Nicolò Baraggioli / Aaron van Erp – Openair
Mostra bipersonale di Nicolò Baraggioli e Aaron van Erp, OPENAIR, entrambi alla loro prima esperienza sul territorio romano.
Comunicato stampa
Contemporary Cluster è lieta di presentare mercoledì 2 luglio OPENAIR, mostra bipersonale di Nicolò Baraggioli e Aaron van Erp che sarà visitabile fino a venerdì 8 agosto.
Il termine francese en plein air, ovvero “all’aria aperta”, richiama immediatamente la pratica pittorica sviluppatasi nel XIX secolo, in cui il paesaggio veniva osservato e dipinto direttamente nella sua dimensione naturale. Non si trattava soltanto di un cambio tecnico – l’uscita dallo studio – ma di una rivoluzione percettiva: dipingere en plein air significava immergersi nell’ambiente, diventare parte del mondo osservato. Nel contesto contemporaneo, il concetto si amplia e si trasforma: OPENAIR diventa una condizione mentale, una modalità di visione che supera il confine tra interno ed esterno, tra esperienza e rappresentazione. In questa mostra bipersonale, le opere di Nicolò Baraggioli e Aaron van Erp si pongono in dialogo attraverso due visioni radicalmente diverse eppure profondamente interconnesse.
Nicolò Baraggioli (Genova, 1985) lavora su una sintassi visiva essenziale, fatta di strutture geometriche, linee pure e campiture cromatiche che sembrano quasi respirare; il suo lavoro invita lo spettatore ad un impegno contemplativo attraverso la semplicità raffinata della struttura formale. Enfatizzando sobrietà e precisione, le sculture di Baraggioli evocano un dialogo silenzioso tra l'oggetto e il suo ambiente, sfidando il pubblico e a riconsiderare lo spazio in cui si trovano. Le sue composizioni costruiscono spazi autonomi, sospesi tra astrazione e concretezza, dove l’aria e la luce sono componenti attive dell’opera. In OPENAIR, il lavoro di Baraggioli si configura come l’elemento di misura, il principio strutturante che dà ordine e coerenza visiva: è la grammatica silenziosa che permette di leggere anche il caos apparente.
Aaron van Erp (Veghel, Paesi Bassi, 1978) propone invece un mondo narrativo e disturbante, popolato da figure grottesche, animali e oggetti assurdi, collocati in ambienti al limite del surreale. Le sue opere oscillano tra il tragico e l’ironico, evocando scene di disagio umano e sociale tramite la raffigurazione di oggetti familiari del mondo che ci circonda, inseriti in paesaggi spogli e desertici circondati da un’atmosfera surreale, fatta di figure amorfe. Il pittore trae ispirazione non solo dalla vita di tutti i giorni, ma la sua arte è fortemente influenzata da artisti come James Ensor e Francis Bacon, e ancora più nel passato da Francisco Goya, produttore di opere che denunciano la violenza, le limitazioni alla libertà di pensiero e la sofferenza umana, temi sociali che seppur non esplicitamente tornano nel lavoro di van Erp che utilizza appunto la pittura come uno strumento per indagare le contraddizioni del nostro tempo, dove il quotidiano diventa perturbante. Tuttavia, questo apparente caos visivo trova una tensione equilibrata proprio grazie alla relazione con le opere di Baraggioli, che ne costituiscono la controparte strutturale.
In questa dialettica tra forma e narrazione, tra micro e macro, tra il tutto rappresentato e l’elemento unitario che determina la forma, si innesta il nucleo concettuale di OPENAIR. La mostra non è solo un confronto tra due artisti, ma un dispositivo spaziale e mentale che invita lo spettatore a riflettere sul vuoto come principio costitutivo dell’essere. Il vuoto come spazio tra, ma anche come spazio che dà forma. Il non-essere come condizione necessaria affinché qualcosa emerga. La galleria stessa diventa un elemento attivo dell’installazione: non mero contenitore, ma luogo di attivazione percettiva. OPENAIR è dunque una meditazione sulla pienezza e sull’assenza, sull’interdipendenza tra ciò che vediamo e ciò che non vediamo. Le opere di Baraggioli offrono una struttura silenziosa ma imprescindibile per leggere la pittura viscerale di Van Erp. La mostra ci chiede di ascoltare anche ciò che non ha voce, di guardare anche ciò che non si mostra.
