov-Bakargiev e la mostra Dalle bombe al museo 1942-1959. La rinascita dell’arte moderna. (2016). Nel 2019 ha curato, con Annamaria Bava, la mostra I mondi di Riccardo Gualino, collezionista e imprenditore nelle Sale Chiablese dei Musei Reali di Torino. Nel 2010 ha curato con Francesca Pola la mostra Torino sperimentale 1959-1969 e la ricerca scientifica confluita nell’omonimo volume, curato di Luca Massimo Barbero. Dal 2012 è docente di Arte contemporanea dagli anni ’60 e Scrittura per l’arte per Campo, il corso per curatori italiani della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo. Nel 1997, insieme a Francesca Comisso, Nicoletta Leonardi, Lisa Parola e Luisa Perlo, ha fondato il collettivo curatoriale a.titolo.

Bernard Blistène

Nel dicembre 2013, Bernard Blistène è stato nominato direttore del Musée national d’art moderne, Centre Pompidou, Parigi. Curatore del Pompidou dal 1984 al 1990 e direttore dei musei di Marsiglia dal 1990 al 1996, è curatore capo del patrimonio. Dopo un periodo in cui ha supervisionato numerose mostre negli Stati Uniti, nel 2000 è stato nominato Ispettore Generale della Creazione Artistica e Direttore del Dipartimento per lo Sviluppo Culturale, Centre Pompidou, Parigi, nel 2008, dove ha creato Un Nouveau Festival, un nuovo appuntamento multidisciplinare per l’arte contemporanea. Attualmente sta supervisionando il rinnovamento e l’estensione delle collezioni moderne e contemporanee presso il Centre Pompidou. Autore di molti libri di arte contemporanea (Warhol, Buren, Castellani, A History of XX century, per citarne alcuni), è stato ideatore di oltre cento mostre, sia monografiche sia tematiche. Bernard Blistène è stato professore di arte contemporanea all’Ecole du Louvre negli ultimi venti anni.

Achille Bonito Oliva

Achille Bonito Oliva è nato a Caggiano (Salerno) nel 1939 e vive a Roma, dove insegna Storia dell’Arte Contemporanea presso l’Università “La Sapienza”. È uno dei più noti critici d’arte italiani. Autore di saggi sul manierismo, le avanguardie storiche e le neoavanguardie, è fondatore teorico del movimento artistico della Transavanguardia. Ha curato mostre collettive sia in Italia sia all’estero tra le quali Contemporanea, Aperto 80, Avanguardia transavanguardia, Arte e depressione, Minimalia. Ha diretto la 43° edizione della Biennale di Venezia Punti cardinali dell’arte. Ha fatto parte del Gruppo 63 e pubblicato i libri di poesia Made in Mater (1967) e Fiction Poems (1968). È stato insignito di numerosi premi e riconoscimenti, tra cui nel 1991 il Valentino d’Oro, premio internazionale per la critica d’arte.

Ludovica Carbotta

Ludovica Carbotta vive e lavora a Barcellona. Carbotta ha completato il MFA presso Goldsmiths University a Londra (2015). Il suo lavoro è stato esposto in numerose istituzioni tra le quali: The Drawing Center, New York; EACC, Castelló de la Plana, Spagna; La Casa Encendida, Madrid; MAMbo, Bologna; Palazzo Fortuny, Venezia; Kunstlerhaus Museum, Graz; MAXXI, Roma; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Hangar Bicocca, Milano; Dublin Contemporary, Dublino; Matadero, Madrid; Swiss Institute, Roma; Les Instants Chavirés, Parigi. Tra le recenti mostre personali: smART, Roma (2019); Artissima Present Future, Torino (2018); Marselleria, New York (2018); Marta Cervera Gallery, Madrid (2017); ON Public - Monowe, Bologna (2016); A Motorway Is A Very Strong Wind, CareOf, Milano (2014); Vitrine 270° - Without Walls, Galleria Civica d’Arte Moderna, Torino (2013); Greater Torino, Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino (2011). È co-fondatrice di Progetto Diogene, Programma di Residenze Internazionali nello spazio pubblico (Torino, www.progettodiogene.eu) e The Institute of Things to Come, centro di ricerca su scenari futurologici (www.theinstituteofthingstocome.com). È stata insignita dell’Ariane de Rothschild Prize, Milano (2011); Premio Gallarate (2016); International Fellowship Gasworks, Londra (2016) e Menzione Speciale Premio ITALIA, MAXXI, Roma (2016). Nel 2017 è stata Fellow Researcher alla Jan Van Eyck Academie, Maastricht, mentre nel 2018 ha ricevuto il New York Prize, ISCP/Columbia University.

