Nan Goldin – Nan Goldin
La mostra, di grande importanza storica e documentaria, suggella un lungo rapporto di collaborazione con la galleria, sedimentato in numerosi progetti espositivi, editoriali e di vita in Italia e nel mondo. Una relazione così importante ed intensa meritava perciò una mostra speciale, capace di raccogliere opere speciali e assolutamente inedite.
Comunicato stampa
Giovedì 2 luglio 2015, dalle ore 19.00, si inaugura a Torino, nello spazio di Guido Costa Projects, una nuova personale di Nan Goldin.
La mostra, di grande importanza storica e documentaria, suggella un lungo rapporto di collaborazione con la galleria, sedimentato in numerosi progetti espositivi, editoriali e di vita in Italia e nel mondo. Una relazione così importante ed intensa meritava perciò una mostra speciale, capace di raccogliere opere speciali e assolutamente inedite.
La mostra, inoltre, si propone come primo passo di un progetto più complesso e ambizioso dedicato a Nan Goldin, articolato in una serie di appuntamenti espositivi diluiti nel tempo ed indirizzato ad una ricognizione puntuale di alcune tra le componenti più segrete ed intime della sua storia d’artista.
Le opere raccolte in galleria, tratte dai suoi archivi di New York, risalgono ai suoi anni bostoniani (1970-1974), assolutamente cruciali nella sua storia personale e creativa. L’intero progetto parte proprio da lì, dai suoi primi passi in arte poco più che adolescente: sono fotografie che precedono di quasi un decennio la sua celebre “Ballad of Sexual Dependency”, ma già caratterizzate da una forza ed una disinvoltura creativa d’eccezione, sorrette da una passione vera e da un’urgenza rara e potente. Non a caso, proprio questo decennio avrebbe fatto di questa timida ragazza della middle class della provincia americana una delle voci artistiche più radicali e innovative della scena artistica internazionale.
Questa mostra torinese raccoglie circa cinquanta fotografie scattate tra il 1970 e il 1974, proponendosi come una sorta di backstage dei suoi primi cicli organici di lavori, poi confluiti parzialmente in alcuni suoi volumi degli anni ’90, da “The Other Side”, a “A Double Life”, libro, quest’ultimo, realizzato in collaborazione con il suo amico di sempre David Armstrong. Sono scatti in bianco e nero e a colori, spesso di piccolo formato, sviluppati e stampati dall’artista in un numero limitatissimo di copie, talvolta addirittura in un unico esemplare. Da questo corpus, che conta poche decine di opere, nella seconda metà degli anni ’90 vennero poi selezionati alcuni scatti ritenuti esemplari, ristampati in un’edizione a diciotto esemplari di medio formato. Ma a parte queste poche fotografie (alcune, del resto, molto note), tutto il resto del materiale è restato fino ad oggi inedito, ad esclusione degli scatti contenuti nella “Dazzle Bag”, esposta al Whitney Museum nel 1996, in occasione della sua prima grande retrospettiva, e delle immagini utilizzate per lo slide show, pressochè coevo, “The Other Side”.
Nella mostra abbiamo deciso di presentare esclusivamente quegli scatti che hanno un valore esemplare all’interno dell’intera storia dell’artista: dai suoi primi esperimenti con il colore, ai suoi sforzi iniziali nel dare coerenza narrativa ad immagini apparentemente d’occasione, fino alle tracce sottili della sua consapevolezza teorica e politica che si va via via affinando. Insomma, abbiamo voluto far parlare al meglio la Nan Goldin delle origini, la brillante esordiente, molto prima dei suoi anni di New York, di Times Square, del Mudd Club e del suo folgorante debutto sul palcoscenico importante delle grandi gallerie e dei musei internazionali.
Ecco perché, con una punta di orgoglio, proponiamo al nostro pubblico questi straordinari documenti privati, certi di raccontare un frammento significativo dell’arte e della fotografia degli ultimi decenni.