Megpie Project
I quattro artisti che hanno ideato Megpie non rubano le altrui creazioni, e tuttavia la loro motivazione, come quella dell’animale che hanno scelto per simbolo, è quella di portare l’arte al di fuori delle mura che la imprigionano ormai per convenzione, di offrirla a se stessi e a chi la sappia riconoscere, senza che debba avere una cornice consacrata, istituzionale o peggio mercantile.
Comunicato stampa
MEGPIE PROJECT EXPO'
Va bene, la gazza (ladra) si appropria di ciò che non è non suo, acchiappa nel becco ogni oggetto che luccica e se lo porta via, sottraendolo al rassicurante rifugio domestico, nel quale le cose preziose vengono conservate, e spesso dimenticate.
Ma così facendo il simpatico volatile rimette in circolo la bellezza, attua una istintiva redistribuzione dei beni, e libera la luce, che da essi si riflette, in panorami più aperti, dal proprio nido esposto comunque al mondo.
I quattro artisti che hanno ideato Megpie non rubano le altrui creazioni, e tuttavia la loro motivazione, come quella dell'animale che hanno scelto per simbolo, è quella di portare l'arte al di fuori delle mura che la imprigionano ormai per convenzione, di offrirla a se stessi e a chi la sappia riconoscere, senza che debba avere una cornice consacrata, istituzionale o peggio mercantile.
La loro ricerca personale, per quanto diversa tra i quattro "soggetti", è accomunata dalla scintilla della necessità interiore, assai rara rispetto allo sforzo di chi attualmente sembra voler creare solo per "riportare il sorriso sul volto di un giovane insoddisfatto e annoiato", come diceva già Proust.
I loro lavori non sono costruiti sul meccanismo imperante della "trovatina", ma indagano qualcosa di più segreto e magari perturbante, senza per questo rinunciare all'ironia e addirittura allo sberleffo.
Ma il bello della loro operazione è l'allargarsi a macchia d'olio nel panorama (per il momento) cittadino, deponendo uova in nidi inaspettati, e allevando allegre covate di altre piccole gazze pronte a spiccare il volo in nuovi raid rapinosi, e a sistemare in bella vista, un po' qua e un po' là, i trofei strappati alla banalità dal loro occhio acuto e dalla loro libertà creativa.
Insomma Fantomars non poteva esimersi, vista la sua poetica di accessibilità dell'arte, dall'offrire intanto un ramo sul quale i quattro artisti alati potessero allestire le loro luccicanti meraviglie, come avanguardia di un eventuale e auspicabile stormo pronto a planare in futuro da queste parti.
Megpie Project: Lara Zibret, Andrea Moresco, Niko Vitiello, Jacopo Manelli