Alex Cecchetti

Alex Cecchetti (Terni, 1977) è artista, poeta e performer italiano di base a Parigi. Ha sviluppato una pratica artistica difficile da classificare, che lui stesso definisce come “arte dell’evasione”. I modi e le forme del suo lavoro sono coreografie invisibili, narrazioni immaginifiche, oggetti che producono esperienze per e con lo spettatore. Due opere possono descrivere meglio il mondo in cui Cecchetti immerge il suo pubblico: Louvre è la guida turistica del Louvre senza il Louvre: l’intera collezione del museo è convocata dal dominio dell’invisibile attraverso tecniche di retorica, narrazione e danza. In Walking Back lo spettatore è accompagnato letteralmente a camminare all’indietro all’interno di una storia e diventare il centro della visione. Chi cammina all’indietro non conosce la natura delle immagini a venire. Nel nuovo paradigma in cui lo spettatore immerge la sua vita, il futuro è sul retro e il passato nella parte anteriore. Sconosciute sono le immagini che appaiono, intime e piene di significato quelle che ci lasciano, ancora visibili all’orizzonte. Autore del libro d’artista Tamam Shud (Sternberg, 2017), sue opere e performance sono state presentate nei musei di tutta Europa, tra i quali Centre Pompidou e Palais de Tokyo, Parigi; MAXXI, Roma; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; Serpentine Galleries, Londra; Centre For Contemporary Art Ujazdowski Castle, Varsavia.

Cooking Sections

Cooking Sections (Daniel Fernández Pascual e Alon Schwabe) è un duo di artisti che vive e lavora a Londra. Usando il cibo come strumento critico, gli artisti esplorano i sistemi di organizzazione dell’ambiente e i danni inflitti alle specie umane e non umane dalle trasformazioni globali causate dall’uomo. Hanno esposto nel padiglione degli Stati Uniti in occasione della 14. Mostra Internazionale di Architettura La Biennale di Venezia, 2014. Il loro lavoro è stato anche esposto a Manifesta12, Palermo; XIII Biennale di Sharjah; Neue Nationalgalerie di Berlino; Storefront for Art & Architecture New York; dOCUMENTA(13); Collezione Peggy Guggenheim.

Irene Dionisio

Irene Dionisio, regista e artista visiva, lavora tra Torino e Roma. Laureata in Filosofia della Storia, ha conseguito un M1 in Cinema e Filosofia all’UPJV di Amiens. Per tre edizioni è stata alla direzione artistica dello storico festival LGBTQI Da Sodoma a Hollywood, ora Lovers. La sua produzione artistica include video-installazioni e documentari tra cui Sponde. Nel sicuro sole del nord, 2015, La fabbrica è piena. Tragicommedia in otto atti, 2011, con cui ha partecipato numerosi festival internazionali e ricevuto numerosi premi tra i quali il Premio Cariddi - Taormina Film Festival, Premio Filmmaker; il Premio Solinas come Miglior Sceneggiatura Documentario per il Cinema; il Premio Scam e il Premio della Giuria al Cine Verité in Iran. Le sue videoinstallazioni sono state esposte al PAC, Milano; Museo Berardo, Lisbona; MAMbo, Bologna e in altre gallerie internazionali. Nel 2018 è stata l’unica artista italiana a partecipare alla Biennale de l’Image en Mouvement di Ginevra. Le ultime cose (Tempesta), 2016, prodotto da Carlo Cresto-Dina e Rai Cinema per Tempesta Film è il suo primo lungometraggio di finzione presentato in anteprima mondiale durante la Settimana della Critica di Venezia e distribuito dall’Istituto Luce Cinecittà nell’autunno 2016. Il film ha partecipato a numerosi festival internazionali tra cui Göteborg Film Festival; Moscow International Film Festival; Open Roads, Solothurn Film Festival; Houston Film Festival; Durban Film Festival; Bucarest Film Festival e il circuito internazionale dei festival di cinema Italiano grazie a Filmitalia. È stata nominata ai David di Donatello 2017 per il miglior attore non protagonista, al Globo d’Oro 2017 come miglior opera prima e ha vinto un Nastro d’Argento speciale alla sceneggiatura nel 2017. Come docente, Dionisio ha curato corsi per il Teatro Stabile di Torino, la Scuola Civica di Milano, Scienze della Comunicazione di Unito, Arci Torino e Modena e il Dicastero di Lugano. È stata inoltre tutor di regia di Video-Essay: A New Way to See a cura di Filmidee per la Critics Academy di Locarno.