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Nicolò Baraggioli nato in Italia nel 1985, è un artista autodidatta la cui pratica affonda le sue radici in un approccio minimalista alla scultura e al suo collocamento nello spazio. Il suo lavoro, influenzato dai suoi studi di filosofia e Zen, esplora la relazione tra materiali, forma e percezione. Alla ricerca di nuovi stimoli professionali nel 2013 si trasferisce in Inghilterra prima a Bristol, a seguire Londra ed infine Stoccolma dove ha vissuto fino al 2022. Nel 2017 partecipa ad una residency a Tokyo che si concluderà con una personale presso la galleria Asukayama. Inizia a collaborare nello stesso anno con la Galleria tedesca Biesenbach e partecipa a diverse mostre collettive, tra cui “MNMLSM” e “XF 30 Anys – Part III 1989 – 2019” in occasione del 30esimo anniversario della galleria Xavier Fiol, che lo rappresenta dal 2019, e “MONOCHROM II” importante collettiva tenuta presso la galleria Sebastian Fath Contemporary a Mannheim in Germania. Seguono solo shows in Germania ed in Spagna nei successivi anni. Si ricorda nel 2023 presso XF Proyectos “460 and 482”, mostra monocroma sul colore blu e la mostra collettiva presso il Museo Olandese Icoon, a Hoek van Holland in “Sublieme Vormtaal”. Attualmente collabora con alcune gallerie in Europa come Sebastian Fath Contemporary in Germania, Xavier Fiol, e con gallerie a Palma di Mallorca e Madrid. I suoi lavori sono entrati a far parte di alcune importanti collezioni private in Italia, Germania e Spagna ed oltreoceano (Stati Uniti, Australia e Giappone) ed in collezioni / fondazioni pubbliche come Lepsien Art Foundation a Berlino, Bech Risvig Collection in Danimarca e nello spazio di 57W57Arts a New York City. Attualmente lavora e vive a Genova.
Aaron van Erp nasce nel 1978 a Veghel in Olanda e si diploma alla scuola di Arte e Design St Joost di ‘s-Hertogenbosch nel 2011. Dopo il diploma ha rapidamente guadagnato riconoscimento sia nei Paesi Bassi che a livello internazionale, con le sue opere acquisite in collezioni prestigiose, tra cui la Saatchi Collection. Le sue tele presentano scene surreali e disturbanti, spesso ambientate in paesaggi desertici o interni spogli, dove oggetti quotidiani come carrelli della spesa, polpette, barattoli di burro d'arachidi e lavatrici convivono con figure ambigue e frammentate. Queste immagini, pur trattando temi come violenza, abusi e alienazione, sono dipinte con colori vivaci e accompagnate da titoli ironici o cinici, creando un contrasto che invita alla riflessione senza fornire risposte facili. Van Erp ha partecipato a numerose mostre personali e collettive in gallerie e musei di rilievo, tra cui il Gemeentemuseum di L'Aia, la Tim Van Laere Gallery di Anversa e il Museum Der Stadt Ratingen. Le sue opere sono state esposte in contesti che spaziano dall'arte contemporanea alla critica sociale, spesso confrontandosi con maestri del passato come Francisco Goya e Francis Bacon. Nel 2023, Van Erp ha presentato la serie "Van Gogh vs Van Erp" alla Livingstone Gallery di Amsterdam, reinterpretando opere di Vincent van Gogh con il suo stile distintivo, che trasforma scene bibliche in momenti di tensione e ambiguità morale. Oltre alla pittura, Van Erp è anche il frontman della band punk metal Haatbaard, e nel 2015 ha esposto una serie di ritratti ispirati alla sua esperienza musicale.