On the Rocks

Informazioni Evento

Luogo
CONSERVERIA PASTIS
Piazza Emanuele Filiberto 9b, Torino, Italia
Date
Dal al
Vernissage
09/06/2023

ore 18.30

Curatori
Maria Claudia Farina
Generi
arte contemporanea, collettiva
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Mostra collettiva.

Comunicato stampa

On the Rocks
A CURA DI MARIA CLAUDIA FARINA
IN MOSTRA
FABIO CELESTRE
STEFANO ZAVATTERI
MARCO CURIALE
ELENA ESTER SEMENTINO
ALBERTO PARINO
ANDREA CATOLINO
BRENNO FRANCESCHI
CAMILLA DEL SIGNORE

INAUGURAZIONE GIO 08 GIU
CONSERVERIA PASTIS P.ZZA E. FILIBERTO 11ORE 18.30

Memoria di miliardi di anni di esistenza, nata con il nostro pianeta, la pietra può essere divinità. Lo è se chi si avvicina crede nella visione che attraverso di lei si realizzerà. Crede nella sua essenza sensibile, oltre l’apparenza dura e difficile da trattare.
Maria Claudia Farina descrive questo processo come “Un atto di fede nella capacità della pietra”, un motore propulsivo dell’artista che investe la materia rendendola capace di manifestare il proprio intento. La pietra è fragile, e su questa sacralità Farina sceglie otto giovani artisti per la loro coincidente sensibilità.
Così per Franceschi il seme di frutta, nucleo centrale come il cuore, non è più nascosto ma diventa portato alla vista in alabastro, ardesia e marmo scegliendo una misura più grande, dimostrando così la sua importanza. Ciò che è dentro, per Parino invece necessita di comparire come qualcosa di imprendibile e fumoso, che lascia traccia di colore identitario sul marmo bianco di Carrara che lo contiene: un pezzo di materia imperfetta racchiude un’anima cromatica che si svela, svanisce e imprime solo l’ombra di ciò in cui realmente consiste. In altro senso la personalità è trattata anche da Catolino, che usa un vestimento come escamotage simbolico per narrarsi nel teatro delle sue esperienze di vita. Anche il cibo parla di auto trattazione poiché porta la sua firma scolpita nella pietra: il bisogno primario assoluto si presenta come offerta destinata a un rito, per tributare la propria appartenenza alla terra di origine famigliare. Curiale utilizza la firma invece come segno del suo passaggio lasciato su non-reperti contemporanei: frammenti di diverse pietre riportano una tag con font glitchato e riassemblato, ricordandoci il primo alfabeto fenicio della stele di Nora, rendendo evidente il nostro filo mai interrotto con il passato. Anche Delsignore gioca con il tempo attraverso un palloncino nell’atto di sgonfiarsi, fermandolo in uno stato di delicata transizione. Simbolo di festa e infanzia, richiama il nostro “Io Bambino” felice, che nel timore scompaia con la crescita, si vorrebbe congelare per sempre.
Veniamo trasportati poi in una dimensione spazio temporale altra con il lavoro di Celestre, che attraverso un QR Code ci accompagna nel contenuto protetto di un cubo di alabastro, risultato di una grandissima delicatezza nella lavorazione. La fragilità della pietra emerge anche nel meticoloso lavoro di Zavatteri, che contrappone un’arma come la Catana alla finezza nell’approccio a materiali quali serpentino, marmo, ardesia, alabastro e nero di Belgio.
Il suono del marmo caratterizza infine il lavoro di Sementino: le onde sonore emesse da un disco solcato dalla puntina di diamante, raccontano la storia della pietra in tutti i toni esistenti nello spettro udibile. Un rumore bianco di un vinile vivo, come lo sono i corpi naturali che compongono la pietra.

Corinna Conci