My Self
Il lavoro del gruppo che si è raccolto intorno allo Spazio E di Milano, sin dal suo esordio, si sta rivelando, e dal punto di vista degli artisti e dal punto di vista delle loro produzioni, uno stimolo interessante, capace di mettere in relazione diverse formazioni e approcci all’arte.
Comunicato stampa
Opere di
Patrizia Agatensi, Marco Bellomi, Giulio Belloni, Simone Boscolo, Fernanda Andrea Cabello, Valentina Carrera,
Vito Carta, Angelo De Boni, Rossano Di Cicco Morra, Anna Epis, Zane Kokina, Paolo Lo Giudice,
Giuseppe Orsenigo, Claudia Strà, Letizia Strigelli, Mariangela Tirnetta, Lyudmila Vasilieva, Marta Vezzoli
Testi di
Alessandro Baito, Luigi Besana, Patrizia Burgatto, Andrea Fuso, Daniel Nevoso,
Virgilio Patarini, Livia Perfetti, Giacomo Pinelli, Andrea Pistone e Maria Grazia Maiorano
Gruppo E Fotografi
INAUGURAZIONE 26 ottobre ore 17
Opere di
Marila Arces, Fiorenzo Bordin, Ivano Boselli, Valentina Carrera, Nicoletta Fabbri, Andrea Fuso,
Paola Gatti, Daniele Gozzi, Serena Groppelli, Paul Helbling, Martina Massirente,
Simone Menicacci, Gianfranco Rossi, Claudio Santambrogio, Susanna Serri, Pavel Vavilin
My Self
Il lavoro del gruppo che si è raccolto intorno allo Spazio E di Milano, sin dal suo esordio, si sta rivelando, e dal punto di vista degli artisti e dal punto di vista delle loro produzioni, uno stimolo interessante, capace di mettere in relazione diverse formazioni e approcci all'arte.
Lavorare su tema è qualcosa che nella sua semplicità avrebbe potuto mettere in crisi linguaggi già consolidati nell'espressività artistica dei partecipanti, eppure la dimostrata apertura di questo gruppo ha fatto sì che quello che poteva essere un limite si è dimostrato invece un punto di forza, un catalizzatore che ha focalizzato l'energia di ciascuno raccogliendo una serie di lavori che, oggi, dialogano tra loro, si confrontano e regalano la possibilità di riflettere sulla caleidoscopica realtà del tema.
Come primo tema la direzione artistica ha scelto l'autoritratto, con la mostra My Self: per gli artisti dal 19 al 25 ottobre, con reading degli scrittori il giorno 19; per i fotografi dal 26 ottobre al 1 novembre.
La scelta è stata fatta anche per il riconoscimento di questo come il tema più difficile da gestire, soprattutto in considerazione del fatto che in gioco c'erano delle personalità artistiche.
Il risultato invece è una doppia mostra in grado di scandagliare il vibrante inquieto mondo dell'animo umano.
Nella contemporaneità si è oramai abituati alla celebrazione del singolo. A fronte di un mondo economico in crisi e di un'identità i cui contorni sono difficili da delineare si celebra ogni singola identità; il diffondersi dei reality show e il successo indiscusso dei social network sono solo la parte più manifesta di un narcisistico relativismo per cui i valori sono la celebrazione dell'immagine di sé e il diritto inviolabile di affermare che ciò che si dice è vero, anche se solo un'opinione. Si guardano le foto di tutti, si ascoltano le opinioni di tutti.
Il pluralismo, positivo in origine e sostanza, viene così a prendere la forma di una frammentarietà confusa in cui l'illusione di sapere chi si è si accompagna ad un senso di insoddisfazione derivante dall'incapacità di distinguere il vero dal falso, il giusto e lo sbagliato, per fare un discorso sull'arte: il bello da ciò che bello non è e non può esserlo, per quanto ci si sforzi di difendere teorie estetiche improvvisate e originate solo da incapacità tecnica e desiderio di mettersi in mostra proclamandosi autonomamente artista.
Aldilà del nostro tempo e del nostro Paese il narcisismo è però qualcosa che ha dominato sempre le personalità artistiche, massimamente quando poi il genio viene riconosciuto dalla comunità.
Se da un lato il riconoscimento della proprie capacità espressive può essere un punto di forza per un continuo lavoro di ricerca in grado di aprire gli orizzonti di chi guarda, dall'altro c'è il costante pericolo di cadere in una spirale autocelebrativa che può avere solo un interesse storico fattuale.
L'autoritratto in questo senso è il soggetto più delicato. Richiede un'attenzione particolare per andare oltre la rappresentazione delle linee e i colori che compongono il proprio volto.
Ma è proprio la contemporaneità che fornisce gli strumenti di partenza per poter realizzare qualcosa che travalichi i confini del termine per giungere alla rappresentazione di un sé artista che è anche altro da sé, il ritratto di una personalità che è parte di un mondo che condivide le stesse esperienze, le stesse speranze, gli stessi timori.
Eredi delle avanguardie letterarie e artistiche, a loro volta prodotto della crisi post-bellica della metà del secolo scorso, nutrita anche dall'affermarsi delle teorie psicanalitiche, oggi si ha la possibilità di padroneggiare senza problemi, per chi sia dotato di giusta sensibilità e abilità, una gamma pressocché infinita di stili: si passa dal simbolismo assoluto alla resa di un'idea portante del proprio essere, dalla esemplificazione della propria idea di arte all'astrazione, fino all'utilizzo del proprio volto come mezzo per giungere alla percezione di qualcosa dell'anima.