Merve Ceylan / Ole Goldt – Wallflower. A settembre

Informazioni Evento

Luogo
ACAPPELLA
Vico Santa Maria a Cappella Vecchia 8 , Napoli, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
26/09/2025

ore 19

Artisti
Merve Ceylan, Ole Goldt
Generi
arte contemporanea, doppia personale

Mostra doppia personale.

Comunicato stampa

L’atto raziocinante dello scegliere ‘cose belle’ era, nella Grecia antica, legato al verbo légō ‘scelgo’ e ánthos ‘fiore’. Il concetto selettivo
‘dell’antologia’ è strettamente connesso alla volontà, diversamente dai sogni, che sono, nel pensiero freudiano, ‘realizzazioni camuffate
di desideri inconsci, istintuali di una persona’. Tuttavia, a coniugare due correnti di pensiero antitetiche, è l’indagine sulla creatività di
Andreasen: ‘Quando sono, per così dire, completamente in me stesso (..), le mie idee fluiscono meglio e più riccamente. Tutto questo
accende la mia anima e, a condizione di non essere disturbato, il mio soggetto si allarga, prende forma e si definisce [..] Tutto questo
inventare, questo produrre, avviene come in un vivido piacevole sogno’.
Quella soglia notturna in cui si viene a contatto con il paese delle meraviglie è dimora dell’autentico sé, un momento privato in cui
l’outsider del mondo esterno si fa insider del proprio mondo interiore: un ‘autista’ della inflatable ball di Theo Botschuyver, immerso nel
flusso delle acque ma asciutto ai contorsionismi dell’intorno.
L’esperienza soggettiva disinibita nel momento onirico è custode di una aletheia (verità), letteralmente della ‘sottrazione del velo’, che
alla luce del primo sole si ripone tingendo d’atmosferica distanza ciò che è stato, diventando ciò che rimane.
Ore 23.00
‘Dico a me stesso parole senza senso, vedo luoghi ignoti, mi faccio scivolare lungo la china dei sogni’ affermava Borges nell’atto ancora
cosciente di perdita di coscienza.
Ore 00.00
Dopo quattro fasi macroscopiche in cui è diviso il sonno, l’ultimo momento è definito R.E.M., derivante dalla locuzione inglese rapid
eye movement, ossia movimento oculare rapido, scoperto nel 1953 dagli studiosi Eugene Aserinsky e Nathaniel Kleitman. Analogo
movimento è stato rilevato nell'osservazione di un’opera d’arte, per cui gli occhi si agitano in movimenti di scansione, chiamati saccadi,
e il loro scopo è di esplorare l’ambiente visivo a tutto tondo.
La fase R.E.M., come all’attenzione di un’opera, elabora e codifica i sogni vividi e narrativi, rendendo il sognatore partecipe attivo
mentalmente, consumando ossigeno e glucosio come in stato di veglia, ma sperimentando atonia muscolare per impedire di azionare i
sogni.
In questa fase “il sogno si fa vita, la vita sogno”, scriveva Arthur Schnitzler riferendosi alla sua fantasia del 1897.
Ole Goldt è un sognatore, un regista dello spirito, che con ‘anarchica bizzarria immaginifica’ orchestra scene surreali, ipotesi misteriose,
visioni della sua realtà. Come il regista Akira Kurosawa percorre la sua esistenza in ‘Sogni’, così Goldt si addentra nelle strutture
(s)composte del suo immaginario.
Ore 7.00
E’ tempo del sogno manifesto, ossia quella parte del sogno che viene ricordata al risveglio.
Gli elementi grezzi che appaiono alla mente del risveglio dipingono la scena friabile: le porzioni che compongono il ricordo sono
definite da Charles Brenner contenuto onirico manifesto, il risultato finale dell’attività psichica inconscia che affiora in maniera discontinua
e prima emotiva, poi sensoriale. L’immagine non è frutto dell’elaborazione mentale del sogno, ma rimane viva l’emozione che ribolle
anche a occhi aperti e induce l’attivazione del ricordo sfumato di un frame del sogno. Il ricordo, come contenuto cosciente di un singolo
momento, si fossilizza nella mente dai 16 ai 30 secondi, diversamente dalla persistenza della memoria emotiva.
Ne ‘La Bottega Oscura’, Perec scrive dei suoi sogni “impacchettati con troppa cura, troppo levigati, troppo puliti, troppo chiari”,
narrando la facile trappola dorata della riscrittura artistica che imbelletta le fragilità della mente.
Fedele alla percezione della realtà come ‘un sogno capovolto’ -così definisce Gadda la lucida veglia accarezzata dal mondo onirico-
Merve Ceylan si fa archeologa del ricordo, spolvera con cura, senza restaurarle, le scarde del passato e offre un risveglio al profumo di
fiori, che attraversano la vita, ma mai sembrano appassire.
Come Federico Fellini intento a disegnare il suo acchiappasogni quotidiano per non disperdere il suo ‘lavoro notturno’, possiamo
immaginare Ceylan dipingere nel giardino della villa Cargnacco di Gabriele d’Annunzio, al cui ingresso capeggiava la scritta ‘somnii
explanatio’.
“Ecaddi giù e sognai”. Schema in prestito da ‘I ragazzi sognanti’ di Oskar Kokoschka
“E caddi giù e sognai” [fase R.E.M.]
La nostra testa
è un forziere,
incastrata tra le trame
di una coperta
che ci tiene al riparo.
Entra l’autunno
E con occhi di seta
ascolto un canto sottile [fase del risveglio]
Gli uccelli imboccano
grana argillosa
e costruiscono tane
che domani lasceranno
ad altre ali
Elizabeth Germana Arthur