Maurizio Tiberti – Take One

Informazioni Evento

Luogo
BOTTEGA MARTINELLI
Piazzale Ardeatino 4, Roma , Italia
Date
Dal al
Vernissage
10/04/2014

ore 18

Artisti
Maurizio Tiberti
Generi
arte contemporanea, personale
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Maurizio Tiberti espone un’opera singola appartenente alla serie Biotechne. Il ciclo di lavori polimaterici – 2004 / 2008 – sono al confine tra la biologia e la tecnologia.

Comunicato stampa

“Cornice Aperta” è la rassegna di arte contemporanea curata da Giacomo Carioti. Lavori unici d’artista in Mostra Personale, ospitati nella Vetrina della Bottega Martinelli a Roma, Piramide Cestia. Nel mese di aprile, dal 10 al 24, Maurizio Tiberti espone un’opera singola appartenente alla serie BIOTECHNE. Il ciclo di lavori polimaterici – 2004 / 2008 – sono al confine tra la biologia e la tecnologia. Nelle istallazioni la mutazione biotecnologia si manifesta sotto le varie forme e téchne conoscenza pratica e teorica, selettivamente si fonde con le caratteristiche degli esseri viventi, con l’aspetto biologico. Opera poetica e paradossale, emana una sua propaggine nei suoi take one di Arundo Donax delle Graminacee, canna comune, tiratura numerata, che gli intervenuti al vernissage potranno liberamente portare via. JA

IL MONDO IN UNA CANNA.
OVVERO, IL VIRGULTO (S)RADICATO

di Giacomo Carioti

Maurizio Tiberti, artista artiere artigliere artificiere, interpreta oggi la futuribile proiezione balistica del nostro mondo attraverso l'anima di una canna. Per meglio dire: una canna con l'anima. Come ogni canna, del resto………………………………..
Can! Bau! Mau! Bit!
……………….e poi, avanzi di bigiotteria, fondi di cestelli informatici, scarti di vitame e chiodame, residui di cablerie e cascami di concerie, inerpicati su coriacee superfici tubolari dalla ormai improponibile origine forestale… Le profezie di Tiberti hanno il dono della verosimiglianza, che, per noi umani contemporanei , è molto più della stessa verità. Poiché contiene, oltre -ed oltre- la verità stessa, il bisogno della speranza; senza la quale ogni verità può essere solo una secondaria (deva)stazione del nostro perpetuo viaggio, da un tempo “che fu” verso quello “che mai più sarà”.