Miranda Gibilisco – Plantitude

Informazioni Evento

Luogo
MAGIONE ARTS DISTRICT
Piazza Sant’euno , 11, 13- 14 , 18 , Palermo, Italia
Date
Dal al

Martedi’ _ domenica
18.00 -23

Vernissage
13/06/2018

ore 18

Artisti
Miranda Gibilisco
Generi
arte contemporanea, personale
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Ritratti collettivi di Natura, nelle forme più lontane e diverse, tutte concorrenti all’Universo Mondo, che nel loro mutuo scambio non contaminano, ma fecondano apportando nuove evoluzioni.

Comunicato stampa

Il 13 giugno sarà inaugurato a Palermo, nell’antica piazza Sant’Euno, presso i locali al civico 11, 13-14, 18 e di via Sant’Euno 1, il “Magione Arts District”. Inserito nel calendario ufficiale di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018, si tratta di un nuovo progetto per uno spazio culturale polivalente temporaneo, della durata di 5 mesi, dedicato ai diversi linguaggi artistici contemporanei (pittura, scultura, fotografia, performing arts, multimedialità, musica, ecc.).

La sede
“Magione Arts District” nasce nella Kalsa, quartiere centrale simbolo di Palermo e della sua storia, sorto durante la dominazione islamica. Aperto alla sperimentazione e alla contaminazione tra le arti e le esperienze, al confronto e allo scambio culturale, ospiterà nei suoi locali, tutti su strada, un fitto programma espositivo, in cui si alterneranno artisti “established” ad altri emergenti, di diverse provenienze geografiche. Non solo mostre, tuttavia, ma anche conferenze, presentazioni di libri, incontri culturali, eventi e manifestazioni per coinvolgere il quartiere e la città.

Il progetto
Il progetto del “Magione Arts District”, realizzato in partnership con lo Spazio Contemporaneo Agorà di Palermo, attraverso eventi distinti con prospettive di ricerca artistica eterogenee, si propone di indagare le soglie di coniugazione e di conflitto nell’epoca contemporanea definita “l’età delle migrazioni” dai sociologi Stephen Castle e Mark Miller. Dal fenomeno migratorio di interi popoli (come quello verso l’Europa), a quello più inedito delle informazioni che corrono in tempo reale lungo le rotte invisibili della grande rete del web. Con conseguenti intrecci, ibridazioni, innesti senza precedenti di costumi, riti, tradizioni, modelli culturali che hanno determinato la nascita di una nuova identità che va fluidificandosi sempre di più tra particolarità e universalità, tra località e globalità, tra singolarità e alterità, tra inclusione ed esclusione, tra pensiero omologato e plurale. Il tema dell’identità mette davanti, pertanto, la società a un doppio binario: quello dell’incontro e quello del conflitto, quello della ricomposizione e quello della deflagrazione delle contraddizioni.

Le mostre inaugurali
Nell’alveo di questo ambito tematico si sviluppano le quattro mostre personali inaugurali del progetto del “Magione Arts District”.
Luciano Ventrone, con “The gene garden”, partendo dai suoi lavori pittorici degli anni Sessanta – ancora poco noti al grande pubblico – del periodo “biologico”, esplora la straordinaria capacità insita nella natura di attraversare e modellare le differenze evolvendosi dalle contaminazioni. Un “giardino genetico”, pertanto, quello connotato dall’artista romano sulle sue tele e tavole, luogo di incontro e confronto piuttosto che di distanza e alterità conflittuale, un paradigma dell’uguaglianza (gli uomini sono uguali in ciò che li costituisce uomini), esito di una matrice comune risalente a quel brodo primordiale condiviso.
La ricchezza della Sicilia, che ha forgiato e moltiplicato la sua cultura di coesistenza attraverso l’incontro con tutte le colture/culture “altre” che sono approdate alle sue rive – per poi difenderne orgogliosamente la radice che se ne è sviluppata – diviene l’innesco di ricerca nelle metafore “vegetali” di Miranda Gibilisco nella sua mostra fotografica “Plantitude”. Ritratti collettivi di Natura, nelle forme più lontane e diverse, tutte concorrenti all’Universo Mondo, che nel loro mutuo scambio non contaminano, ma fecondano apportando nuove evoluzioni.
A Palermo la coesistenza “delle colture/culture” è storicamente prassi e quotidianità, tanto da informarne la sua distintiva identità liquida e multiforme, dall’orto botanico cittadino ai quartieri multietnici. Un’identità sfuggente, da distillare in laboratorio per analizzarne la composizione geneticamente modificata da tutti i movimenti e flussi migratori, protagonista di un film ancora mai distribuito ma che Eleonora Orlando, in “The Others”, riesce a catturare in una serie di istantanee dall’attrito costante, senza mediazioni e senza menzogne. Aggregando quelle differenze che generano una coesistenza a-conflittuale.
Se la prima condizione dell’esistenza umana, nonché la sua metafora più congeniale, è l’ambiente naturale in cui vive, l’attività che corrisponde a tale condizione è il lavoro, con cui la specie umana assicura la propria sopravvivenza e costituisce le proprie relazioni con gli altri individui. Marta Czok, con “Metropolis”, propone invece una riflessione proprio sull’identità “sociale” degli uomini che, nell’era moderna, si è costruita essenzialmente intorno al lavoro, stabilendo così una nuova condizione esistenziale. Per questo la precarietà del lavoro, suggerisce l’artista anglo-polacca tra le pieghe dei suoi lavori apparentemente innocui, destabilizza oggi l’apparato identitario, con conseguenze dirette sul piano della convivenza pacifica e prosperosa all’interno e tra le nazioni.

