Milan Vagač – The Verge

Informazioni Evento

Luogo
LABEL201
via Portuense 201 - 00146 , Roma, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/11/2025

ore 19

Artisti
Milan Vagac
Curatori
Michal Stolárik
Generi
personale, arte contemporanea

Label201 è lieta di presentare “The Verge”, mostra personale dell’artista slovacco Milan Vagač a cura di Michal Stolárik, realizzata grazie al supporto dei fondi pubblici dello Slovak Arts Council, in partnership con l’Istituto Slovacco a Roma.

Comunicato stampa

Label201 è lieta di presentare “The Verge”, mostra personale dell’artista slovacco Milan Vagač
a cura di Michal Stolárik, realizzata grazie al supporto dei fondi pubblici dello Slovak Arts Council, in partnership con l’Istituto Slovacco a Roma.

Lo spazio respira storia, saturo di umidità, tempo e tracce del passato, invitandoci a entrare in un'altra dimensione. Una delicata fessura tra mondi si apre davanti a noi — un frammento di un portale sconosciuto. Ci troviamo al confine tra realtà e finzione, tra superficie e profondità, tra ciò che è vivo e ciò che somiglia soltanto alla vita. La linea sottile simboleggia ciò che sta davanti e ciò che sta dietro, ciò che è stato e ciò che deve ancora venire. È un luogo dove le forme si trasformano, i materiali perdono la loro identità e l'esperienza fisica si dissolve nella memoria e nel flusso digitale dei dati. Il tempo si comporta in modo elastico; qui, il passato e il futuro parlano attraverso la lente del presente.
Milan Vagač (nato nel 1987 a Bratislava), artista visivo slovacco con base a Praga, negli ultimi anni ha concentrato la sua pratica artistica sull'intersezione fluida tra pittura, oggetto e installazione spaziale, esplorandola nel contesto dell'immagine fisica ispirata sia agli ambienti tecnologici che digitali. Giustappone un approccio distintamente sistematico — una tendenza verso variazioni analogiche, rigidità formale e modularità degli elementi individuali — con forme organiche, materiali naturali e texture grezze. Nei suoi dipinti, assistiamo a una transizione naturale dall'immagine astratta verso la suggestione figurativa, con l'esperienza dello spettatore che gioca un ruolo cruciale. Elementi geometrici statici coesistono senza sforzo in dialogo con frammenti di organismi viventi. Sulle tele, Vagač crea un'illusione di volume, invitando a un incontro aptico. La sua morfologia unica confina con il design e l'architettura, ma risuona simultaneamente con le forme organiche e i ritmi della natura.
La mostra personale The Verge traccia l'evoluzione dello stile caratteristico dell'artista e mette in evidenza l'approccio sempre più intenso di rispondere al carattere dei singoli spazi e luoghi. Nella galleria Label201 di Roma, si orienta tematicamente verso la convergenza dei mondi tecnologico e biologico, esplorando il confine tra superficie e profondità ed evocando un'atmosfera di distopia, fantascienza e una sorta di trascendenza despiritualizzata. Sulle superfici delle tele, l'artista presenta dettagli di oggetti ambigui che sollevano domande sulla loro funzione o epoca d'origine.
Al centro del progetto si trova l'installazione pittorica ARCH:3ON (2025), che trasforma un vecchio stipite di porta in un portale immaginario tra mondi. Sovrapponendo tele, Vagač costruisce un oggetto il cui carattere ricorda quello di un artefatto tecnologico, integrando perfettamente l'elemento interno originale della porta in un dialogo congiunto. La composizione richiama un rilievo architettonico con dettagli biomorfici e mantiene elementi geometrici e simmetria, mentre l'artista addolcisce e arrotonda i singoli sistemi. La palette di colori grigi e ocra, con le sue sottili texture pittoriche, evoca un materiale segnato dall'erosione, permettendogli di dialogare direttamente con l'ambiente circostante.
Gli scorci inquietanti nel nucleo del portale rivelano tracce di vita, che accrescono la tensione e offrono spazio all'immaginazione. Proprio come nei suoi restanti oggetti e dipinti, l'artista esplora la relazione tra corpo e tecnologia. Anche qui, non è chiaro se stiamo osservando i resti di una civiltà sconosciuta, frammenti di macchine future o oggetti rituali al di là della nostra esperienza attuale.