Liam Gillik

Liam Gillick (Aylesbury, Regno Unito, 1964) è un artista concettuale inglese che vive e lavora a New York. Le principali mostre personali includono: The Light Is No Brighter, CAC-Contemporary Art Centre, Vilnius (2017); Campaign, Serralves Museum, Porto (2016-2017); All-Imitate Act, Stedelijk Museum, Amsterdam (2015); From 199C to 199D, Magasin-Centre National d’Art Contemporain, Grenoble (2014); From 199A to 199B: Liam Gillick, Hessel Museum of Art, Bard College, New York (2012); A Game of War Structure, IMMA- Irish Museum of Modern Art, Dublino (2011); One long walk… Two short piers…, Bundeskunsthalle, Bonn (2010); Three Perspectives and a Short Scenario, Witte de With Center for Contemporary Art, Rotterdam, Kunsthalle, Zurigo (2008), Museum of Contemporary Art, Chicago (2009); A Short Text on the Possibility of Creating an Economy of Equivalence, Palais de Tokyo, Parigi (2005); 2003 Projects 79: Literally, MoMA-Museum of Modern Art, New York (2003); Annlee You Proposes, Tate Britain, Londra (2001). Tra le principali mostre collettive: Adventures of the Black Square: Abstract Art and Society 1915–2015, Whitechapel Gallery, Londra (2015); Une Histoire: Art, Architecture, Design des années 1980 à nos jours, Centre Pompidou, Parigi (2014); 9 artists, Walker Art Center, Minneapolis (2013). Nel 2015 l’artista ha partecipato alla Biennale di Istanbul e alla Biennale di Mosca; nel 2009 ha rappresentato la Germania alla Biennale di Venezia. Gillick ha ricevuto il Paul Cassirer Kunstpreis (Berlino, 1998) ed è stato nominato al Turner Prize (Tate Modern, Londra, 2002) e al Vincent Award (Stedelijk Museum, Amsterdam, 2008).

Renato Leotta

Renato Leotta (Torino, 1982) vive e lavora tra Acireale e Torino. Attualmente è Italian Fellow in Visual Arts presso l’American Academy di Roma. La ricerca di Renato Leotta è legata all’atto di osservare, ponendo come soggetto il paesaggio. Come un archeologo del Reale, Renato Leotta attraverso processi di osservazione prova a identificare e circoscrivere una serie di immagini, visualizzate mediante differenti media che, sebbene legate a uno specifico tempo e spazio, contengono caratteri universali. Inoltre, presentando allo spettatore immagini che non implicano una narrazione, aggira e resiste i limiti del cliché. Recenti mostre includono: Garden of Earthly Delights, Gropius Bau (2019); solo show and project commission, Magazzino Italian Art Foundation, New York (2019); Eine Sandsammlung, Kunsthalle Sankt Gallen (2018) e site-specific commission, Manifesta presso Palazzo Butera, Palermo (2018). Leotta ha tenuto mostre personali presso Madragoa, Lisbona (2017); Galleria Fonti, Napoli (2015); CRIPTA747 basement, Torino (2014). Tra le mostre collettive: MAC, Sao Paulo (2018); Museo Madre, Napoli (2018); NAK, Aachen (2017); Palazzo Fortuny, Venezia (2017); Quadriennale di Roma, Roma (2016); Palais des Beaux-Arts BOZAR, Bruxelles (2015); Le Magasin, Grenoble (2010). Leotta è co-fondatore di CRIPTA747 a Torino.

Tom McDonough

Tom McDonough insegna e si occupa dello studio delle avanguardie europee, dell’arte e dell’architettura moderna, della storia culturale e intellettuale francese del XX secolo. È membro del Dipartimento di Storia dell’Arte dell’Università di Binghamton e presiede il comitato direttivo dell’University’s Material and Visual Worlds Trandisciplinary Area of Excellence. Membro dell’Associazione Internazionale dei Critici d’Arte, McDonough ha lavorato come redattore di Grey Room (2005-2012) e pubblica regolarmente in OSMOS (dove collabora come redattore), Parkett e Texte zur Kunst. I suoi libri includono The Situationists and the City (Verso, 2009); The Beautiful Language of My Century (MIT Press, 2007); The Invisible Flâneuse? Gender, Public Space, and Visual Culture in Nineteenth-Century Paris, co-edito con Aruna D’Souza (Manchester University Press, 2006); Guy Debord and Situationist International: Texts and Documents (MIT Press, 2002). È stato studioso presso l’Académie de France a Roma/Villa Medici (2015) e ha ricevuto una borsa di ricerca curatoriale dalla FACE/Étant donnés, fondo franco-americano per l’arte contemporanea (2010). McDonough sta attualmente lavorando a un’antologia che raccoglie i suoi saggi sulle pratiche fotografiche post-Pictures Generation.