Gli artisti
Luciano Ventrone nasce a Roma nel 1942, dove vive e lavora. Nel 1983 un articolo scritto da Antonello Trombadori su “L’Europeo” induce lo storico dell’arte Federico Zeri a interessarsi dell’artista suggerendogli di affrontare il tema delle nature morte. È qui che inizia la sua lunga, e ancora non completa, ricerca sui vari aspetti della natura, catturando particolari sempre più dettagliati e quasi invisibili a “occhi bombardati da milioni di immagini”, quali sono quelli degli uomini della nostra epoca. Tra i progetti espositivi più recenti, nel mese di aprile scorso si è svolta a Londra, alla Pontone Gallery, nel cuore di Chelsea e Knightsbridge, la personale “Malinconia romantica”. È attualmente in corso la sua antologica “Meraviglia ed Estasi” presso la chiesa monumentale di San Francesco, a Gualdo Tadino (Perugia).

Miranda Gibilisco nasce a Siracusa nel 1953, vive e lavora a Roma. La sua attività di fotografa nasce in tandem con l’attività di suo marito, Luciano Ventrone, di cui è allo stesso tempo ispiratrice e supporto. Nel 2009 la sua prima mostra personale a Roma, alla Galleria Chiari, la presenta al mondo dell’arte contemporanea; da lì una escalation di eventi che la fanno conoscere quale fotografa di quella “Natura” che ringrazia per “averle permesso di entrare nel suo mondo”, di cui non vuole rompere l’incantesimo, ma limitarsi a coglierne un’istantanea. Nel 2018 a Milano ha partecipato, con una personale, al “Mia Photo Fair” (Milan Image Art Fair).

Eleonora Orlando nasce a Palermo nel 1973. Vive tra Parigi, Taormina e Palermo. Dal 1990 collabora con la rivista “Mezzocielo”, fondata e diretta da Letizia Battaglia. Nel 1993 consegue il diploma di fotografia alla Summer Accademie Billdend di Salzburg. L’artista ha lavorato in Palestina e in nord America (Canada). Nel 2017 ha esposto a Venezia, alla Triennale di Fotografia Italiana.

Marta Czok nasce a Beirut (Libano) nel 1947. Vive e lavora a Castel Gandolfo (Roma). Inglese di origini polacche, a Londra ha terminato gli studi accademici alla Saint Martin’s School of Art, partecipando ripetutamente alla Royal Academy Summer Exhibition. Negli ultimi 35 anni ha esposto in Europa e America collaborando anche al progetto “Alitalia per l’Arte”. Tra le sue mostre pubbliche più recenti, nel 2013 “Icons&Idols” presso il MACRO Testaccio di Roma-La Pelanda, nata da una collaborazione con Jacek Ludwig Scarso ed Elastic Theatre di Londra; nel 2014 l’antologica presso il Castello di Calatabiano organizzata dal Museo MACS di Catania; nel 2016 “Mother Rome” presso il Museo Carlo Bilotti di Roma; nel 2017 l’antologica presso l’Istituto di Cultura Italiano di Varsavia.