Matteo Attruia – A Flower for Piet / Sold Out

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA MASSIMODELUCA
Via Torino 105/q 30170 , Mestre , Italia
Date
Dal al

da martedì a venerdì:
11.00 - 13.30, 14.30 - 18.00
sabato: 15.30 - 18.00

Vernissage
07/10/2018

ore 19

Artisti
Matteo Attruia
Uffici stampa
CASADOROFUNGHER
Generi
arte contemporanea, personale
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A Flower for Piet e Sold Out, prime due personali di Matteo Attruia nei propri spazi. Le mostre, corredate da un testo critico rispettivamente di Nico Covre e Daniele Capra, segnano l’inizio della collaborazione dell’artista con la galleria.

Comunicato stampa

La Galleria Massimodeluca è lieta di presentare A Flower for Piet e Sold Out, prime due personali di Matteo Attruia nei propri spazi. Le mostre, corredate da un testo critico rispettivamente di Nico Covre e Daniele Capra, segnano l’inizio della collaborazione dell’artista con la galleria.

A Flower for Piet e Sold Out nascono come due differenti progetti a partire dalla particolarità architettonica della galleria di essere costituita da due vani distinti, a ciascuno dei quali, per l’occasione, si avrà accesso separatamente, come se la galleria avesse subito uno sdoppiamento spaziale. Attruia ha così concepito due mostre distinte, ognuna con una propria logica concettuale ed allestitiva, trasformando l’occasione espositiva nell’opportunità di un’inedita e arguta doppia personale. In tale operazione si sommano così, in forma volutamente ambigua, l’aspetto dell’ambizione a esporre che ciascun artista naturalmente ha (e che l’autore in qualche modo denuncia in forma autoironica, essendone egli stesso vittima) e l’ineludibile necessità intellettuale di proporre un progetto espositivo che risulti essere incisivo e significativo. La condizione d’incertezza, la voglia di mostrarsi sebbene cum grano salis, sono ben esemplificate dall’immagine dell’artista che si fa ritrarre fuori della galleria – non cioè dentro dove solitamente le opere sono ospitate – in bilico espressivo e filosofico tra i due spazi, in preda allo spleen esistenziale, ma con la consapevolezza di una possibile soluzione a portata di mano.

In particolare A Flower for Piet presenta un inaspettato progetto espositivo, che nasce come un esplicito omaggio alla vita di Piet Mondrian. Per l'occasione Attruia ha deciso infatti di affrontare un percorso inedito e personalissimo, inaugurando una nuova stagione compositiva. L’omaggio al pittore olandese diventa così occasione per rendere esplicita una riflessione consapevole sulla sublimazione del lavoro, e delle fatiche, di ogni artista.

La mostra Sold Out mira invece a (ri)discutere il ruolo e le aspettative di alcuni degli attori del sistema dell’arte, e ad immaginare modalità alternative di presentazione e fruizione delle opere. Attruia interviene sull’idea di mostra come dispositivo espositivo, immaginando di essa modalità e finalità del tutto alternative. L’arte – e in particolare il suo status – sono, nella sua pratica artistica, elementi soggetti ad incertezza, ripensamento e negoziazione.

La pratica artistica di Matteo Attruia è caratterizzata dal paradosso e da una ricercata ambiguità interpretativa, che si esplicita frequentemente in un approccio ironico, tragico o noncurante. In particolare le sue opere mettono l’osservatore nella condizione di essere prigioniero di una contraddizione in apparenza non risolvibile. A cavallo tra astuzia e ingenuità, tra sorriso e inquietudine esistenziale, le sue opere trasmettono stati emotivi contrastanti, in oscillazione tra depressione ed esaltazione, tra beffardo atteggiamento di sfida e distacco signorile. Ricorrente nella sua produzione sono l’impiego della parola scritta, del neon e della fotografia.

The Galleria Massimodeluca is pleased to present A Flower for Piet and Sold Out, Matteo Attruia’s first two solo shows to be held in its rooms. The shows, with catalogue essays by, respectively, Nico Covre and Daniele Capra, mark the beginning of the artist’s collaboration with the gallery.

A Flower for Piet and Sold Out began as two different projects, with their starting point in the gallery’s architectural particularity of two distinct areas; each of them, for this occasion, will be entered separately, as though the gallery had undergone a spatial doubling. So Attruia has conceived two distinct shows, each with its own logic of conception and installation, in order to transform the occasion into an unusual and intelligent double show. In this operation there are brought together, in a purposely ambiguous form, the aspect of wishing to be exhibited, as all artists do (and that the artist here in an ironic way denounces, himself being the victim), and the inescapable intellectual need to propose an exhibition project with an incisive and significant result. The condition of uncertainty and his wish to exhibit himself, even though cum grano salis, are well exemplified by the image of the artist taken outside the gallery – in other words, not inside where the works are usually hosted – in an expressive and philosophical balance between the two spaces, overtaken by existential spleen but in the knowledge that a possible solution is close by.

A Flower for Piet, in particular, reveals an unexpected exhibition project, one born from an explicit tribute to the life of Piet Mondrian. For this occasion, Attruia has in fact decided to tackle a new and highly personal challenge by setting off on a new period of compositions. And so this tribute to the Dutch painter becomes the occasion for making explicit, knowledgeable thoughts about the sublimation of the work and labour of every artist.

The show Sold Out, instead, aims at (re)discussing the role and expectations of some of the protagonists of the art system, and at imagining alternative ways for presenting and enjoying works. Attruia intervenes on the idea of a show as an exhibiting device by imagining for it completely alternative ways and means. Art and, in particular, its status are elements of his activity that are subject to uncertainties, rethinking, and negotiation.

Matteo Attruia’s art is characterised by paradox and by a rarefied interpretative ambiguity which is often seen in an ironic, tragic, or nonchalant approach. In particular, his works place the viewers in the condition of being prisoners of an apparently irresolvable contradiction. On the cusp of astuteness and naivety, smiling and existential unease, his works transmit contrasting emotional states, oscillating between depression and exaltation, between a mocking attitude of challenge and gentlemanly detachment. In his output written words, neon, and photography are recurrent.