Hans Ulrich Obrist

Hans Ulrich Obrist (Zurigo, 1968) è direttore artistico delle Serpentine Galleries di Londra e co-fondatore di 89plus. Prima di questo incarico è stato curatore del Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris. Dalla sua prima mostra World Soup (The Kitchen Show) nel 1991, ha curato oltre 300 mostre. Obrist ha tenuto conferenze a livello internazionale presso istituzioni accademiche e d’arte, collabora con le riviste Artforum, AnOther Magazine, 032C, è collaboratore regolare di Mousse e Kaleidoscope e scrive colonne per Das Magazin e Weltkunst. Nel 2011 ha ricevuto il CCS Bard Award for Curatorial Excellence e nel 2015 è stato insignito dell’International Folkwang Prize per il suo impegno per le arti. Le pubblicazioni recenti di Obrist includono: Mondialité, Conversations in Mexico, Ways of Curating, The Age of Earthquakes con Douglas Coupland e Shumon Basar e Lives of The Artists, Lives of The Architects.

Michael Rakowitz

Michael Rakowitz (Great Neck, NY, 1973) è un artista che vive e lavora a Chicago. Nel 1998 ha avviato paraSITE, un progetto in cui costruisce rifugi gonfiabili per senzatetto che si collegano alle prese d’aria esterne di un sistema di riscaldamento, ventilazione o aria condizionata di un edificio. I suoi lavori sono stati presentati in diversi contesti internazionali tra cui dOCUMENTA(13); PS1; MoMA, MassMOCA; Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea; 16a Biennale di Sydney; 10a Biennale di Istanbul; 8 Biennale di Sharjah; Biennale di Tirana; Triennale del Design Nazionale al Cooper-Hewitt e Transmediale 05. Ha tenuto mostre personali presso Tate Modern, Londra; Lombard Freid Gallery, New York; Alberto Peola Arte Contemporanea, Torino e Kunstraum, Innsbruck. Il suo progetto pubblico, Return, è stato presentato da Creative Time a New York nel 2006. Tra i premi ricevuti: Nasher Prize, 2020; Tiffany Foundation Award, 2012; Premio per il Capitale Creativo, 2008; Premio della Giuria, Biennale di Sharjah; Borsa di Studio per l’Architettura e le Strutture ambientali, New York Foundation for the Arts, 2006; Dena Foundation Award, 2003 e Grand Prix Design 21, UNESCO, 2002. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni private e pubbliche tra cui: Museum of Modern Art, New York; Neue Galerie, Kassel; Museum of Contemporary Art, Chicago; Smart Museum of Art, Chicago; Van Abbemuseum, Eindhoven; British Museum, Londra; Kabul National Museum, Kabul e UNESCO, Parigi.

Gianluigi Ricuperati

Gianluigi Ricuperati è scrittore, è stato direttore di Domus Academy per cinque anni, e curatore interdisciplinare del programma culturale di MIA Fair dal 2015. I suoi saggi, reportage e romanzi sono stati pubblicati da Rizzoli, Bollati Boringhieri, Minimum Fax, Mondadori, Feltrinelli e Gallimard. Collabora con riviste, giornali italiani e internazionali quali Volume, Domus, Abitare, Vogue, Nowness.com, Dazed & Confused, La Repubblica, Il Sole 24 Ore, Flash Art e 032c. Ha collaborato con istituzioni quali Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, ETH Zürich, Artissima, Fondazione per l’Arte Contemporanea e Moderna CRT, Storefront for Art and Architecture. È fondatore e direttore dell’Institute for Production of Wonder con sede a Torino e Londra, che si occupa di consulenza, produzione di progetti di ricerca e comunicazione per istituzioni pubbliche e private e aziende quali Laureate Network, Nike, Rolex, Alpitour, Ikea, Audi. Con IPW è entrato a far parte della lista dei candidati al “Curate Award” promosso da Fondazione Prada e il Qatar Museum Authority. È il creatore e fondatore di Faust, primo centro per la resurrezione di libri e aggregatore di comunità creative aperto a Torino dalle ore 21.00 alle 9.00.

