Paratissima Talents 2020

Informazioni Evento

Luogo
ARTIGLIERIA
Via Verdi 5 , Torino, Italia
Date
Dal al

dal lunedì al venerdì 14.30-18.30 (mattino su prenotazione); sabato e domenica 10.30-18.30

Vernissage
24/09/2020

ore 18

Contatti
Email: info@paratissima.it
Sito web: http://www.paratissima.it
Generi
arte contemporanea
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I 14 artisti più talentuosi di Paratissima in mostra con gli orsi monumentali di Cracking Art nel suggestivo galoppatoio dell’ex Accademia Artiglieria.

Comunicato stampa

Paratissima Talents è la mostra dei 14 artisti più talentuosi di Paratissima 2019 in programma per la prima volta nel suggestivo galoppatoio dell’ex Accademia Artiglieria di Torino, dietro piazza Castello.

Ad affiancare le opere dei talenti emergenti premiati nella 15esima edizione della manifestazione, gli orsi monumentali dell’installazione “Convivium” firmata da Cracking Art, il movimento artistico noto in tutto il mondo per la creazione di installazioni urbane caratterizzate dall'utilizzo di opere raffiguranti animali, realizzate in plastica rigenerabile colorata. L’orso, l'animale iconico attorno a cui ruotano storie e leggende, è stato il protagonista, con il nome di M49, delle ripetute fughe in Trentino che hanno destato l'interesse dei media e dell'opinione pubblica. La sua forza ancestrale e la posizione nella catena alimentare conferiscono alle sue azioni una forte carica emotiva che non lascia indifferenti.

Con lo stesso spirito è stato costruito anche il percorso eterogeneo tra le proposte artistiche dei giovani talenti selezionati tra gli oltre 338 artisti che hanno partecipato alla 15esima edizione di Paratissima svoltasi a Torino durante la settimana nell'arte contemporanea, nel novembre 2019. Memoria collettiva ed elemento tessile sono elementi chiave nella poetica di Eleonora Gugliotta che presenta nei suoi lavori luoghi reinventati che diventano momenti di memoria e identità collettiva. Nell'opera “Ambienti” l'artista si riappropria di uno spazio abbandonato, rielaborandolo: una stratificazione di fili multicolore si intreccia costituendo architetture tessili che lo traslano in una dimensione onirica e immaginifica. I nodi e gli intrecci sono all’origine dell’esistenza di Grazia Inserillo: l'artista, nata tra le reti da pesca e i ricami, con il filo indaga l'aspetto antropologico, il concetto di essere e di abitare dell'uomo. “Origine del mondo”, il grande arazzo rosso sovradimensionato, nasce dal sapiente uso dell’uncinetto, l'elemento circolare rappresenta contemporaneamente un sistema biologico cellulare e un macro-mondo ambientale: un magma, dalla forte connotazione cromatica, che racchiude nelle sue forme riflessioni e istanze legate alla posizione della donna nella società contemporanea, alla propria terra e alla matrice sociale in cui vive. Un filo rosso è anche quello che unisce e talvolta divide la “Ghost Family” di Letaz (Luigi Leto): una famiglia immaginaria composta da individui sconosciuti, nati senza legami con gli altri ma collegati da un filo rosso che rappresenta l'allegoria dei sentimenti, la fragilità e i fallimenti delle relazioni umane.

Nelle sue immagini Valeria Secchi rielabora le abitudini dei social, l'ossessione del selfie, il culto dell'icona attraverso la messa in scena di situazioni e personaggi alle prese con il web. “La Madonna dei like” e “Don’t trust the imitations” fanno parte di un progetto che reinterpreta il rapporto tra identità e virtuale, realtà ormai parte del nostro quotidiano. Nelle fotografie in bianco e nero di Carlotta Marchigiano è il treno stesso a diventare un mondo parallelo, uno scorcio di realtà in cui vite diverse si intrecciano senza toccarsi mai. I “Pendolari”, protagonisti degli scatti, diventano oggetti dell'immaginazione degli altri viaggiatori, che provano a carpire e indovinare dettagli sulle loro vite e abitudini, fantasticando sull’identità degli altri passeggeri e ricreando piccoli mondi all'interno del treno. I paesaggi naturali di Ilaria Franza sembrano pianeti che aprono porte verso altre dimensioni, dove la natura diventa un vero e proprio stato dell'anima, rivelato attraverso la delicatezza di colori sfumati che spingono a guardare oltre i confini del finito. La serie “Un.limited”, illimitato, è un chiaro riferimento alle infinite possibilità di evoluzione della forma e del colore che si rivelano davanti agli occhi di chi guarda. Deborah Graziano realizza opere scultoree di tendenza intimista, a metà tra allusione simbolica e resa realistica, concepite con un linguaggio estetico essenziale e di raffinato lirismo. Spinta da una costante attività di ricerca e da un'acuta sensibilità, l'artista ha sviluppato un vocabolario visivo personalissimo e una tecnica che ha il suo punto focale nell'utilizzo di materiali eterogenei – gesso, pellame, cera d'api – oggetti di vita raccolta assemblati secondo processi compositivi che riecheggiano il linguaggio tipico della poesia. La tematica del nido e l'allontanamento o il riavvicinamento ad esso è familiare all'artista Margherita Levo Rosenberg. L’installazione ambientale “Trappola per Rondini” è un’opera nata dal desiderio di riportare le rondini nel luogo d'infanzia dell'artista. In occasione del suo ritorno, contestualmente alla malattia e successiva morte di suo padre, scrisse la poesia affissa accanto all'opera: Il ritorno.

