Multipli d’artista

Informazioni Evento

Luogo
STUDIO MARCONI '65
Via Alessandro Tadino 17, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Da martedì a sabato: ore 10-13 e 15-19

Vernissage
29/11/2012

ore 18

Biglietti

ingresso libero

Uffici stampa
CRISTINA PARISET
Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra, allestita nei due spazi di via Tadino, alla Fondazione Marconi e allo Studio Marconi ’65, documenta la trasformazione dello status dell’opera d’arte da oggetto unico a molteplice attraverso multipli di artisti che hanno lavorato con lo Studio Marconi.

Comunicato stampa

Giovedì 29 novembre la Fondazione Marconi ha il piacere di ospitare nei suoi spazi lo Studio Marconi ’65 con la mostra Multipli d’artista.

Giorgio Marconi racconta di essersi occupato di edizioni d’artista fin dall’inizio della sua attività, a metà degli anni Sessanta. Quelli sono gli anni della Pop Art quando il concetto di unicità dell’opera d’arte, già messo in discussione precedentemente da Duchamp, Man Ray e i dadaisti, viene superato. Gli artisti cominciano quindi a creare diverse edizioni moltiplicate per un crescente interesse verso questo nuovo modo di fare arte, sia a livello culturale che commerciale: si cerca di ampliare il pubblico dei collezionisti moltiplicando l’oggetto e, di conseguenza, riducendone il prezzo.
Le edizioni diventano allora una componente importante dellʼespressione artistica perché permettono numerose possibilità di sperimentazione di materiali e l’invenzione di inedite soluzioni formali, ma soprattutto favoriscono una maggior diffusione delle idee, in anni in cui il bisogno di comunicare è molto forte.
La mostra, allestita nei due spazi di via Tadino, alla Fondazione Marconi e allo Studio Marconi ’65, documenta la trasformazione dello status dell’opera d’arte da oggetto unico a molteplice attraverso multipli di artisti che hanno lavorato con lo Studio Marconi. Sono esposte, tra le altre, le Cravatte (1967) realizzate in celluloide da Enrico Baj, nei cui multipli emerge ancora più forte il suo interesse artigiano nei confronti della materia, i suoi personaggi in plastica, la Maternità (1974) in meccano e L’uovo di Saffo (1999) una scatola di legno contenente un uovo di struzzo modificato e cinque frammenti poetici di Saffo liberamente trascritti da Alda Merini. Poi diversi multipli in legno di Mario Ceroli e Joe Tilson, i casellari e la Boite à malice (1980) di Lucio Del Pezzo, edizioni di Richard Hamilton come Guggenheim (1970), Cage (1972) di Bruno Di Bello, Sistema (1976) di Gianfranco Pardi, multipli in bronzo e in acciaio di Arnaldo Pomodoro. Ed ancora Louise Nevelson, a proposito della quale Giorgio Marconi racconta di essere stato lui a convincere l’artista americana a realizzare dei multipli perché lei non era d’accordo (aveva paura del prezzo basso) ma nel 1973 realizzarono Night Blossom e due anni dopo Winter Chord entrambi tirati in 100 esemplari ed esposti in mostra.
Poi la rosa impacchetata (1968) di Christo, multipli di Alik Cavaliere, di Hsiao Chin, i Papaveri (1988) di Gilardi, alcune serigrafie di Pistoletto, il multiplo in bronzo Passaggi segreti di Giuseppe Maraniello e il poema scritto a quattro mani e illustrato da Mimmo Paladino e Nanni Balestrini, contenuto in una valigia.
Per Man Ray “un’opera unica nasce da un desiderio, tutte le riproduzioni di un’originale invece da una necessità”. Infatti fu la forte richiesta di mercato e soprattutto la non reperibilità pratica delle sue opere a spingere l’artista a realizzare copie dei suoi oggetti unici: in mostra Indestructible Object e Indicateur, quegli oggetti che come scrisse l’artista stesso: “erano pensati per divertire, disorientare, infastidire, o far riflettere, e non per destare ammirazione”.
Dice Giorgio Marconi: “in questo momento di crisi economica il multiplo per il suo prezzo accessibile favorisce il collezionismo, senza spaventarlo come i prezzi milionari degli artisti dell’alta finanza. Quindi un’arte di qualità e accessibile”.

To create is divine,
to reproduce is human.
Man Ray

Multipli d’artista
Opening: November 29 from 6 pm

On Thursday November 29, Fondazione Marconi is pleased to house the exhibition Multipli d’artista by Studio Marconi ’65.

Giorgio Marconi told that he took an interest in multiples since the beginning of his activity, in the mid Sixties. At that time, with Pop Art the idea of uniqueness relating to the work of art became outdated. This concept has already been called into question by Duchamp, Man Ray and the Dadaists. Artists created numerous editions, thanks to a growing interest towards this new way of making art: they tried to broaden the public, making multiple editions of their objects and reducing the price.
So editions became an important part of the artistic expression because they allow artists to test several materials and to think up new formal solutions, but above all they promoted a major circulation of ideas when the need to communicate was very strong.
The exhibition developes itself into two exhibition spaces, Fondazione Marconi and Studio Marconi ’65. It documents the transformation of the status of the work of art from unique to various, through multiples by artists who worked with Studio Marconi ’65.
On view Cravatte (1967) made in celluloid by Enrico Baj, where appears the artist handicraft interest towards material, then his plastic characters as the Maternità (1974) in meccano and L’uovo di Saffo (1999) a wooden box containing a modified ostrich-egg and five poetical passages by Saffo, freely written out by Alda Merini.
There are also various multiples by Mario Ceroli and by Joe Tilson, Casellario and Boite à malice (1980) by Lucio Del Pezzo, editions by Richard Hamilton as Guggenheim (1970), Cage (1970) by Bruno Di Bello, Sistema (1976) by Gianfranco Pardi, and bronze and steel multiples by Arnaldo Pomodoro. And lots more as Louise Nevelson, with regards to the american artists Giorgio Marconi tells that it was him who persuaded the artist to realize multiple editions, she was afraid of the low price but in 1973 they made Night Blossom and two years later Winter Chord, both in edition of 100.
There are also Rosa impacchetata (1968) by Christo, multiples by Alik Cavaliere, by Hsiao Chin, Papaveri (1988) by Gilardi, some screen printings by Pistoletto, the bronze multiple Passaggi segreti by Giuseppe Maraniello and the poem written by Mimmo Paladino and Nanni Balestrini hold in a suitcase.
To Man Ray “a unique work originates from a desire and all the duplications by a need”. It was the market demand and the difficult availability of his works that pushed the artist to make editions of his unique objects. On display there are Indestructible Object and Indicateur, objects that to the artist were “designed to amuse, bewilder, annoy or to inspire reflection, but not to arouse admiration”.
Giorgio Marconi says: “multiples promote collecting without spending too much during these hard times. So high quality and affordable art”.