Maria Teresa Roberto

Maria Teresa Roberto insegna Storia dell’arte contemporanea all’Accademia Albertina di Torino. Le sue ricerche si concentrano sull’arte italiana del XX secolo: ha curato con Jean-Christophe Ammann e Anne-Marie Sauzeau la mostra Alighiero Boetti 1965-1994 (GAM, Torino; Musée d’Art Moderne, Villeneuve d’Ascq; Museum Moderner Kunst, Wien, 1996/97), ed è autrice di volumi sulla scultura monumentale di Arturo Martini, sull’opera e gli scritti di Pinot Gallizio, sull’attività performativa di Michelangelo Pistoletto, sulla storia delle gallerie Sperone e Notizie. Dal 2012 al 2017 ha curato alla GAM di Torino la serie di mostre monografiche Surprise, dedicate alle ricerche artistiche degli anni 60/70, e nel 2018 la mostra Apollinaire e l’invenzione "surréaliste".

Piero Simondo

Piero Simondo (Cosio d’Arroscia, Imperia, 1928) è un artista italiano, tra i protagonisti della pittura del Secondo Dopoguerra italiano e tra i fondatori dell’Internazionale Situazionista. Formatosi a Torino presso l’Accademia Albertina di Belle Arti, Simondo si trasferisce nel 1952 ad Alba, ospite del farmacista e artista Pinot Gallizio. Nel 1955, con Asger Jorn e Pinot Gallizio fonda il “Primo laboratorio di esperienze immaginiste” del Mouvement Internationale pour une Bauhaus Imaginiste (M.I.B.I.). Nell’estate del 1957, nella sua casa di Cosio d’Arroscia viene fondata l’Internazionale Situazionista, da cui prenderà subito le distanze insieme alla moglie Elena Verrone e Walter Olmo, per le accese polemiche con Debord. Sotto l’impulso dell’esperienza del Laboratorio di Alba, nel 1962 fonda a Torino il Centro Internazionale per un Istituto di Ricerche Artistiche (CIRA, 1962-1967). Dal 1968 prosegue individualmente la propria ricerca artistica. Tra il 1972 e il 1996 lavora all’Università di Torino, dove segue laboratori sperimentali presso l’Istituto di Pedagogia e tiene la Cattedra di Metodologia e Didattica degli audiovisivi. Ha pubblicato Ars vetus, ars modernorum (SEI, Torino 1971); Che cosa è stato il Laboratorio sperimentale di Alba (Libreria Editrice Sileno, Opuscola, Genova 1986); La situazione laboratorio (Tirrenia Stampatori, Torino 1987); Il colore dei colori (La Nuova Italia, Firenze 1990); L’immagine imprevista (Il canneto editore, Genova 2011).

Lori Waxman

Lori Waxman scrive come critica d’arte per il Chicago Tribune, è Senior lecturer presso la School of the Art Institute of Chicago, Art History & New Art Journalism Depts, è giornalista freelance per 4Columns.org, Momus, Brooklyn Rail, Artforum, New Art Examiner, Tema Celeste e Parachute. Nel 2017 ha pubblicato Keep Walking Intently: The Ambulatory Art of the Surrealists, the Situationist International and Fluxus, Sternberg Press, Berlino. Il libro è stato celebrato da Keep Walking Intently, un’ora di performance ispirate alla sua ricerca presso la Graham Foundation, Chicago e come parte della New York Artist Book Fair, PS 1, Queens.

Alice Visentin

Alice Visentin (Ciriè, 1993) vive e lavora a Torino. Tra le mostre collettive The Italian open, Rolando Anselmi Gallery, Berlino; Il Crepaccio, Milano; Notturno Più, a cura di Giacinto di Pietrantonio, Palazzo Cesari Marchesi, Venezia; If it is untouchable it is not beautiful, Monitor gallery, Roma; Hypnagogia, Nevven Gallery, Göteborg, Svezia, 2019; Day in, Day out, Tile Project Space, Milano; Ibrida, Castello di Perno, Monforte d’Alba; Sauvage, a cura di Sonia D’Alto, Dom, Palermo; Allenamento #1, Basis Showroom, Francoforte; L’isola portatile a cura di Caterina Molteni, ADA Project, Roma, 2018; Artagon, The international encounter of art schools, Parigi, 2017. Mostra personale: Prima Persona Singolare, Tile Project Space, Milano, 2017. Da luglio a settembre 2017 è stata assistente dell’artista Anna Boghiguian.