Simbolo del privato spazio di crescita personale, ma anche riflessione sulla separazione che accomuna e caratterizza la società contemporanea è l’opera “Ecosistema emotivo” di Gabriella Gastaldi Ferragatta. L'installazione è composta da una serie di mezzi busti in vasi di vetro, in cui elementi organici come terra, acqua, fiori, piante e radici sono integrati ai corpi e inseriti in contenitori, testimoniando come l'uomo non sia altro che soggetto collegato con tutto ciò che lo circonda. Soggetti mitologici, personaggi minori di un pantheon sterminato e ormai dimenticato, trovano nel progetto di rielaborazione grafica di Giuseppe Mascheroni un nuovo e più che mai attuale campo d’azione. I gesti e i pochi oggetti con cui i protagonisti delle opere interagiscono sono sufficienti a calarli in nuove narrazioni, in cui l’epica quotidiana di questi semidei decaduti si risolve però in mansioni casalinghe. Come in una wunderkammer i personaggi sono tutti messi sottovetro, infilzati come una raccolta di coleotteri e intorno a loro viene creato un diorama, un sistema di quinte, uno spazio tridimensionale in cui si mette in scena la commedia che è stata scelta per loro. Il progetto artistico di Marcello Silvestre nasce dal desiderio di reinterpretare spazi urbani, ma in questo caso è la letteratura, in particolare le immaginifiche descrizioni de “Le Città Invisibili” di Calvino, l'elemento ispiratore. Le impalpabili città narrate nel libro e i suoi abitanti vengono trasformati in sculture dalle figure antropomorfe, dove il connubio indissolubile tra uomo e dimensione urbana viene sottolineato dalla fusione di questi due elementi. “Look and Feel” di Salvatore Alibrio è una composizione di 240 volti, ognuno di un colore differente e tutti con gli occhi chiusi, rispettivamente simbolo di multietnicità e metafora di egoismo e chiusura.

L'opera di ErreDueO tra ispirazione dal romanzo di fantascienza “Elsewhen” del 1941 dello scrittore statunitense Robert A. Heinlein, sul tema del viaggio nel tempo e degli universi paralleli. Heinlein nel suo racconto ipotizza che la mente umana non sia legata al “qui ed ora” ma possa spostarsi nello spazio e nel tempo. L'artista, immedesimandosi in uno degli studenti descritti nel romanzo di Heinlein, immagina il proprio universo parallelo e viaggia a ritroso nel tempo fino ad un medioevo ucronico in cui uno degli elementi iconici di quel periodo, l'armatura, si fonde con il cavaliere dando vita a forme di vita biomeccaniche. L'opera accenna anche al rapporto uomo-macchina in modo alquanto pessimistico: in questa unione tra biologia e meccanica prevale quest'ultima, togliendo ogni residuo di umano e di umanità e solo un teschio, nascosto sotto la celata, accenna a ciò che fu in origine. Oscar Brum ha utilizzato pittura, inchiostro, foglia d'oro e la stessa muffa e i funghi che sono cresciuti naturalmente sulle fotografie, per ricontestualizzare i soggetti in un'atmosfera interdimensionale, ridefinendo la loro esistenza in chiave contemporanea. Le fotografie sono state scattate dal nonno dell'artista, Alfredo Blum, durante gli anni ’70. Le storie rappresentate sono speciali perché non dipingono solo l’uomo come padre e marito, ma ne rivelano anche una vita segreta, fatta di feste scatenate, ballerine esotiche e nightclub, di cui la famiglia non sapeva nulla. L’artista, dopo aver scoperto queste fotografie rovinate dal tempo e dall'umidità, corrose dai funghi e dalla muffa, si è ispirato a questo deperimento naturale per iniziare il suo progetto.