Nino Ventura – Mediterraneo terra mia

Una mostra personale di Nino Ventura.
Comunicato stampa
Mediterraneo, terra mia
Terra dei miei padri e dei miei figli.
Terra di iniziazioni.
Crogiolo di differenze e di grandi equilibri.
Nelle correnti salate nuoto in tondo e mi sento a mio agio.
Muto e severo, sento il peso delle storie che mi hanno preceduto e non oso
pensare.
Lascio che sia la terra a rilassare le mie braccia ed il sudore a lavarmi.
Materia che tiene stretta l’anima del mondo, che è stata ciotola per bere e
base per innalzarsi a Dio.
Così riaffiora dalle mie mani il segno di un passato che non è e di un futuro
che forse è già stato.
Una forma che si ripete all’infinito e non è mai la stessa, una spirale che
contiene il mare.
Evoco l’acqua da cui sono nato e lentamente, per tre volte, mi trasformo in
pesce.
Mediterraneo.
Terra mia.
Nino Ventura - 1997
Visionario e versatile, Nino Ventura torna a Roma con una personale che intreccia scultura, tessitura e poesia visiva, arti applicate in un linguaggio espressivo autentico e originale. L’artista porta in mostra da Strati d’Arte Gallery a Roma, un corpus di opere con la curatela di Gina Ingrassia, che raccontano il Mediterraneo come spazio mitico e terreno, fatto di memorie, simboli e trasformazioni.
Nel 2023, in occasione della cerimonia di acquisizione della grande opera in bronzo Tre Pesci di Nino Ventura nella collezione del Museo Internazionale di Scultura di Daniele Crippa a Portofino, Gianpaolo Tibaldo propose all’artista di collaborare con Di Nepi And di Roma per realizzare una serie di tappeti contemporanei. L’invito venne accolto con entusiasmo da Nino Ventura, che diede vita al progetto “Mediterraneo Terra Mia – Arazzi e Tappeti”. L’artista ha creato 12 disegni originali, ciascuno declinato in tre differenti colorazioni, per un totale di 36 tappeti unici. Ogni tappeto sarà realizzato dalle sapienti mani degli artigiani di Katmandu, seguendo l’antica tecnica del nodo tibetano.
Gli arazzi di Nino Ventura nascono come racconti tessuti: ogni nodo diventa parola, ogni intreccio un capitolo. Il mare e i pesci – simboli ricorrenti nel suo immaginario – prendono vita in trame di cotone e lane tibetane, Ventura intreccia linguaggi e culture, trasformando l’arte tessile in narrazione poetica.
Ogni tappeto è insieme racconto e viaggio, un approdo che unisce mito, simbolo e contemporaneità.
Accanto ai nuovi tappeti tibetani annodati a mano – esemplari unici realizzati in Nepal – trovano posto alcune sculture che hanno segnato il percorso dell’artista. Tra queste Afrodite (2005), un bronzo di intensa verticalità, Derviscio (2011), figura danzante che unisce movimento e spiritualità, e il più recente Maialino da parata (2021), scultura ironica e potente che trasforma il quotidiano in icona.
Non mancano lavori evocativi come il candelabro Anime – Pesci (2005), in bronzo, che richiama il tema ricorrente del mare e della metamorfosi, o l’acciaio di Ekunus Ekuna (2017), in cui la materia diventa segno primordiale.
La mostra racconta così un percorso che dal mito approda al contemporaneo: una spirale in cui il mare, i pesci e la terra ritornano come simboli universali. Ventura, con il suo linguaggio fatto di scultura, tessile e poesia, restituisce al pubblico la visione di un Mediterraneo che è insieme origine, casa e destino.
La mostra è a cura di Gina Ingrassia, con il supporto oranizzativo di Alice d’Amelia ed è parte del programma espositivo che STRATI dedica ai linguaggi contemporanei.