Mattia Surroz – F(orse)

Informazioni Evento

Luogo
SOUL LAB
Via Berthollet 20/D San Salvario, Torino, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
25/09/2012

ore 19

Artisti
Mattia Surroz
Generi
personale, disegno e grafica

La nuova mostra in scena al Soul Lab a cura dell’illustratore Mattia Surroz. E’ una storia breve dedicata agli orsi e agli orsofili. La storia di una conversazione. Una conversazione che riflette e che fa riflettere. E’ una piccola riflessione su stereotipi, dove il nudo viene affrontato con naturalezza e leggerezza, in contrasto con il peso dei soggetti rappresentati.

Comunicato stampa

Mattia Surroz (1982, Aosta). Si diploma all'Istituto d'Arte di Aosta e all'Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. Inizia a pubblicare all'età di diciassette anni vignette satirico politiche su testi di Gianni Barbieri per la rubrica fissa "Il paese dei campanacci" su "La Gazzetta della Valle d'Aosta". Collabora per tutto il corso di studi con agenzie di grafica, di pubblicità in qualità di illustratore. Nel 2009 comincia a lavorare al suo primo albo a fumetti, pubblicato nel maggio successivo dalla 001 Edizioni. Nel 2011 esordisce in edicola come autore completo su "ANIMAL's" di Coniglio Editore, con la storia breve "Giornata". Nel 2012 da alle stampe " Pinelli e Calabresi, la storia sbagliata", scritto da Bepi Vigna. Attualmente lavora a più progetti a fumetti e porta avanti parallelamente gli impegni da illustratore. Vive e lavora a Torino.

La mostra è in collaborazione con BEARS & FRIENDS: http://www.facebook.com/bears.friend

In Torino, circa due anni fa, nasce dall'idea di un paio di amici la "BEARS&FRIENDS". E' un movimento dedito ad organizzare appuntamenti di incontro e di socializzazione, finalizzato alla conoscenza del mondo bear al resto del pubblico. Venne creato per dar modo e spazio al confronto fra le varie tipologie di persone gay e non, cercando di diventare un punto di riferimento ursino in Torino che ne era sprovvista.

Attorno alla metà degli anni '80 del secolo scorso, la "CULTURA BEAR" si sviluppa nella comunità di lingua inglese, statunitense, anglosassone ed australiana. Il successo repentino di tale cultura gay è legato alla contrapposizione della figura dell'orso (in carne, villoso) a quella del gay stereotipato (magro, muscoloso, depilato). Soltanto all'inizio degli anni '90 la cultura ursina arriva in Italia ad opera di alcuni pionieri che crearono un gruppo a Milano, "Orsi italiani-Girth & Mirth" inteso come espressione del vivere il proprio fisico oversize con naturalezza e gioia. Grazie all'aumento dei suoi simpatizzanti, il fenomeno degli orsi inizia quindi a farsi notare e a crearsi degli spazi di visibilità durante eventi LGBT, come le "Pride Parade" italiane.